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Come avere una cartolina davanti agli occhi: un angolo di paradiso eoliano sarà tutelato

L'erosione costiera ha messo a repentaglio uno dei punti panoramici più belli delle isole Eolie: oggi è stato messo in campo un piano per salvaguardare questo paradiso

  • 11 maggio 2020

Il laghetto di Punta Lingua a Salina (foto Dario La Rosa)

Le cose belle devono essere preservate, ancora di più se fanno parte di un patrimonio naturalistico che rischia di essere spazzato via. Di questi luoghi che riempiono l'animo, in Sicilia ce ne sono tanti, uno di questi è il laghetto di Punta Lingua di Santa Marina Salina.

Cho lo ha visto dal vivo lo sa, è uno specchio d'acqua che all'alba o al tramonto regala vere e proprie cartoline per gli occhi. Si tratta di un laghetto che serviva per l'estrazione del sale, con un faro sulla punta che aggiunge fascino all'area.

Il laghetto, un po’ come avviene per lo stagione di Marsala, era il luogo perfetto perfetto per estrarre il sale. La tecnica ancora oggi usata a Marsala è quello delle vasche di raccolta che pian piano si svuotano lasciando il sale da raccogliere.

A Salina il sale non si estrae più ma il laghetto è certamente uno dei punti più belli dell’isola, così come l’intera frazione di Lingua. Proprio in questo posto è stata rinvenuta la presenza di vasche per la produzione del sale, che fin dall’epoca romana erano utilizzate per la sua estrazione, per la conservazione e l’esportazione di prodotti tipici locali. E il nome attuale dell’Isola, Salina, deriva proprio da questa attività.

Solo che il lago e il faro, diventato museo del Sale e del Mare, sono a rischio diessesto idrogeologico. Per fortuna, però, la macchina dei lavori pubblici è all'opera e la Regione Siciliana ha aggiudicato la gara d'appalto per mettere in sicurezza il lago e l'intera frazione di Lingua, dove è meraviglioso passeggiare durante le notti d'estate.

Già agli inizi degli anni Ottanta i flutti avevano quasi distrutto il laghetto. Successivamente, una serie di esondazioni minacciarono il centro abitato e l’area archeologica in cui sorge il reticolato delle vasche. Oggi, la nuova speranza per questo luogo.
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