Palermo: studenti e agenti tra sassi e crocchè
Il disagio di una generazione cosciente di non vedere un futuro e non può fare altro che sfogare la rabbia in una guerra fra "poveri" (studenti e agenti)...
Bottiglie, sassi, petardi. Ma anche panelle, cannoli e crocchè. Simboli, è chiaro. Oggetti-strumento che rappresentano l'emblema di una generazione in gabbia. E poi i lacrimogeni, la carica. Ed è fumo e rovina. Migliaia di studenti in piazza in corteo per le vie del centro di Palermo. Il pretesto? Il presunto patto tra il nuovo presidente della regione Rosario Crocettà e Gianfranco Miccichè e non solo questo, sicuramente e soprattutto il disagio di una generazione che adesso ha preso coscienza di non vedere davanti a sè un futuro e non può fare altro che sfogare la rabbia, la quale, per un gruppo deviato di manifestanti, sfocia in becera violenza, in una guerra fra "poveri" (studenti e agenti).
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