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Dalle strade di Mondello al verde dello Zen: i sogni infranti dal blocco del bando Periferie

Tutto quello che poteva essere ma non è - e per ora non sarà - a causa del blocco dei fondi destinati alle periferie: Zen, Marinella, Sferracavallo e le altre dovranno aspettare

Balarm
La redazione
  • 17 ottobre 2018

Il quartiere Zen di Palermo

ll tram dal centro di Palermo fino a Sferracavallo e Mondello - dove si andavano a rifare le strade - asili, scuole, verde pubblico: il bando (vinto) per la riqualificazione delle periferie è stato lo sparo di cannone per un sogno a occhi aperti.

Istituzioni e ordini professionali, imprenditori e creativi, università e residenti hanno riletto le esigenze dei cittadini delle aree più estreme della città per ripensarle e rinnovarle con interventi di sicurezza, crescita sociale, recupero architettonico, di infrastrutture e trasporti

Le aree della città che sarebbero state riqualificate sono Brancaccio, Mondello, Tommaso Natale, Sferracavallo, Zen e (la) Marinella.

Tra questi appunto la progettazione del tram che avrebbe collegato il centro con Mondello e Sferracavallo nonché il ripristino dell’illuminazione pubblica e la ristrurazione di alcune palazzine allo Zen e poi parcheggi, fogne, scuole.

A bloccare tutto l’approvazione del decreto Milleproroghe che ferma i fondi fino al 2020: interventi urbanistici, culturali e di inclusione sociale tra maternità e disoccupazione che avrebbero, sì, cambiato la vita a moltissime persone.
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Per questo motivo a Palazzo Bonocore, a Palermo, verrà esposta una panoramica dei 96 progetti finanziati dal Bando Periferie e bloccati dal Milleproroghe, una sorta di mostra che ricordi quello che poteva essere, da vedere fino al 25 ottobre.

La Regione più penalizzata è infatti la nostra: la Sicilia aspettava oltre 200 milioni di euro da dividere per le ex Province di Palermo, Catania e Messina più gli interventi per i singoli Comuni.

E non solo, i posti di lavoro: il Piano periferie prevedeva in totale 2,1 miliardi di euro finanziati dallo Stato e provocava una rete di co-finanziamenti privati (che erano pronti a intervenire) e pubblici di oltre 1,1 miliardi.

Si prospettavano, oltre al netto miglioramento della qualità della vita di tutti, 42mila nuovi posti di lavoro.
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