MOBILITÀ
Come sarà la Pedemontana di Palermo: vi sveliamo quali sono i tre percorsi (possibili)
A che punto è la nuova tangenziale: Anas ha formulato 3 percorsi con svincoli, gallerie e viadotti. Un video tutorial ne spiega i dettagli, tra analogie e differenze
La nuova mega opera dovrebbe essere un'alternativa alla circonvallazione e dovrebbe infatti servire ad alleggerirne il traffico. Secondo quanto prevede il progetto, grazie alla pedemontana i tempi di percorrenza per collegare le due autostrade A19 e A29 dovrebbero passare dai 45 minuti attuali (che è il tempo medio che ad oggi si impiega per percorrere Viale della Regione Siciliana) ai 13-14 minuti.
Ci sarebbe insomma un notevole risparmio medio di circa 30 minuti. Un tempo non trascurabile considerando che raggiungere prima la A29 significa anche arrivare prima a luoghi strategici come l'aeroporto Falcone-Borsellino.
La realizzazione dell'opera è affidata ad Anas e in questa fase si sta lavorando appunto al progetto. Dopo aver presentato la prima ipotesi di tracciato (di circa 20 chilometri, quasi la metà dei quali in galleria) a gennaio 2023, sono seguite diverse riunioni tecniche tra i vertici Anas, Regione Siciliana e il gruppo di progettazione incaricato.
Il calendario con le date delle riunioni verrà reso pubblico da Anas nei prossimi giorni.
Durante il dibattito saranno presentate le tre alternative progettuali formulate da Anas, tra cui i partecipanti al dibattito saranno chiamate a scegliere.
In questo video, l'ingegnere Roberto Di Maria, ricercatore esperto di mobilità e autore di "Sicilia in Progress", spiega in modo semplice le tre alternative progettuali. Una di queste diventerà il percorso vero e proprio della pedemontana.
Sostanzialmente il tracciato principale resta lo stesso (tra i 22 e 23 chilometri), così pure la dimensione della strada (con una larghezza complessiva di 25 metri di categoria “Autostrada extraurbana” di tipo “A”) e i punti di inizio e fine, con gli innesti principali alle due estremità nella zona dell’ospedale Cervello e in prossimità di via Giafar.
Si differenziano, invece, per il numero di svincoli intermedi previsti, numeri di viadotti (6 nelle prime due e 8 nella terza) e di gallerie (4 nella prima e 5 nelle altre due).
In particolare, nella prima ipotesi progettuale si prevedono tre svincoli, di cui uno intermedio Svincolo Basile. Come spiega l'ingegnere Di Maria: «Lo svincolo consente il collegamento della nuova infrastruttura con il corridoio del Belice tramite la SS 624 e con l’area metropolitana e le zone centrali di Palermo tramite la via Ernesto Basile.
Le rampe dello svincolo Basile intercettano la Statale per Sciacca attraverso una rotatoria, mentre la continuità della SS 624 è garantita da un cavalcavia».
Nella seconda alternativa progettuale si prevedono invece 4 svincoli, ossia uno intermedio in più rispetto: oltre allo Svincolo Basile è previsto il "semi-svincolo Boccadifalco".
Spiega sempre Di Maria: «Lo svincolo consente il collegamento della nuova infrastruttura con la zona centro nord tramite via Leonardo Da Vinci e viale Michelangelo. Le rampe dello svincolo Boccadifalco intercettano Via Roccazzo/Via Luigi Sarullo richiedendo l’inserimento di una rotatoria tra Via Roccazzo e Via Francesco Tucci».
Nella terza alternativa, infine, si prevede l'aggiunta di un terzo svincolo intermedio. Oltre quindi a Basile e Boccadifalco, il terzo percorso prevede lo Svincolo Monreale.
«Lungo il Viadotto Monreale si prevede lo Svincolo di Monreale - spiega ancora l'esperto di "Sicilia in progress" - che consente il collegamento della nuova infrastruttura alla SS 186 ed ai paesi che si sviluppano lungo il suo percorso (Monreale, Borgetto, Partinico), oltre a consentire la connessione con il centro dell’area metropolitana tramite corso Calatafimi.
Le rampe, interamente in viadotto, dello svincolo a livelli sfalsati intercettano la SS 186 per Monreale attraverso una rotatoria (Rotatoria Monreale – SS186)».
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