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A Palermo la chiamavano "La signora delle Fate": chi fu (la talentuosa) Emma Perodi

Giornalista e scrittrice, toscana di nascita e siciliana di adozione e grande amica di Giuseppe Pitrè. La città potrebbe forse ricordarla dedicandole una via

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 13 novembre 2023

Una cartolina su Emma Perodi e le sue fiabe

Emma Perodi è stata una giornalista e scrittrice, nota soprattutto per la sua vasta produzione letteraria dedicata all’infanzia, non per niente infatti è stata soprannominata "La signora delle Fate": donna caparbia, talentuosa e instancabile la Perodi ha dedicato tutta la sua vita alla scrittura, lottando strenuamente per affermarsi nel mondo delle lettere.

Il 16 novembre prossimo nella prestigiosa sala Mattarella del Palazzo dei Normanni a Palermo si svolgerà il terzo convegno su EMMA PERODI - Il periodo palermitano: 1898-1918.

Toscana di nascita, siciliana per scelta, Emma nasce a Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, il 31 gennaio 1850: la madre Adelaide Morelli Adimari appartiene a un’antica e nobile famiglia toscana; il padre Federigo è un ingegnere delle acque che per mestiere si sposta di continuo. Il benessere economico della famiglia le permette di ricevere una buona educazione.

Emma studia a Pisa e a Torino. A Firenze, dove la famiglia si stabilisce comincia a frequentare circoli e ritrovi intellettuali e viene scelta, insieme ad altre giovani studiose, per approfondire gli studi di Froebel e la possibilità di realizzare Kindergarten (asili d’infanzia) in Italia. A Berlino Emma diventa amica e collaboratrice di Herriette Schroder Breyman, nipote di Froebel e fondatrice della Pestalozzi-Froebel House. La conoscenza delle lingue (si cimenta con inglese, francese e tedesco) le tornerà utile come traduttrice.
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Convinta che l’idea dei kindergarten male si adatti alla realtà italiana, tornata a Firenze e abbandonata l’idea dell’insegnamento, la Perodi comincia a scrivere facendo del giornalismo il suo trampolino di lancio. La sua prima collaborazione è con «La Gazzetta d’Italia», poi con il quindicinale «Cornelia. Rivista letteraria, educativa, dedicata principalmente agli interessi morali e materiali delle donne italiane».

Nel 1878 nasce Alice: Emma non è sposata e non rivelerà mai il nome del padre della sua bambina, crescerà la neonata da sola, con coraggio e determinazione, lavorando duramente per non farle mancare nulla.

All’inizio del 1880, dopo un periodo di cui mancano notizie certe, si trasferisce a Roma con la figlia. Nonostante i tanti pregiudizi nei confronti di una madre nubile, riesce a entrare nel mondo del giornalismo romano, collaborando con alcune delle testate più prestigiose e portando avanti in parallelo la duplice attività di giornalista e scrittrice.

La vera svolta avviene però nel 1883 con l’editore Perino (che si distingue per aver creato con spregiudicatezza dal nulla un impero editoriale) che le fa dirigere le sue testate e che inserisce all’interno della collana «Biblioteca Fantastica Illustrata» "Le novelle della nonna", a cui la Perodi deve buona parte della sua fama: pubblicate per la prima volta tra il 1892 e il 1893 in fascicoli e poi riunite in cinque volumi.

Il successo è immediato e lo stesso Giuseppe Pitrè vuole scriverne la prefazione, lodando l’autrice per queste inquietanti novelle gotiche, un magnifico affresco medioevale che cattura l’attenzione dei lettori piccoli e grandi.

Nel 1895 però Edoardo Perino improvvisamente muore. A partire da quel momento le giornate di Emma diventano dense di impegni, e vengono scandite da ritmi frenetici perché deve trovare una stabilità economica, dopo la morte di Perino.

La Perodi frequenta i salotti della capitale, si fa vedere ai balli e alle feste, intesse relazioni con le nobildonne che poi osserva e ritrae nelle vesti di cronista di moda sulle pagine del Popolo romano e della Rivista della moda. Nei salotti romani conosce anche Gabriele D’annunzio: diversi anni dopo lo inviterà a Palermo per la prima al Teatro Biondo de "La Figlia di Iorio" messa in scena dalla compagnia di Irma Grammatica.

Stanca e oberata di lavoro, Emma Perodi comincia a coltivare il sogno di trasferirsi in Sicilia. « Se sapesse quanto soffro − confida nel 1899 alla scrittrice Grazia Pierantoni Mancini − per soprusi, villanie non può crederlo”. Contatta Alessio Di Giovanni, giornalista, poeta e drammaturgo che costituirà il suo primo aggancio con l’isola su cui era sbarcata per la prima volta nel 1892, in occasione della celebre Esposizione nazionale di Palermo, grandiosa fiera della produzione, delle arti e del costume.

Come aveva scritto all’epoca in un articolo, si era innamorata subito della luce intensa, dei profumi dell’isola e dell’accoglienza dei suoi abitanti. Aveva conosciuto l’editore Salvatore Biondo, aveva visitato gli stabilimenti della famiglia Florio, era stata in gita a Selinunte, aveva ammirato i costumi variopinti delle donne di Piana degli Albanesi.

Lasciare Roma, dove sono gli affetti più cari, figlia madre e sorella, e stabilirsi nella nuova casa sul mare di Porta Felice a Palermo, non è un passaggio facile per Emma che ha quasi 50 anni; tuttavia la scrittrice ha ancora un piglio e uno spirito giovanile e nel capoluogo trova un ambiente aperto e stimolante, dove ha rapporti con artisti e intellettuali: Federico De Maria, Alessio Di Giovanni, Giuseppe Salinas e soprattutto Giuseppe Pitrè, impegnato da anni nella raccolta e nello studio delle tradizioni popolari.

Il vero incontro cruciale però è indubbiamente quello con l’editore Salvatore Biondo -così come era accaduto a Roma con Perino - e la Perodi diventa coordinatrice responsabile della nuova collana di narrativa per ragazzi “La bibliotechina aurea illustrata”, collaborando con vari autori, da Ida Baccini, a Luigi Capuana, ad Emilio Salgari.

Il lavoro di Emma è incredibile: dai testi a firma Perodi e a quelli pubblicati sotto lo pseudonimo Italo Roma, dalle riviste Biondo (come Psiche) a tutta l’attività di supervisione dell’emergente reparto di testi scolastici come Cuoricini d’oro − letture educative per le classi elementari che ottengono il plauso di insegnanti, scrittori e pedagogisti − ai tanti volumi scolastici pensati per soddisfare ogni esigenza, da Il mio campicello, indirizzato agli alunni delle scuole rurali, a "Tu sarai una brava donna" e "Tu sarai un buon operaio" per i corsi di alfabetizzazione degli adulti.

L’editoria scolastica deve soddisfare l’esigenza di formare un’identità nazionale, attraverso strategie di acculturazione.

Dopo le numerose esortazioni del Pitrè, che voleva che Emma approfondisse la sua conoscenza di fiabe e leggende siciliane, per prenderne spunto, la scrittrice inizia la stesura dei tre volumi di Al tempo dei tempi una raccolta delle fiabe tradizionali dei mari, dei monti e delle città siciliane che esce per l’editore fiorentino Salani così come accadrà per altre due opere marcatamente siciliane, "Il brigante Ciriminna" (1911) (mentre il volume I briganti di Cerreto Guidi era stato pubblicati da Biondo nel 1901) e Bernoccolino (1915), storia di un bambino con un bernoccolo che cresce quando non dice la verità…

È una profonda e sincera amicizia quella tra la Perodi e Il Pitrè, che definisce la scrittrice «donna di alto ingegno e singolare attitudine »; in segno di stima le spalanca le porte della sua ricca biblioteca privata, fornendole materiale documentario prezioso per la composizione della sua trilogia.

Nelle novelle di Sicilia si trovano tanti luoghi magici di una Palermo antica e fatata: il cortile delle sette fate, la via della Calata (Discesa) dei Giudici, il castello della Zisa…Emma ricambia tanta cortesia dedicando alla nipotina del grande amico Pitrè alcuni dei suoi libri di favole.

La vena fiabesca, che le ha valso il soprannome di "Signora delle fate", si esprime nel periodo palermitano anche in molte altre pubblicazioni: Le fate d’oro, Le fiabe dei fiori, Il Paradiso dei folletti, ecc. Tuttavia dopo 8 anni a Palermo il carico di lavoro diventa veramente troppo pesante per una signora che sta raggiungendo la sessantina.

Al suo ottavo anno siciliano la Perodi è impaziente di affrancarsi dal troppo lavoro, dalla monotonia e dalla solitudine di Palermo: le amicizie si diradano.

Prende a scrivere a intellettuali ed editori, decisa a trasferirsi nuovamente anche se ormai è una donna di sessant’anni. L’editore Salani è il destinatario più ricorrente delle missive di questi anni: alla possibilità di un nuovo impiego presso l’editore fiorentino l’autrice lega la speranza di tornare a casa, a causa della sua indole irrequieta e di una nostalgia crescente verso gli affetti, la famiglia, i rapporti troppo a lungo trascurati : «Dopo la morte di mia madre » − ammette − « più che mai sento il desiderio di tornare vicina ai miei parenti ».

Sarà la morte ad aver ragione della sua irrequietezza e della sua passione per il lavoro; Emma si spegnerà per le conseguenze di una polmonite il 5 marzo 1918 a Palermo.

Emma Perodi viene generalmente ricordata come l’Autrice delle Novelle della Nonna, ma questo è estremamente riduttivo, se si pensa all’imponente e varia produzione di questa "signora della penna": circa 400 tra saggi, articoli, novelle, fiabe, racconti pubblicati con la sua firma (senza contare cioè i molti altri pubblicati sotto vari pseudonimi) su circa 30 diverse testate di giornali e riviste a cui vanno aggiunte circa 80 monografie. Purtroppo dopo la sua morte e dopo la scomparsa di Salvatore Biondo, è stata dimenticata.

Nel 2018 però nel Casentino è stato inaugurato un Parco Letterario dedicato ad Emma Perodi (Il Parco letterario Emma Perodi e le foreste casentinesi); a Roma è stata dedicata una strada alla scrittrice e adesso si è avviato l’iter per fare intitolare a questa grande donna una via anche a Palermo .
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