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È la settima del litorale: in Sicilia c'è una spiaggia "sospesa" e unisce due meraviglie

Sabbia finissima e mare cristallino. Questo tratto costiero a metà tra la Scala dei Turchi e la Villa Romana di Durrueli è uno dei luoghi più belli dell'agrigentino

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 3 marzo 2024

Spiaggia di Punta Grande (Sciacca)

Quante volte ci soffermiamo ad ammirare la bellezza di un luogo "pubblicizzato" senza osservare i suoi contorni?

Tante, fin troppe a dir la verità. Eppure, nonostante il fascino della Scala dei Turchi e la storia archeologica della Villa Romana di Durrueli, un tratto costiero "abbellisce" l’intero ambiente.

È la spiaggia di Punta Grande. Si trova al settimo posto delle 51 spiagge che fanno parte del litorale agrigentino.

Per spezzare la “solita” monotonia legata alla falesia, gli avventurieri possono optare per un trekking “a riva” alla ricerca dei colori intensi del Mar Mediterraneo. Dopo una visita alla Scala, tra immagini splendide e spunti di riflessione, abbandoniamo la scogliera.

Giallonardo e Pergole fanno parte dei ricordi. Quali? La Scala si erge come confine naturale dei due versanti.

Il cammino - a passi lenti - è il giusto riconoscimento per le vicende (storiche) passate. Un tratto costiero (poco battuto dai venti) che, in epoche lontane, è stato un punto d’attracco per i pirati saraceni, arabi e turchi.
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Il “nostro” cammino continua imperterrito tra odori, sapori ed emozioni in un mix variopinto. I piedi poggiano sulla sabbia finissima, color dorato. Gli occhi si lasciano prendere dallo spirito di osservazione, di ambienti caratterizzati da scogliere e costoni rocciosi (marna calcarea).

Grazie agli studi è stato possibile riconoscere la ciclicità legata alle variazioni dei parametri orbitali. Si passa da fasi di 21.000 anni fino a quelli di 100.000 che hanno consentito di effettuare delle datazioni “quasi” perfette. Il mare azzurro e limpido mette da parte “la fatica” nel comprendere dati e valori appena espressi.

I metri sono diventati chilometri e non si contano più. Uno, due, tre… risulteranno ben 10.

È la distanza perfetta che unisce le due meraviglie. “Nel blu dipinto di blu” non può mancare l’intensa eccezione color verde. La zona è caratterizzata da alcuni luoghi poco frequentati. Sono "chiazze" selvagge caratterizzate dalla presenza di palme nane, cespugli di rosmarino e altre piante tipiche della macchia mediterranea.

Sono i particolari che fanno la differenza anzi, rendono Punta Grande "unica" perché non si lascia andare alle manie di protagonismo. I ritmi - bassi - si lasciano ammaliare da nuovi orizzonti. In lontananza, non molta, si intravede la centrale elettrica di Porto Empedocle.

Il territorio di Realmonte volge al termine, manca davvero poco. L’obiettivo è quasi raggiunto, arricchito dalla bellezza del sito archeologico della Villa Romana di Durrueli.

La foce del fiume Cottone rappresenta lo spartiacque/confine con il territorio empedoclino. La fatica viene compensata dallo scenario e, per un attimo, vengono scacciati i problemi legati a questo lembo di terra.

Il ritorno sembra “quasi” una formalità. Si acquisisce la consapevolezza di quanto sia bello l’intero litorale agrigentino che parte dalle zone del menfitano (Porto Palo) e, attraverso le città di Sciacca, Siculiana, Realmonte fino a Licata, è lungo circa 140 km. La costa, incastonata tra ambienti selvaggi, falesie e ciottoli bianchi, si “estranea” dal contesto siciliano.

Nel periodo estivo l’intera zona si trasforma e, grazie alla presenza di alcuni stabilimenti balneari (dotati di tutti i confort), rappresenta uno dei luoghi ideali dove trascorrere intere giornate al mare.

Perché è giusto ricordare che tra la Scala dei Turchi e la Villa Romana di Durrueli… c’è sempre il mare (e la spiaggia di Punta Grande).
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