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Bellissima ma super inquinata: nell'aria di Palermo volteggia un nemico invisibile

Non va affatto bene: il "treno verde" di Legambiente è stato a Palermo per analizzare la qualità dell'aria, a quanto pare respiriamo ogni giorno smog e polveri sottili

Balarm
La redazione
  • 22 febbraio 2019

Porticciolo turistico La Cala (foto di Gero Cordaro)

Destano preoccupazione i picchi di smog registrati in alcune aree della città di Palermo e in particolare nella zona del porto.

Questi dati sono principalmente legati al traffico, ingorghi, soste selvagge, orari da bollino rosso, che rappresentano purtroppo ancora le condizioni in cui ogni giorno i cittadini si muovono in città. Anche se, in media, i valori di polveri sottili restano per lo più contenuti nei limiti stabiliti dalla normativa, occorre attivare al più presto politiche di mobilità urbana per disincentivare l’uso delle auto private e tutelare così la salute dei cittadini.

È la fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, che da Palermo ha ripreso il suo tour sui binari d’Italia per disegnare un futuro con mobilità a zero emissioni.

Al centro del viaggio c’è come sempre l’attività di monitoraggio dellaqualità dell’aria, realizzata grazie al progetto di Citizen Science di Legambiente Volontari per Natura, con l’obiettivo di valutare l’esposizione all’inquinamento atmosferico, spesso inconsapevole, a cui i cittadini sono sottoposti quotidianamente.
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Il monitoraggio è stato realizzato nelle giornate del 15 e 16 gennaio scorso in otto punti critici della città di Palermo, dove sono state portate avanti misurazioni hot spot di un’ora delle polveri sottili (Pm10), con particolare attenzione ai picchi di inquinanti registrati.

La situazione più critica è quella registrata all’entrata del porto su via Francesco Crispi, dove i valori di polveri sottili (Pm10) registrati sono stati di 59,4µg/mc.

Qui si sono registrati anche i picchi più elevati: per qualche minuto si sono raggiunti i 143µg/mc e in altri momenti i valori sono arrivati anche intorno ai 120 µg/mc. Su via Maqueda, invece, la media oraria è stata di 17,1µg/mc (siamo in un’area pedonale); nell’area di Cala di fronte al porticciolo la media è stata di 21,3µg/mc; al Ponte Giafar di 29,5µg/mc. All’Istituto magistrale Finocchiaro la media oraria è stata di 39,1µg/mc, con un picco che ha raggiunto i 60µg/mc tra le 8:00 e le 8:05, cioè in corrispondenza dell’entrata a scuola degli studenti.

Nella zona del Tribunale in piazza Vittorio Emanuale Orlando invece la media è stata di 26,4µg/mc, con un picco di 51µg/mc in almeno quattro occasioni durante l’ora serale di campionamento (tra le 19:00 e le 20:00). Infine in piazza Indipendenza è stata registrata una media di 11,7µg/mc e di fronte la Stazione Centrale di 9,9µg/mc.

Nelle città portuali come Palermo, inoltre, le navi, specie quelle da crociera, contribuiscono in maniera rilevante all’inquinamento atmosferico a causa di motori alimentati da olio combustibile pesante (HFO) – carburante ad alto contenuto di zolfo residuato dalla raffinazione del petrolio – che emettono anidride solforosa in misura fino a 3.500 volte superiore a quella dei motori delle automobili e producono emissioni pari a quelle prodotte da migliaia di auto ferme al semaforo con motore acceso per 10-12 ore.

Il recente rapporto della European Environment Agency (EEA) stima che nelle regioni portuali, circa il 55-77% delle emissioni totali di inquinanti atmosferici proviene dalle navi.

È quindi necessario che vengano applicate con rigore le norme previste in particolare per quanto riguarda il tenore di zolfo dei combustibili per uso marino.

Lo stesso recente Piano Regionale di Tutela della qualità dell’aria in Sicilia ha previsto l’elettrificazione delle banchine dei porti di Palermo, Catania ed Augusta sollecitando rapidi tempi di attuazione proprio per ridurre l’inquinamento prodotto dalle navi nei porti siciliani.
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