Visita guidata alla scoperta della Chiesa di Santa Maria Degli Angeli (Gancia)

Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Palermo
"Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), giunge alla sua undicesima edizione e dal 29 settembre al 29 ottobre torna ad aprire le porte dei luoghi d'arte di Palermo, di quelli dimenticati e di quelli normalmente chiusi.
Per tutti i weekend della manifestazione sarà possibile visitare la Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta Gancia.
Costruita intorno al 1490 e chiamata “gancìa” perché utilizzata come ospizio per malati e forestieri, divenne anche il rifugio di alcuni patrioti dopo il fallimento della rivolta del 1860, che vi accedettero da via Alloro, attraverso quella che fu poi chiamata la “buca della salvezza” (ancora oggi visibile).
Si salvarono soltanto in due, Filippo Patti e Gaspare Bivona, nascosti tra i cadaveri della sottostante cripta. Oggi la chiesa mostra ancora il suo carattere originario, con la facciata dal taglio sobrio e deciso, il bassorilievo della Madonna sull’arco, il soffitto ligneo cassettonato originario del ‘500.
L’interno custodisce tesori, quali il grande organo sul coro all’ingresso, il monachello di stucco e i dipinti di Pietro Novelli. Da non perdere la Cappella dedicata alla Madonna di Guadalupe, rivestita di marmi e stucchi del Serpotta.
Per tutti i weekend della manifestazione sarà possibile visitare la Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta Gancia.
Costruita intorno al 1490 e chiamata “gancìa” perché utilizzata come ospizio per malati e forestieri, divenne anche il rifugio di alcuni patrioti dopo il fallimento della rivolta del 1860, che vi accedettero da via Alloro, attraverso quella che fu poi chiamata la “buca della salvezza” (ancora oggi visibile).
Si salvarono soltanto in due, Filippo Patti e Gaspare Bivona, nascosti tra i cadaveri della sottostante cripta. Oggi la chiesa mostra ancora il suo carattere originario, con la facciata dal taglio sobrio e deciso, il bassorilievo della Madonna sull’arco, il soffitto ligneo cassettonato originario del ‘500.
L’interno custodisce tesori, quali il grande organo sul coro all’ingresso, il monachello di stucco e i dipinti di Pietro Novelli. Da non perdere la Cappella dedicata alla Madonna di Guadalupe, rivestita di marmi e stucchi del Serpotta.
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