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Di origini misteriose, oasi per fenicotteri e cigni: dov'è la "terza meraviglia" di Sicilia

Ci sono due storie entrambe misteriose sull'origine di questo luogo incantevole. Scrigno di biodiversità, per visitarlo ci sono anche interessanti tour (gratuiti)

Federica Puglisi
Giornalista
  • 14 aprile 2024

Biviere di Lentini - foto di Nuccio Costa

Ci sono due storie entrambe misteriose sull’origine di questo luogo. C’è chi dice sia stato realizzato dai Templari, c’è chi racconta invece la sua nascita attribuendola a una divinità. Tra fantasia e realtà oggi questo luogo è ricco di fascino e si spera che al più presto possa essere totalmente restituito alla fruizione.

Siamo in provincia di Siracusa, a Lentini, tra le ultime parti settentrionali dei Monti Iblei e la Piana di Catania. Qui si trova il lago di Lentini, noto anche come Biviere, dove negli ultimi anni è cresciuta una rigogliosa e vasta vegetazione e hanno trovato il loro habitat naturale diverse specie di volatili. Ma la sua origine, come detto, è davvero misteriosa.

Secondo alcuni, infatti, tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII, sarebbero stati i Templari a realizzarlo, sbarrando l’alveo del fiume Trigona-Galici per creare una riserva di caccia e di pesca.

Però c’è anche chi dice sia stato creato da Ercole. La divinità recando in dono a Cerere la pelle del leone di Nemea, pare si fosse innamorato dei luoghi. Per questo avrebbe fatto nascere un lago che da lui avrebbe preso il nome. Entrambe le storie sono misteriose, dunque.
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Inoltre venne considerato terza meraviglia della Sicilia nell’Ottocento dal viaggiatore Charles Didière. Nel biviere avrebbero trovato il loro habitat cicogne, aironi, cigni, fenicotteri, mentre era anche utilizzato per la pesca, la caccia, la canna di palude.

Negli anni, poi, sono stati realizzati molti interventi di bonifica perché con il caldo la malaria si diffondeva nel territorio e quindi poteva recare danni alla popolazione. Nell’Ottocento il lago venne prosciugato per bonificare la zona, solo alla fine degli anni Settanta, si pensò alla sua ricostruzione come serbatoio di acqua per uso agricolo e industriale.

Dopo i lavori e gli interventi realizzati e dopo molti anni, il bacino si è riempito dando vita ad un’oasi naturalistica e habitat per la sosta di uccelli migratori e per la nidificazione di molte altre specie. La Lipu ha censito circa 25.000 presenze di volatili, appartenenti a 150 specie diverse.

Cosa resta dunque se non visitarlo? Il biviere di recente è stato restituito alla collettività grazie all’impegno della cooperativa “Badia Lost & Found” che organizza degli speciali tour gratuiti con gli studenti che raccontano la storia di questo luogo.

La cooperativa, infatti, ha una convenzione con l’assessorato regionale competente per la fruizione del sito, in quanto il lago è di proprietà della Regione. Con le loro iniziative si potrà andare ad esplorare il lago, vederne la biodiversità e conoscere le tante curiosità che questo luogo nasconde.

In cantiere ci saranno altre giornate per poter visitare il lago. Per sapere quando verranno promosse le prossime iniziative al biviere si può consultare il sito web della cooperativa "Badia Lost & Found" oppure chiamare il numero 379 2019247.
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