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È chic ma la chiamano "scupa di voscu": la magia senza tempo di una pianta in Sicilia

Visibile e riconoscibile, quindi da ammirare anche in autunno, a primavera quando è in piena fioritura, è ricchissima con fiori a grappolo di color bianco crema

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 26 settembre 2025

Erica arborea

Con la sua radice si realizza uno dei simboli più “chic e ed eleganti” dell’immaginario nobile, il suo profumo è inebriante, ha proprietà naturali straordinarie e le sue leggende sono legate alla magia e alla mitologia! Scopriamo una delle essenze che popolano i boschi della Sicilia e sicuramente abbiamo incontrato tante volte senza mai riconoscerla.

La nostra terra è fatta di luoghi straordinari, di paesaggi mozzafiato, di prodotti dell’agricoltura e del mare che danno vita a sapori di una gastronomia varia quanto mai si può immaginare, ma oltre a questo è senza dubbio l’isola dei profumi e delle essenze che emanano erbe e vegetazione di un habitat naturale che copre ettari di boschi, pascoli e macchia mediterranea.

Tra i sentieri delle riserve e dei parchi come nelle campagne ci si può imbattere in vere e proprie immersioni di sentori che è possibile assaporare in tutte le stagioni, lungo i sentieri da percorrere a piedi durante escursioni e passeggiate in natura. Incontriamo una di queste piante che sanno di magia e leggenda: l’erica arbora che scresce copiosa e perfettamente a suo agio sui nostri terreni, in vere e proprie distese ad esempio sulle Madonie e sui Nebrodi tra le sughere e i lecci, gli alti alberi della famiglia delle quercus.

Visibile e riconoscibile, quindi da ammirare anche in questa stagione, a primavera quando è in piena fioritura, è ricchissima con fiori a grappolo di color bianco crema tra i più profumati della specie. È un’essenza tipica e cresce spontanea in quella che viene detta vegetazione della macchia mediterranea, appartenente alla famiglia delle Ericaceae, nei paesi del nord è un piccolo arbusto sempreverde dalla corteccia rossastra che alle nostre latitudini raggiunge invece altezze considerevoli. Iniziamo con le curiosità a partire dal suo nome: deriva dal greco "ereiken" che significa rompere forse riferito alla fragilità dei fusti o allo scoppiettio del legno sotto l'azione della fiamma.

Viene detta anche come “scupa di voscu” – scopa di bosco - per i suoi lunghi e numerosi rami fitti che si trasformano appunto in un uso “quotidiano antico”, della tradizione contadina… e non soltanto! Con i suoi rami essiccati si costruivano le scope per la casa impiegate anche per la pulizia dei templi, poiché veniva considerata una pianta purificatrice, e per le stesse virtù spirituali attribuitegli, in passato il legno lo vedevamo impiegato anche per la cottura del pane destinato ai rituali sacri.

Usanza ancora attuale e scaramantica, specialmente per le case nuove, quella di dare una “spazzata” agli ambienti con una scopa di erica perché così venivano purificati e, inoltre, bruciarne qualche ramo essiccato come se fosse un incenso per tenere lontani gli spiriti maligni.

La magia senza tempo dell’erica è quindi considerata da sempre e ritenuta una delle piante taumaturgiche più potenti: la liberazione dalle energie negative, che simboleggia la purezza, e ancora rappresenta la speranza che i nostri desideri e quelli di chi amiamo riescano prima o poi ad avverarsi.

Tornando al nostro incipit di apertura la cosa più straordinaria è la caratteristica della sua radice, ovvero l’alta resistenza al calore e quindi anche agli incendi, un legno a lunga resistenza adatto per la lunga combustione e l’elevato potere calorifico, che lo trasformò nel più utilizzato dai fabbri del passato impiegato per la forgiatura del ferro. Grazie a questa straordinaria proprietà è il materiale utilizzato per eccellenza per la fabbricazione delle pipe, i cui camini hanno necessità di resistere al calore prolungato.

I fiori essiccati vengono utilizzati per la preparazione di decotti dalle proprietà diuretiche, febbrifughe, astringenti e sedative, viene estratta la tintura madre apprezzata per le sue qualità antibatteriche, mentre gli impacchi donano una sensazione di sollievo e leniscono le infiammazioni cutanee.

Ne esiste una varietà i cui fiori di colore viola, ma la nostra Erica arborea nasce dalla legenda delle lacrime di Malvina Si racconta che una nobile di nome Malvina fosse innamorata di un valoroso combattente impegnato in guerra ma, informata della sua morte in battaglia, pianse tutte le sue lacrime di dolore su una pianta d’erica viola facendola diventare bianca.

Per concludere con una nota di “sapore” che non può mancare: fiorisce tra marzo e maggio, e per la precocità della fioritura non sempre gli alveari sono già sufficientemente forti per riuscire a sfruttare bene questa risorsa e per questo il miele di erica arborea è abbastanza raro, ma quando lo si trova è un apoteosi di profumi aromatici.

La sua caratteristica è la torbidità anche quando è liquido, cristallizza rapidamente di colore ambrato scuro con riflessi rossastri quando è liquido e marrone-arancio quando cristallizzato. La prossima passeggiate che farete in natura guardatevi attorno, perché potreste proprio essere in presenza di questo straordinario abusto “magico”.
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