Visite per non udenti: la Chiesa del Santissimo Salvatore spiegata con il LIS

La Chiesa del Santissimo Salvatore a Palermo
In occasione de "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), i luoghi d'arte di Palermo si aprono al pubblico. Luoghi dimenticati o normalmente chiusi possono essere scoperti grazie a visite eccezionali, e per questa edizione si è pensato anche a dei particolari percorsi per disabili: sabato 30 settembre, ad esempio, è in programma una visita per non udenti alla Chiesa del Santissimo Salvatore.
La visita è riservata a 50 persone ed è necessario prenotare. Nel linguaggio dei segni verrà spiegato come un'antica credenza narra che in questa chiesetta normanna, voluta nel 1072 da Roberto il Guiscardo, avessero vestito l’abito delle monache basiliane la regina Costanza D’Altavilla, futura madre di Federico II, e la stessa Santa Rosalia, prima di ritirarsi a vita eremitica.
Per questo motivo era uno dei luoghi di culto più prestigiosi di Palermo. Con l’intento di creare un tempio ancora più sontuoso che si affacciasse sul Cassaro, la chiesa fu demolita e ricostruita prima nel 1528 e successivamente nel 1682, su progetto di Paolo Amato, che realizzò le due cappelle maggiori, la cupola centrale e le nicchie sulla facciata.
Parzialmente distrutta da un violento bombardamento aereo nel 1943 e ristrutturata nel 1959 dall’architetto Franco Minissi, custodisce stucchi, decorazioni, marmi policromi e, sul vestibolo d’ingresso e sulla volta, maestosi affreschi dell’artista palermitano Vito D’Anna.
La visita è riservata a 50 persone ed è necessario prenotare. Nel linguaggio dei segni verrà spiegato come un'antica credenza narra che in questa chiesetta normanna, voluta nel 1072 da Roberto il Guiscardo, avessero vestito l’abito delle monache basiliane la regina Costanza D’Altavilla, futura madre di Federico II, e la stessa Santa Rosalia, prima di ritirarsi a vita eremitica.
Per questo motivo era uno dei luoghi di culto più prestigiosi di Palermo. Con l’intento di creare un tempio ancora più sontuoso che si affacciasse sul Cassaro, la chiesa fu demolita e ricostruita prima nel 1528 e successivamente nel 1682, su progetto di Paolo Amato, che realizzò le due cappelle maggiori, la cupola centrale e le nicchie sulla facciata.
Parzialmente distrutta da un violento bombardamento aereo nel 1943 e ristrutturata nel 1959 dall’architetto Franco Minissi, custodisce stucchi, decorazioni, marmi policromi e, sul vestibolo d’ingresso e sulla volta, maestosi affreschi dell’artista palermitano Vito D’Anna.
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