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Ci ascoltavi jazz (e non solo), c'era un piccolo drago: gli anni dell'Antiterra a Palermo

Un'associazione culturale in un seminterrato di piazza Leoni di circa 400 metri quadrati dove suonare, ballare, ascoltare musica e perfino cucinare. La storia

  • 7 luglio 2025

È il 1985 quando a Palermo, Carlo Saladino - 25 anni, vuole aprire una sorta di jazz club dove si può anche ballare. Nasce così "l'Antiterra", un nome che proviene da un concetto di perfezione, un altrove geografico quasi extraterrestre, un numero perfetto, un luogo incontaminato.

Il simbolo dell'Antiterra è un piccolo drago, il numero 10 dei tarocchi che rappresenta la fortuna; un invito a cogliere il momento giusto per agire.

«A Palermo mancava un locale di quelli dove ogni sera si poteva fare qualcosa di diverso», ricorda Saladino, che era studente in Geologia, quando fonda un'associazione culturale in un seminterrato di piazza Leoni di circa 400 metri quadrati, di fronte all'odierno rifornimento di benzina.

All'Antiterra, inizia, quindi, una stagione di nicchia e di respiro culturale. In quel posto si respira musica colta. Sono gli anni in cui in città, grazie al Brass di via Duca della Verdura, si può ascoltare un bel jazz.

Infatti Carlo Saladino affiderà la direzione artistica al suo amico Riccardo Lo Bue, contrabbassista. All'Antiterra sono tanti i ragazzi che vogliono suonare uno strumento ma soprattutto nel club di piazza Leoni si esibiscono grandi musicisti come Romano Mussolini al piano, Carlo Cerri alla chitarra, Sal Genovese al sax, Giovanni Genovese alla tromba, Enrico Intra al piano.

Quel club è molto frequentato anche da diversi musicisti della città. Sono giovani, talentuosi, e vogliono suonare. Diego Spitaleri, Sebastiano Alioto, Rosario Vella e Marcello Mandreucci solo per fare qualche nome.

«Ricordo che Mandreucci decise di dare il nome al suo gruppo di musica americana chiamandolo "Barber Shop" una sera all'interno dell'Antiterra».

L'Antiterra è un posto con serate dedicate, sempre pieno, sempre ricco di novità. «Registravamo incassi importanti. In tre anni abbiamo emesso più di quindicimila tesserati! Studiavo dopo la chisura del locale fino alle 9 del mattino quando dovevo andare all'Università», continua a ricordare Saladino.

I giovani palermitani possono diventare soci tesserandosi al costo di diecimila lire mensili. Che gente entrava all'Antiterra? «Di tutti i tipi, in quel periodo c'erano i "Vespri siciliani"», risponde prontamente Carlo Saladino. Entrava tanta gente, ma sicuramente gente interessata a quella musica».

Saladino continua a ricordare come si trovasse «spesso al bar per preparare i Negroni, per il resto si vendeva tanta birra e cocktail con il costo massimo di cinque mila lire».

Saladino racconta le attività in programmazione: «il martedì giochi da tavolo; a disposizione dei soci, come il "Monopoli", il "Risiko", il "Trivial", "Il gioco dell'oca", "Dama e Scacchi"; il mercoledì c'è la televisione con grande schermo e il videobim (un proiettore ad alta risoluzione).

Il giovedì invece si cucina: nasce una rassegna culinaria con la tradizione culinaria indiana, greca, spagnola, tunisina, cinese e palermitana anticipando l'idea di cucina multietnica.

Il venerdì si ballava. Il ballo del venerdì ha avuto un grande successo anche perchè spesso in consolle c'era Maurilio Prestia che selezionava brani come quelli di Miles Davis. il sabato e la domenica c'era la musica dal vivo».

Quando si suonava musica dal vivo gruppi e generi di spicco come "Morbo Rambling Band" del rock-blues, "Nikotina" della New-wave, "Aes Dana" del folk irlandese, Marcello Mandreucci del country-blues, "Gianni Cavallaro quintet" del jazz, "Lo Cascio-Spitaleri New Ensemble" e "Cinzia Spata Unit" per il jazz-fusion.

Il primo anno nel tetto pendono tele di iuta e un arredamento spartano occupa lo spazio dell'Antiterra. «L'anno successivo - continua Saladino - ho provveduto a ristruttarare il locale con delle regole a norma partendo dal controsoffitto, moquette ignifuga, e altri accorgimenti che fecero dell'Antiterra un locale meraviglioso».

In prossimità della Laurea, nel 1988, Carlo Saladino decide di concludere l'esperienza dell'Antiterra per iniziare una vita da geologo e da imprenditore con la passione per il libri.
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