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A Palermo scaccia malanni e tempeste: è la pietra (miracolosa) di Santa Rosalia, la storia

Si trova sul Monte Pellegrino. Tradizione vuole che, in caso di burrasca, si metta sul davanzale o si tiri per strada recitando una preghiera

Gianluca Tantillo
Appassionato di etnografia e storia
  • 7 luglio 2025

Illustrazione di Santa Rosalia con la pietra

Salve, sono Troy McClure. Forse vi ricorderete di me per "Sant’Onofrio Pilusu, senza casa né pirtusu", il santo che fa trovare marito alle zitelle” o per “Santa Lucia, che tutte le arancine si porta via!”. Oggi, tuttavia, parleremo dell’utilizzo alternativo di alcuni santi, compreso la prima santa patrona di Palermo, famosa per aver liberato la città dalla peste nel 1624 e del suo potere nascosto che non tutti conoscono.

Da che mondo è mondo, l’uomo è sempre antropologicamente andato alla ricerca della comodità e non ha mai disdegnato di chiedere qualche favorino a chi stava sopra di lui, financo qualche bella raccomandazione. Da nomade che era, si è stanziato, si è trasferito nelle caverne abusivamente, subito dopo ha richiesto l’assegno familiare, che prevedeva un incentivo per ogni nuovo australopiteco nato.

Così, sin dall’alba dei tempi, si invocavano la dea Madre per la fertilità umana e la fecondità della terra, Il Dio Sole per la fecondità del bestiame e per i cicli stagionali, il Dio dei Morti per le sepolture, gli spiriti della natura per la caccia.

Sin dai tempi antichi l’uomo è, quindi, sempre stato abituato a chiedere favori a chicchessia per trarne un vantaggio personale. Già nell’antica Grecia, quando sopra gli uomini c’erano gli dei, i semidei e gli impiegati della Regione, era naturale pregarli, invocarli, supplicarli, affinché intervenissero materialmente per cambiare qualche situazione o avvenimento. È il caso di Atena che protegge Ulisse, di Poseidone che aiuta Teseo, di Artemide che salva la figlia di Agamennone.

Poi arriva l’Impero Romano, e l’imperatore Costantino che dichiara il cristianesimo religione ufficiale dell’Impero. «Troppo burdello!», dice. «Da oggi si prega soltanto a uno!»

Dio è onnipotente, lo si sa, ma di fronte a tutta quella burocrazia, richieste e carte intestate, ad un certo punto inizia a claudicare pure lui, rischiando un esaurimento nervoso. Interviene di nuovo Costantino. «Va bene, potere pregare pure i santi!»

Da quel preciso istante l’uomo comincia a rompere le scatole ai santi per qualsiasi cosa: per questioni serie e per le questioni un po’ meno serie. È in questo modo che i santi devono accollarsi tutta una serie di poteri alternativi che molto probabilmente non avrebbero voluto accollarsi. Facciamo qualche esempio.

San Leonardo da Noblat è protettore dei fruttivendoli, delle partorienti, ma pure dei cavalli e dei ladri. San Disma è protettore dei moribondi e pure dei carcerati, ove la condanna del ladro diventasse esecutiva. San Noè è protettore dei marinai e degli ubriachi: se il diluvio fosse stato vino sarebbe durato due giorni.

San Acario di Noyon, protettore di quelli che hanno un carattere di merda. A questo lo dovrebbero fare santo due volte. Sant’Ivo di Bretagna, protettore degli avvocati (opposizione, vostro onore!). San Tommaso il Moro, protettore dei politici… ha il babbìo, san Tommaso il Moro.

San Claudio di Besançon, protettore dei tornitori, dei fumatori, invocabile anche per guarire i foruncoli (San Topexan). Sant’Ambrogio delle api, Santa Colomba delle colombe, Santa Bona delle hostess, e così via fino all’infinito e oltre.

Quello che forse ci è meno noto, è che anche la nostra amata Santa Rosalia ha un potere alternativo. Oltre al merito di aver liberato Palermo dal morbo delle peste, la Santuzza nostrana è anche quotatissima per essere invocata al fine di calmare bruttissimi e cattivissimi temporali.

Molti credono che la grande àncora, denominata appunto “Àncora di Santa Rosalia”, presente nel santuario, accanto al pozzo, sia lì per questo motivo. Non è proprio così, anche se sempre di un naufragio si tratta. L’àncora è un ex voto del nostromo di una nave mercantile, Filippo Davì, che, durante la Prima Guerra Mondiale, fu silurata da un sommergibile tedesco. Filippo miracolosamente si salvò chiedendo aiuto alla santa, e volle regalarle l’ancora.

La storia dei temporali è più antica in realtà, e si forma durante tutto il ‘600, il ‘700 e l’800, quando numerose navi si salvarono dai terribili naufragi causati da tempeste, invocando proprio Santa Rosalia.

Proprio per questa credenza, fino a qualche anno fa, forse qualche decade, presso le bancarelle attorno al santuario, andavano a ruba le famosissime pietre di Santa Rosalia. In caso di temporale bastava esporre la pietra fuori dal davanzale o gettarla per strada o nel porticato, per calmare immediatamente le condizioni atmosferiche.

Il bigliettino che si trovava nella confezione della pietra riportava le seguenti parole: «La pietra di Santa Rosalia è una pietra cristallina del Monte Pellegrino e la tradizione dice che di questa pietra, che copriva la botola dove si trovavano le ossa della Santuzza, al contatto con i bubboni della peste faceva scomparire il male. Ma questa pietra aveva anche un’altra funzione, ossia allontanava le tempeste; quando si avvicinava una forte burrasca, la pietra, si diceva, che cambiasse colore diventando scura. La tradizione vuole che si lasciava sul davanzale di una finestra o si lanciava per strada, recitando una preghiera, aspettando che la tempesta cessava la sua forza».

Chi se ne ricorda, ne parla esprimendone i pareri più contrastanti e disparati. C’è chi dice che “si trattava solo una truffa, volta riempire i portafogli dei venditori”, chi “funzionava, ha sempre funzionato, funziona ancora” e chi “la mia dirimpettaia lanciandola in mezzo la strada, dal balcone, mi ammazzò la jatta”. Dove sta la ragione non lo sappiamo, non lo sapremo, non vogliamo nemmeno sapere. In fondo la fede è un mistero.

Quella, invece, di invocare i santi per qualsiasi cosa rimane un’abitudine, un folclore, che continua a fare parte del costume dei siciliani; c’è chi ha i propri santi in paradiso, c’è chi ha i propri santi alla Regione. Per i primi, ricordatevi di non esagerare con le richieste, per i secondi, che i telefoni sono spesso sotto controllo….
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