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Dalla Sicilia all'Australia (e ritorno): Carmelina da 30 anni porta i turisti nell'isola

Questa è una di quelle storie che a raccontarla si potrebbe pensare ad una di quelle sceneggiature da film che prima di arrivare al lieto fine, fanno stare tutto il tempo con il fiato sospeso

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 25 gennaio 2022

Carmelina Ricciardello

Questa è una di quelle storie che a raccontarla si potrebbe pensare ad una sceneggiatura da film, di quelle che prima di arrivare al lieto fine, fanno stare tutto il tempo con il fiato sospeso.

Tra passato, presente e un futuro ancora tutto da vivere Carmelina Ricciardello, 65 anni di energia e vitalità sotto una testa di riccioli biondi brizzolati, ci racconta una vita rocambolesca con quel tipico accento che rivela gli emigranti italiani anglofoni, che intercalano l’italiano con qualche vocabolo dialettale unito ad uno slang originario di madre patria acquisita.

Siamo nell’ Australia degli anni sessanta, lontanissima per distanza ma anche per cultura, chiusa in un isolamento strettissimo e molto diversa dallo spirito americano, meno accogliente se pur con le stesse opportunità e le chance per cambiare vita, in una società locale non sempre vocata all’accoglienza di immigrati.

Ha solo 7 anni quando insieme alla mamma con fratello in arrivo e un altro piccino come lei, attraversano l’Oceano per traferirsi da un piccolo paese della Sicilia in un luogo migliaia di volte più grande, ovvero, l’ultimo continente scoperto, l’ultima frontiera degli immigrati in cerca di nuova vita e di un futuro migliore.
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Una vita non facile la sua: la scomparsa prematura del padre dopo appena sei mesi dal suo arrivo lasciano lei, i suoi fratelli e la madre soli in un paese totalmente sconosciuto, come il suo matrimonio interrotto dopo appena cinque anni per riconquistare una libertà che la porterà in rotta con la famiglia. Eventi terribili che non le toglieranno la forza e il coraggio della sua determinazione.

Eppure, forse proprio quel viaggio lunghissimo per arrivare dall’altra parte del modo l’ha predestinata e fatto scaturire in quella bimba la curiosità per la scoperta, per mondi differenti, luoghi con culture diverse e per l’avventura che l’hanno condotta a lavorare nel turismo, e dopo anni riportata qui nella sua terra d’origine, quella Sicilia alla quale è rimasta legata ricordandola come una terra dalla mille meraviglie, amandola fino al punto di investirci il suo futuro.

Dal 1994 - prima ancora che si parlasse di quello che oggi chiamiamo turismo esperienziale - gruppi di australiani, americani e di altre nazionalità la seguono in questo triangolo di mondo e con lei camminano alla scoperta di realtà locali al di là delle note mete conosciute, che restavano nello stereotipo di tutti i tour operator, bellissime sicuramente ma non uniche destinazioni per lei.

C’era molto di più da vedere e, soprattutto, la Sicilia non era quella delle copertine di pochi posti mitici: questa terra è tutto un grande mito, una continua scoperta da vivere intensamente attraversandola. Con questa consapevolezza unita alla conoscenza e alla voglia di proporre un'offerta diversa e più accattivante di quella standardizzata, inizia la sua attività, associando ai percorsi i sapori locali, i saperi artigianali e gli incontri tra gli abitanti unendoli alla bellezza naturale, a quella dei beni artistici delle città e dei paesi.

Provenendo dalla piccola Sinagra, paese in provincia di Messina, aveva conservato la memoria dell’atmosfera dei piccoli luoghi, dei cortili, gli odori dei profumi e il gusto dei sapori, la musica dei suoni e il sapere delle tradizioni ma, sopra ogni altra cosa, aveva stampata negli occhi l’immagine della vita che animava quel borgo e le persone che lo abitavano.

Era quella la sua idea e lo è ancora oggi, la modalità per vivere il viaggio e partendo dai suoi abitanti, dal valore della cultura vissuta non passivamente ma in maniera attiva e coinvolgente, a stretto contatto con la vita vera, quella che si può toccare mettendo le mani in pasta. Affascinata dal minuscolo borgo marinaro di Sant’Ambrogio affacciato sull’orizzonte del Tirreno, a pochi chilometri dalla famosa Cefalù ma molto meno caotico e affollato della cittadina normanna, nel 2004 decide di rimanerci.

Qui prende vita il primo esperimento che la farà diventare il punto di riferimento della comunità per il lancio turistico, la porterà a conoscere tutte le alte Madonie, la catena appenninica alle spalle e camminare sui sentieri che attraversano il parco.

Dal dialogo con la comunità inizia a pensare all’ospitalità dentro quelle case semplici ma rustiche, spartane ma autentiche che insieme ai vicoli, ai cortili, ai giardini di arance e d’ulivo, alle terrazze affacciate sul mare che diventano i luoghi dell’accoglienza, materializzando quella che era soltanto un’idea in una realtà, una piccola economia di scala popolare. La chiave di tutto è il contatto diretto con la popolazione e, soprattutto, dall’incontro con le donne del borgo che venne quella condivisione che aprí le serrature delle esperienze, della convivenza tra abitanti e visitatori che scoprono la cultura, il saper fare, la cucina, i cibi e i prodotti locali, la lingua e l’identità, mentre lo stare insieme diventa unione.

Questo ricordo da raccontare tornando a casa ha funzionato con quel passa parola che diventa virale più di un pay off, un messaggio efficace oltre ogni altro slogan pubblicitario. Presa la decisione di dismettere la sua attività, la trasferisce a qualcuno più giovane - ma solo anagraficamente -insieme a tutto il know how, il suo patrimonio delle esperienze e delle attività accumulate negli anni, convinta che questa eredità non dovesse disperdersi con lei, ma servire a dare continuità e futuro al territorio nel quale lei crede e dare una opportunità a chi voleva lavorare con il turismo innovativo ma autentico.

Carmelina oggi vive tra la sua Sicilia, l’Australia dove rimane ancora la sua famiglia e la Toscana, insieme a Peter il compagno di nazionalità tedesca che la segue e con il quale condivide la sua passione per la natura, la cucina e la gastronomia tipica, lo spirito per l’avventura.

Ad una età nella quale non si pensa più ad andare a scuola, lei intraprende il corso di guida ambientale escursionistica e lo diventa a tutti gli effetti, pensando che ha ancora tanto da fare vedere, da mostrare a chi viene a trovarla nei suoi viaggi dentro la sua isola del cuore.
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