Qui puoi vedere i fenicotteri rosa: in volo (nell'unico) bacino naturale della Sicilia
Anche se questo luogo da anni è stato spesso oggetto di siccità questa non è la prima volta che i fenicotteri scelgono questo lago. Può segnalare cambiamenti importanti
Nel cuore della Sicilia centrale, nei pressi di Enna, il lago di Pergusa, unico bacino naturale dell’isola, è stato visitato negli ultimi giorni da alcuni splendidi fenicotteri rosa (noti anche come Phoenicopterus roseus), una specie che è stata vista spesso in questo bacino, da anni soggetto a frequenti problemi di siccità.
Questa non è la prima volta che i fenicotteri scelgono questo lago. Secondo quanto riportato da fonti locali, nel settembre 2022 erano otto gli esemplari che hanno fatto sosta a Pergusa durante la loro migrazione. Il recente avvistamento assume un valore emblematico: da un lato è motivo d’entusiasmo, ma dall’altro riflette anche lo stato vulnerabile dell’habitat in questione, che un paio di anni fa ha rischiato di scomparire a causa della carenza d’acqua e ai noti problemi di gestione delle risorse idriche, tanto da indurre le associazioni ambientaliste a denunciare come “il lago era quasi completamente sparito”.
Al suo posto era rimasto una chiazza nerastra di fango umido pronta ad essiccarsi al sole. I fenicotteri rosa non sono specie stanziale abituale del lago di Pergusa: non vi nidificano infatti in maniera regolare, come si può osservare nelle regioni umide della Sicilia Occidentale o sud orientale. Essendo attratti da acque basse, ricche di microfauna di cui possono nutrirsi (i fenicotteri si nutrono soprattutto di piccoli crostacei, larve e di sedimenti, che riescono a filtrare tramite dei speciali fanoni presenti nel loro becco), l’avvistamento dei fenicotteri a Pergusa può segnalare cambiamenti idrologici e ambientali molto importanti, che delineano uno stato di salute precario da parte del bacino.
Come evidenziato da Legambiente qualche anno fa, la comparsa di questa specie può essere “un segno della natura … ma anche e soprattutto il segno di una crisi in atto”, in grado di descrivere la drammaticità della situazione. Al di là infatti dell’aspetto ornitologico, che consente di vedere questo avvistamento come una grande opportunità per vedere i fenicotteri in un luogo in cui non si trovano spesso, la presenza di questi uccelli può essere letta come un campanello d’allarme. Questi uccelli amano infatti le acque salmastre e raramente fanno visita a quei bacini in cui le acque sono praticamente dolci.
Il lago di Pergusa sta quindi tendendo a diventare un vero e proprio lago salato, per colpa della lunga crisi idrica, con delle pesanti conseguenze ecologiche per il territorio. Per ripristinare la condizione di partenza, di un lago naturale in cui sono presenti principalmente acque dolci, gli ambientalisti nel corso degli anni hanno proposto diverse soluzioni, locali e regionali, a partire dal ripristino del regimo idrico naturale, alla pulizia dei canali e dalla garanzia di rifornimento di acqua anche nei periodi di siccità.
Se il lago riuscisse a ritrovare una condizione naturale stabile, con acqua sufficiente e habitat sano, potrebbe non solo continuare a ospitare specie migratrici come i fenicotteri, ma tornare ad essere un rifugio vitale per molte altre forme di vita. In questo senso, l’arrivo di questi uccelli potrebbe diventare simbolo di una rinascita, non di un semplice passaggio.
Questa non è la prima volta che i fenicotteri scelgono questo lago. Secondo quanto riportato da fonti locali, nel settembre 2022 erano otto gli esemplari che hanno fatto sosta a Pergusa durante la loro migrazione. Il recente avvistamento assume un valore emblematico: da un lato è motivo d’entusiasmo, ma dall’altro riflette anche lo stato vulnerabile dell’habitat in questione, che un paio di anni fa ha rischiato di scomparire a causa della carenza d’acqua e ai noti problemi di gestione delle risorse idriche, tanto da indurre le associazioni ambientaliste a denunciare come “il lago era quasi completamente sparito”.
Al suo posto era rimasto una chiazza nerastra di fango umido pronta ad essiccarsi al sole. I fenicotteri rosa non sono specie stanziale abituale del lago di Pergusa: non vi nidificano infatti in maniera regolare, come si può osservare nelle regioni umide della Sicilia Occidentale o sud orientale. Essendo attratti da acque basse, ricche di microfauna di cui possono nutrirsi (i fenicotteri si nutrono soprattutto di piccoli crostacei, larve e di sedimenti, che riescono a filtrare tramite dei speciali fanoni presenti nel loro becco), l’avvistamento dei fenicotteri a Pergusa può segnalare cambiamenti idrologici e ambientali molto importanti, che delineano uno stato di salute precario da parte del bacino.
Come evidenziato da Legambiente qualche anno fa, la comparsa di questa specie può essere “un segno della natura … ma anche e soprattutto il segno di una crisi in atto”, in grado di descrivere la drammaticità della situazione. Al di là infatti dell’aspetto ornitologico, che consente di vedere questo avvistamento come una grande opportunità per vedere i fenicotteri in un luogo in cui non si trovano spesso, la presenza di questi uccelli può essere letta come un campanello d’allarme. Questi uccelli amano infatti le acque salmastre e raramente fanno visita a quei bacini in cui le acque sono praticamente dolci.
Il lago di Pergusa sta quindi tendendo a diventare un vero e proprio lago salato, per colpa della lunga crisi idrica, con delle pesanti conseguenze ecologiche per il territorio. Per ripristinare la condizione di partenza, di un lago naturale in cui sono presenti principalmente acque dolci, gli ambientalisti nel corso degli anni hanno proposto diverse soluzioni, locali e regionali, a partire dal ripristino del regimo idrico naturale, alla pulizia dei canali e dalla garanzia di rifornimento di acqua anche nei periodi di siccità.
Se il lago riuscisse a ritrovare una condizione naturale stabile, con acqua sufficiente e habitat sano, potrebbe non solo continuare a ospitare specie migratrici come i fenicotteri, ma tornare ad essere un rifugio vitale per molte altre forme di vita. In questo senso, l’arrivo di questi uccelli potrebbe diventare simbolo di una rinascita, non di un semplice passaggio.
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