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Voce, pianoforte e visioni di sabbia: la prima opera di Francesco Panasci a Selinunte

Balarm
La redazione

Francesco Panasci

Un libro che mette al centro la persona e la sua storia. Una narrazione che parla al cuore, alla mente e al futuro. Ogni persona ha una storia: una traiettoria unica, fatta di slanci, conquiste, inciampi e rinascite.

Chiunque – al di là delle origini, dell’età o del percorso – porta con sé un vissuto che merita ascolto. Un vissuto che racchiude un valore inestimabile: non economico, non sociale, ma profondamente umano.

"Io sono energia" è il nuovo libro di Francesco Panasci e nasce proprio da qui. L'autore presenta il suo primo lavoro lunedì 21 luglio alle 18.30 al Parco archeologico di Selinunte nell'ambito di Ekklesìa Festival.

Il racconto prende forma tra le note originali al pianoforte di Francesco Panasci, le visioni disegnate in tempo reale con la sabbia da Stefania Bruno e la voce narrante che restituisce parola e respiro al testo omonimo.

«Portare "Io sono energia" a Marsala, in dialogo con Anna Occhipinti e Luigi Biondo - spiega Panasci - è un atto che unisce la scrittura alla memoria collettiva. Il libro non vuole insegnare nulla, ma offrire una traccia autentica per chi cerca di ritrovarsi.

È rivolto ai giovani, ai genitori, a chi sente il bisogno di tornare all’essenziale, alla bellezza, all’ascolto. La versione drammaturgica di Selinunte è un gesto artistico e spirituale che chiude un cerchio: arte, identità e silenzio diventano un unico respiro».

Il titolo del libro potrebbe far pensare a un’autocelebrazione. Ma è esattamente il contrario.  Non è la dichiarazione di chi scrive, ma un invito che chiunque può sentire come proprio.

Una frase da pronunciare – in silenzio o ad alta voce – quando si decide di tornare in ascolto di sé. Attraverso una narrazione autentica e fluida, Panasci attraversa i temi della crescita personale, dell’ascolto, della fiducia, del cambiamento e del valore delle idee.

Ogni capitolo è un invito a fermarsi, respirare, riconoscere la propria energia.

Il saggio – pubblicato da Panastudio – si struttura in brevi capitoli che attraversano temi profondi con parole accessibili: la dignità, la connessione, il silenzio, la trasformazione, la visione. Senza mai rinunciare alla concretezza di chi ha conosciuto la fatica, il lavoro, la forza silenziosa delle piccole cose.

È un libro che può aprirsi al mondo, anche in altre lingue. E che già oggi si candida a diventare un progetto più ampio: incontri con le scuole, laboratori sul talento e sulla narrazione del sé, momenti di ascolto con le nuove generazioni e con chi crede che la cultura sia ancora un motore di rinascita.

Francesco Panasci è giornalista, regista, musicista e project manager. Ha fatto della creatività e dell’impegno civile la bussola della sua vita. Ma, prima di ogni titolo, è un uomo che mette al centro l’umano: le relazioni, l’ascolto, il valore della parola e dell’azione.

Da oltre venticinque anni dà forma a progetti che intrecciano cultura, formazione, comunicazione e impegno sociale, costruendo ponti tra le persone e i territori. Con Panastudio, realtà da lui fondata, ha ideato format giornalistici multimediali e iniziative culturali che parlano di identità, bellezza, partecipazione.

Dirige il quotidiano "Il Moderatore", con uno sguardo critico e indipendente sul presente.

Ha curato e diretto grandi eventi come il Premio Internazionale Padre Pino Puglisi, Ierofanie Festival, Esperimental Harp Dance, percorsi dedicati ai giovani, festival artistici e progetti formativi digitali che restituiscono centralità al lavoro e alla dignità.

Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, in questo libro si racconta per la prima volta in modo intimo e diretto. Non per insegnare, ma per restare accanto. Condividere esperienze, errori, visioni.
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