Visita al Museo provinciale "Messina nel '900", il rifugio antiaereo dove si rivive la guerra
Museo provinciale "Messina nel '900"
Viene ricostruita la vera anima liberty della Messina di inizio secolo, attraverso le ville private, i palazzetti storici, persino il Circolo della Borsa (inedito anche per i messinesi).
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Chi ha vissuto l’esperienza diretta della Seconda Guerra mondiale ricorda un suono sinistro, che spesso coglieva all’improvviso, di giorno, o di notte, costringendo tutti a precipitarsi fuori dalle case. Le sirene annunciavano un imminente bombardamento. I cittadini si riversavano nei rifugi, bunker sotterranei, che di solito riuscivano a resistere alla pioggia di ordigni sganciati dagli aerei, ma il rischio di crolli e di rimanere intrappolati c’era comunque. Uno di questi ricoveri venne realizzato alle spalle del Convitto “Alfredo Cappellini” in viale Boccetta.
Era stato scavato nella collina alluvionale, esempio unico nel suo genere nell’Italia meridionale, attrezzato per ospitare fino a mille sfollati. Durante l’ultimo conflitto, il 94 per cento degli edifici cittadini subì danni, poiché Messina pagò il suo ruolo strategico di porta della Sicilia. Questo luogo trasuda storia di dolori, stenti, paure, speranze di sopravvivere e di dimenticare gli orrori della guerra. Oggi, dopo i restauri, grazie a fotografie, manifesti, giornali, divise, armi, cartografia, medaglie e cimeli vari esposti, torna la memoria storica..
La visita ha una durata di 45 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Chi ha vissuto l’esperienza diretta della Seconda Guerra mondiale ricorda un suono sinistro, che spesso coglieva all’improvviso, di giorno, o di notte, costringendo tutti a precipitarsi fuori dalle case. Le sirene annunciavano un imminente bombardamento. I cittadini si riversavano nei rifugi, bunker sotterranei, che di solito riuscivano a resistere alla pioggia di ordigni sganciati dagli aerei, ma il rischio di crolli e di rimanere intrappolati c’era comunque. Uno di questi ricoveri venne realizzato alle spalle del Convitto “Alfredo Cappellini” in viale Boccetta.
Era stato scavato nella collina alluvionale, esempio unico nel suo genere nell’Italia meridionale, attrezzato per ospitare fino a mille sfollati. Durante l’ultimo conflitto, il 94 per cento degli edifici cittadini subì danni, poiché Messina pagò il suo ruolo strategico di porta della Sicilia. Questo luogo trasuda storia di dolori, stenti, paure, speranze di sopravvivere e di dimenticare gli orrori della guerra. Oggi, dopo i restauri, grazie a fotografie, manifesti, giornali, divise, armi, cartografia, medaglie e cimeli vari esposti, torna la memoria storica..
La visita ha una durata di 45 minuti ed è accessibile ai disabili.
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