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Addio a Robert Redford: quella volta che il grande regista premiò il cinema siciliano

Attore, regista e produttore americano è morto nel sonno all'età di 89 anni. Nel 2016 premiò "Sicilian Ghost Story" dei registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

Balarm
La redazione
  • 16 settembre 2025

Robert Redford

Lutto nel mondo del cinema. Addio a Robert Redford, se ne va uno dei più grandi registi e attori americani di sempre. È morto nel sonno a 89 anni, nella sua casa nello Utah.

Tra i suoi film più importanti si ricordano "A piedi nudi nel parco", "Butch Cassidy", "La stangata", "I tre giorni del Condor", "Il grande Gatsby", "Tutti gli uomini del presidente" e "La mia Africa".

Premio Oscar e grande protagonista tra gli anni Sessanta e Novanta, è stato un esempio del cinema di impegno civile. Da sempre liberale e attivo nella difesa dei diritti delle minoranze e dell’ambiente, artista e filantropo, Redford è stato, anche nella vita, il simbolo di un'America generosa e democratica rappresentata spesso dai suoi personaggi.

Ha infatti promosso il movimento del cinema indipendente creando il "Sundance Film Festival", la kermesse dedicata al cinema indipendente che dal 1984 è gestita dal Sundance Institute fondato proprio da Redford e che ha istituito il prestigioso premio "Sundance Institute Global Filmmaking Award", con il quale il regista americano una volta ha anche "premiato" la Sicilia.

Nel 2016 infatti i due registi siciliani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza si sono aggiudicati l'importante riconoscimento per la sceneggiatura del loro secondo film "Sicilian Ghost Story", pellicola che racconta la storia della scomparsa di un ragazzino, Giuseppe. Protagonista è Luna, tredicenne siciliana che non si rassegna alla misteriosa sparizione del suo amico di cui è innamorata. Pur di ritrovarlo, Luna discende nel mondo oscuro che lo ha inghiottito e che ha in un lago una misteriosa via d'accesso. La storia è ispirata liberamente alla vicenda del piccolo Giuseppe Di Matteo.

Non era scontato - come hanno detto i due registi nel ritirare il premio - che una storia così intrinsecamente siciliana piacesse anche così lontano dal nostro Paese.

Un festival che nel corso degli anni ha saputo lanciare registi del calibro di Kevin Smith, Robert Rodriguez e Quentin Tarantino.

Robert Redford nasce a Santa Monica (California), il 18 agosto del 1936. A 19 anni perde la madre per un tumore e inizia un periodo ribelle. Dopo un anno e mezzo all’Università lascia gli studi per girare l’Europa. Al suo ritorno, studia pittura al Pratt Institute e frequenta i corsi dell’American Academy of Dramatic Arts di New York.

Nel 1958 debutta a Broadway e due anni dopo in televisione, dove appare in celebri serie come "Gli intoccabili", "Perry Mason", "Alfred Hitchcock presenta" e "Ai confini della realtà". Due anni dopo arriva l'esordio sul grande schermo nel film bellico "Caccia di guerra". Del cast fa parte anche Sydney Pollack, che una volta diventato regista lo dirigerà in molti film.

Nel 1963 ottiene un enorme successo come protagonista della commedia teatrale di Neil Simon "A piedi nudi nel parco" (che nel 1967 porterà anche al cinema con Jane Fonda).

Nel 1966, per il ruolo del produttore bisessuale sposato con Natalie Wood in Lo strano mondo di Daisy Clover, vince il Golden Globe come miglior attore emergente. Con Jane Fonda e Marlon Brando interpreta il western di Arthur Penn "La caccia" e – diretto da Pollack – il film drammatico "Questa ragazza è di tutti", ancora con Natalie Wood.

Nel 1969 è co-protagonista con Paul Newman del nostalgico western/buddy movie di George Roy "Hill Butch Cassidy" (che ha vinto ben 4 Oscar). Hill dirige di nuovo la magnifica coppia nel 1973 in un altro film cult, "La stangata", (7 Oscar e una candidatura al premio per Redford).

Tra gli anni ’60 e gli ‘80 Robert Redford si fa la fama di sex symbol, grazie a film come il sempreverde "Come eravamo di Sydney Pollack, in cui dà vita a una coppia straordinaria con Barbra Streisand e "Il grande Gatsby" di Jack Clayton, fedele versione del romanzo di Francis Scott Fitgerald, in cui diventa il simbolo di un disperato romanticismo al fianco della radiosa Mia Farrow.

Con un altro idolo degli anni '70, Dustin Hoffman, Redford recita in uno dei capolavori del cinema americano "Tutti gli uomini del presidente", dove interpreta Bob Woodward, uno dei due cronisti politici che scoprono lo scandalo Watergate che porta all’impeachment di Nixon.

Nel 1980 arriva l’esordio dietro alla macchina da presa con il dramma corale "Gente comune", per cui vince l’anno successivo l'Oscar come miglior regista.

Negli anni Ottanta Redford continua a brillare sullo schermo con film come "La mia Africa" con Meryl Streep, diretto ancora una volta da Pollack e premiato con ben 9 Oscar.

Negli anni ‘90, dopo aver interpretato Havana, dirige il melodramma con Brad Pitt "In mezzo scorre il fiume". Nel 1998 dirige e interpreta "L’uomo che sussurrava ai cavalli", dal best-seller di Nicholas Evans. Per il ruolo della figlia sceglie la quattordicenne Scarlett Johansson.

Redford inizia il primo decennio degli anni Duemila dirigendo "La leggenda di Bagger Vance", con Matt Damon, Charlize Theron e Will Smith: con lui lavora di nuovo nel 2001 in uno dei suoi più grandi successi commerciali, "Spy Game" di Tony Scott. Nel 2002 riceve un Oscar alla carriera.

Nel 2007 dirige di nuovo Meryl Streep, dopo 22 anni, in "Leoni per agnelli". Nel 2012 il suo ultimo lavoro da regista con "La regola del silenzio".
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