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Due secoli di storia e più di 20.000 oggetti: a Palermo nasce il museo del Mercato delle Pulci

L’amore per questo mercato è nel Dna di Luciano Ienna perché suo padre, Vincenzo, ne fu il fondatore. La storia di una delle collezioni più importanti custodite in città

  • 5 marzo 2021

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La memoria di un popolo, fatta di mestieri, usanze, oggetti che sono espressione del tempo, si custodisce spesso grazie all’amore del singolo che, con tenacia e perseveranza, fa sì che questo patrimonio giunga alle nuove generazioni.

Ha agito in questo senso Luciano Ienna che, sin da bambino, ha sentito il richiamo di oggetti che oggi tornano a vivere grazie al "Museo del mercato storico delle pulci di Palermo".

L’amore per questo mercato è scritto nel DNA di Luciano perché suo padre, Vincenzo, fu il fondatore dello storico Mercato delle pulci, e in quella stessa baracca, che si trova in piazza Domenico Peranni 33, è nato, ultimo di una famiglia numerosa.

«Mi definisco un custode di parte della memoria storica di Palermo. Sin da piccolo ho sentito forte il richiamo di ogni oggetto che tenevamo nella nostra bottega e quando si vendeva qualcosa era quasi un trauma per me. Ma dovevamo vendere per vivere».

Il Museo che, in accordo con le ordinanze nazionali in materia di contenimento del Covid-19 aprirà al pubblico dal 27 marzo - con modalità che verranno comunicate sulla pagina Facebook del museo così da evitare assembramenti - contiene migliaia e migliaia di oggetti che vanno dal Settecento agli anni ’50 del Novecento.
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Principalmente sono oggetti siciliani ma c’è anche qualche esemplare internazionale.

«Non penso di esagerare dicendo che la mia sia una delle collezioni più importanti; al momento penso vi siano almeno 20.000 esemplari. Tutta la struttura che ospita il museo è tappezzata di oggetti, dalle pareti fino al tetto.

Anche all’esterno ho voluto mettere degli oggetti significativi per me: ci sono appese due sedie e una bicicletta di quando ero piccolo. Voglio che il Museo sia individuabile da fuori, a distanza perché custodisce la memoria di tutti noi siciliani».

Entrando, ci assicura, Luciano, si respira la quotidianità di secoli passati, in un percorso che sollecita tutti i sensi.

«Ho pensato di realizzare un luogo dove si possono toccare gli oggetti, senza vetrine, dove si possono annusare (sono presenti cuoi e saponi antichi) e anche ascoltare grazie ai giocattoli ancora funzionanti».

Luciano Ienna è anche un abile presepista e alla passione per ogni singolo oggetto - non ce ne è uno più importante dell’altro ci assicura - ha aggiunto nell’allestimento una cura particolare.

Visitare questo Museo rappresenta un’occasione unica per riscoprire anche antichi mestieri che oggi non esistono più ma che hanno fatto la storia dell’Isola.

Tra i tanti utensili da lavoro, infatti, ci sono anche quelli del “cuonza lemmi” ovvero i ferri del mestiere di chi riparava, a domicilio, i piatti rotti ricevendo in cambio, come pagamento, più probabilmente del cibo che non denaro.

Il Museo del mercato storico delle pulci, realizzato totalmente in maniera privata con l’Associazione In fides mirabilia fondata da Ienna, prima a Gangi (dove è rimasto attivo per quattro anni con grande riscontro di visitatori), mira a diventare un punto di riferimento eccezionale per il mantenimento della cultura siciliana nel capoluogo.

In quest’ottica, infatti, appena possibile, verranno organizzate anche visite guidate ad hoc per le scuole così da condividere gli antichi saperi con le nuove generazioni e mantenere vivo il ricordo.

A dispetto del fatto che Luciano Ienna sia residente ad Augusta e che non goda di ottima salute ci tiene a sottolineare che sarà lui stesso presente ad accogliere quanti vorranno andare a scoprire il Museo.

«Mi sento di dire che io stesso sono parte del Museo. Tutto quello che oggi contiene l’ho voluto fortemente, pezzo dopo pezzo, e mi sembra doveroso raccontarne ogni storia o aneddoto.

Con grandi sacrifici e sforzi, miei e della mia famiglia, sono riuscito finalmente a realizzare questo sogno che nutro da bambino e che finalmente vede la luce nella sua sede più naturale e cioè a Palermo. Per me il mercato delle Pulci è Palermo».
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