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A dieci anni un tumore le cambiò la vita: chi è la siciliana che regala sorrisi con la pasta

Alessandra ci racconta la sua storia a lieto fine. Dopo 13 anni all'estero è tornata in Sicilia e lancia un crowdfunding per i bambini ricoverati in oncologia pediatrica

Stefania Brusca
Giornalista
  • 1 dicembre 2022

Alessandra Lauria

«Avevo 10 anni quando ho perso la mia infanzia», inizia così l'appello di Alessandra Lauria, una giovane donna di Licata. In un periodo che dovrebbe essere dedicato alla spensieratezza e alla gioia, a lei è stato diagnosticato un sarcoma. E la sua vita è cambiata radicalmente.

Adesso ha 36 anni e vuole raccontare la sua storia per sensibilizzare le persone sul tema e raccogliere i 20mila euro che le servono per portare un sorriso ai bambini del reparto di Pediatria oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Un obiettivo che intende raggiungere realizzando dei laboratori per fare la pasta.

Anche lei è stata curata in quel reparto, anche lei ha ricevuto dei sorrisi che l'hanno spinta ad andare avanti. Ora vuole «restituire» un po' di felicità ai più piccoli.

Alessandra ci racconta di non ricordare molto di quando le dissero della sua malattia. «Mi ricordo facce tristi - racconta - che piangevano e pregavano per me, così all'improvviso. Quando mi portarono a Milano, la prima volta che lessi quella parola, capì che non era qualcosa di positivo» .
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Comincia così la sua lotta non solo contro quel male raro, un sarcoma che in genere attacca gli anziani e non i bambini. La sua battaglia non si ferma in una stanza di ospedale ma continua anche fuori, negli ambienti che prima erano familiari e che ora sono fonte di disagio per lei.

«A scuola ero vista come diversa e tutti erano un po' preoccupati. Mi assentai a lungo - racconta ancora Alessandra - ma ricordo le insegnanti molto gentili, affettuose e comprensive. Poi quando iniziarono a ricrescere i capelli venni anche un po' bullizzata perché assomigliavo ad un maschiaccio».

Tutto questo, ricorda ancora, «mi cambiò la vita. Non andai più a danza, il mio più grande amore».

Il "rischio" in questi casi, oltre a quello imminente che ha a che fare con la salute, è anche che i bambini perdano una parte della propria capacità di volare con la fantasia.

A volte si è costretti a crescere troppo in fretta. In questi casi una cosa essenziale è «continuare a fare sognare questi bambini ed essere positivi, ma anche istruirli ai "perché". Una cosa che ricordo molto bene è che gridavo spesso, ero arrabbiata con il mondo intero "perché proprio a me? Cosa ho fatto di male?", urlavo. Poveri i medici ed i miei genitori che facevano fatica a trattenermi».

Un momento della vita davvero duro e complesso per Alessandra e per tutta la sua famiglia. «I miei genitori avevano più o meno la mia età di adesso. Fu un trauma per loro, ma impararono da questo a vedere anche loro tutto sotto un'altra luce, ad affrontare la vita in modo diverso e a dare peso e valore alle cose che realmente ne hanno».

La malattia di un figlio o di una figlia, è una cosa così grave, così difficile da sostenere per dei genitori ma quelli di Alessandra traevano forza da «forti valori - aggiunge - e i loro valori li trasmettono ogni giorno agli altri».

Mia madre è una credente molto fervente e lei vive di fede da quei giorni. Negli anni che la 36enne ha vissuto lontano dalla sua casa ha visto che «non è facile trovare il grande amore per la famiglia che i miei hanno per la loro. È raro, sono super altruisti».

In generale ha un «buon rapporto con loro, anche se siamo molto diversi. Molto spesso mi fanno impazzire come tutti i genitori del Sud e non hanno mai capito la mia vita e il mio lavoro perché non è "comune", è un po' diverso da quello che conoscevano loro».

In poche parole, Alessandra si occupa di insegnamento e, cosa per lei ancora più importante, si occupa di «far stare bene la gente. Ho creato il mio brand e la mia scuola di pasta online - lavoro molto con l'estero anche perché ho vissuto 13 anni fuori dall'Italia».

I suoi corsi sono sia amatoriali che professionali, a seconda del livello/scelta ed occasione. Ultimamente ha anche lavorato in barca «ed ho amato tanto quell'esperienza! Forse sta diventando una sorta di missione? Non saprei dirlo».

Adesso Alessandra fa base in Sicilia.

«Sono tornata l'anno scorso per un progetto che è rimasto un po' in stand-by, anche a causa del Covid . Ora, attraverso la cosa che ama di più, la pasta, ha deciso di "restituire" i sorrisi ricevuti in ospedale da piccola. «La faccio da 4 anni a livello professionale, ma credo anche che ormai è diventata un po' una mia filosofia di vita.

"Be like pasta, patient, adaptable e resilient".

La pasta è magica e rende sempre felici tutti! La pasta unisce le persone a tavola, rilassa perché è un momento meditativo dove si stacca anche un po' il cervello... e poi e' buona. Non credete?

Per chi volesse aiutarla a realizzare la sua "missione" e conoscere altri dettagli della sua storia potete consultare la pagina online della sua campagna di crowdfunding.
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