Visioni e suoni nascosti: una mostra multisensoriale al Real Teatro Santa Cecilia
Una delle opere presenti alla mostra "Ascoltare l’attimo di luce in un’esperienza multisensoriale"
A Palermo c'è un progetto espositivo che indaga il rapporto profondo tra fotografia, musica, luce e nuove tecnologie, superando i confini tradizionali del medium fotografico.
La Fondazione Orchestra Jazz Siciliana – The Brass Group presenta la mostra meta fotografica "Ascoltare l’attimo di luce in un’esperienza multisensoriale", ideata e realizzata dal Maestro Arturo Di Vita, presso il Real Teatro Santa Cecilia di Palermo – Sala Centro Studi, dal 18 dicembre 2025 al 18 gennaio 2026.
L’iniziativa nasce nel desiderio di Giangaspare Ferro ed è dedicata alla memoria di Manlio Salerno e Luigi Giuliana, figure importanti nella storia musicale e culturale legata al mondo jazz siciliano e alla Fondazione OJS – The Brass Group, assieme al fondatore, Maestro Ignazio Garsia.
Il progetto di Arturo Di Vita si colloca nel campo della metafotografia, intesa come pratica artistica che va dentro e oltre il mezzo fotografico, aprendo l’immagine all’interazione con altri linguaggi. In questo caso, la fotografia dialoga direttamente con il suono, rafforzandosi attraverso di esso.
Al centro della ricerca c'è l’idea che la luce possa veicolare il suono e che proprio nel suono l’immagine trovi il suo completamento. L’artista esplora così l’intersezione tra musica e immagine, un rapporto storicamente presente – dalle copertine degli album alle installazioni audiovisive – ma qui declinato in una forma inedita e profondamente immersiva.
Osservando le posture degli artisti, i loro gesti e l’intensità dell’attimo performativo, Di Vita si è posto una domanda chiave: può un elemento sonoro aumentare l’emozione dello sguardo sull’oggetto fotografico?
Da questa riflessione nasce un esperimento innovativo, probabilmente unico nel suo genere: grazie a un algoritmo sviluppato appositamente e attivabile tramite QR code, alcune fotografie permettono al visitatore di ascoltare, in cuffia, un frame audio reale del momento musicale ritratto.
Inquadrando il QR code, parte l’audio esatto di ciò che l’artista stava suonando nell’istante fissato dalla fotografia. L’esperimento è iniziato con Ron Carter, in un suo intenso solo, e successivamente esteso ad altri artisti.
Il risultato è un’esperienza che amplifica l’emozione più di un semplice video, perché la fotografia ferma un attimo invisibile o sfuggito allo spettatore durante il concerto, mentre il suono ne riattiva la memoria sensoriale.
Le fotografie con frame audio sono dedicate a grandi protagonisti della scena jazz internazionale e nazionale, tra cui: Dee Dee Bridgewater, Ron Carter, Chihiro Yamanaka, Darren Barrett, Fabrizio Bosso, Camille Bertault, Tom Harrell, Vito Giordano, Richard Bona, Ana Carla Maza, Jeremiah Edwards, Richard Galliano, Jazzmeia Horn, Nicole Henry, Aymèe Nuviola, Chiara Civello, Darius Brubeck, Grégory Privat, Halie Loren, Kenny Garrett, Rita Marcotulli.
All’interno della sala sono inoltre esposte gigantografie realizzate per il Sicilia Jazz Festival, che arricchiscono il percorso espositivo dal punto di vista emozionale e informativo. In questo caso le opere non sono accompagnate dal frame sonoro, mantenendo una distinzione narrativa all’interno del percorso.
La Fondazione Orchestra Jazz Siciliana – The Brass Group presenta la mostra meta fotografica "Ascoltare l’attimo di luce in un’esperienza multisensoriale", ideata e realizzata dal Maestro Arturo Di Vita, presso il Real Teatro Santa Cecilia di Palermo – Sala Centro Studi, dal 18 dicembre 2025 al 18 gennaio 2026.
L’iniziativa nasce nel desiderio di Giangaspare Ferro ed è dedicata alla memoria di Manlio Salerno e Luigi Giuliana, figure importanti nella storia musicale e culturale legata al mondo jazz siciliano e alla Fondazione OJS – The Brass Group, assieme al fondatore, Maestro Ignazio Garsia.
Il progetto di Arturo Di Vita si colloca nel campo della metafotografia, intesa come pratica artistica che va dentro e oltre il mezzo fotografico, aprendo l’immagine all’interazione con altri linguaggi. In questo caso, la fotografia dialoga direttamente con il suono, rafforzandosi attraverso di esso.
Al centro della ricerca c'è l’idea che la luce possa veicolare il suono e che proprio nel suono l’immagine trovi il suo completamento. L’artista esplora così l’intersezione tra musica e immagine, un rapporto storicamente presente – dalle copertine degli album alle installazioni audiovisive – ma qui declinato in una forma inedita e profondamente immersiva.
Osservando le posture degli artisti, i loro gesti e l’intensità dell’attimo performativo, Di Vita si è posto una domanda chiave: può un elemento sonoro aumentare l’emozione dello sguardo sull’oggetto fotografico?
Da questa riflessione nasce un esperimento innovativo, probabilmente unico nel suo genere: grazie a un algoritmo sviluppato appositamente e attivabile tramite QR code, alcune fotografie permettono al visitatore di ascoltare, in cuffia, un frame audio reale del momento musicale ritratto.
Inquadrando il QR code, parte l’audio esatto di ciò che l’artista stava suonando nell’istante fissato dalla fotografia. L’esperimento è iniziato con Ron Carter, in un suo intenso solo, e successivamente esteso ad altri artisti.
Il risultato è un’esperienza che amplifica l’emozione più di un semplice video, perché la fotografia ferma un attimo invisibile o sfuggito allo spettatore durante il concerto, mentre il suono ne riattiva la memoria sensoriale.
Le fotografie con frame audio sono dedicate a grandi protagonisti della scena jazz internazionale e nazionale, tra cui: Dee Dee Bridgewater, Ron Carter, Chihiro Yamanaka, Darren Barrett, Fabrizio Bosso, Camille Bertault, Tom Harrell, Vito Giordano, Richard Bona, Ana Carla Maza, Jeremiah Edwards, Richard Galliano, Jazzmeia Horn, Nicole Henry, Aymèe Nuviola, Chiara Civello, Darius Brubeck, Grégory Privat, Halie Loren, Kenny Garrett, Rita Marcotulli.
All’interno della sala sono inoltre esposte gigantografie realizzate per il Sicilia Jazz Festival, che arricchiscono il percorso espositivo dal punto di vista emozionale e informativo. In questo caso le opere non sono accompagnate dal frame sonoro, mantenendo una distinzione narrativa all’interno del percorso.
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