È una discarica a cielo aperto a Palermo: cosa resta del "parco urbano" alla Guadagna
Un bene confiscato alla mafia, dove l’ingresso è diventato una vera e propria discarica a cielo aperto con non pochi rischi per la sicurezza: ve ne parliamo nell'articolo
Bene confiscato a Palermo
Potrebbe essere uno spazio verde per i cittadini della Guadagna che, invece, assistono da (troppi) anni al suo totale degrado e abbandono. Siamo in via Emanuele Paternò, proprio vicino al Ponte Bailey e al fiume Oreto, dove è presente un altro ecomostro in città: un bene confiscato alla mafia, dove l’ingresso è diventato una vera e propria discarica a cielo aperto con non pochi rischi per la sicurezza.
Eppure, nel corso del tempo, di progetti e appelli per ridare alla Guadagna uno spazio degno di convivialità ce ne sono stati, ma anche i bandi emanati per il suo restyling non sono andati a buon fine.
«Un bene confiscato alla mafia dal 2016. Come Consiglio comunale abbiamo fatto inserire il progetto di riqualificazione dell’area nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche – spiega il consigliere comunale, Antonino Randazzo -. Sta adesso all’Amministrazione comunale trovare i fondi. Attualmente, l’immobile è abbandonato e colmo di rifiuti. Un totale stato di degrado con una struttura che presenta notevoli problemi di sicurezza».
Anche lo scorso mese di marzo era emersa, nuovamente, la necessità di bonificare l’area, al cui interno era stato trovato, oltre a un ingente cumulo di rifiuti speciali, anche dell’amianto. L’Ufficio Patrimonio, come ha spiegato il consigliere Randazzo, aveva risposto che aveva provato a valorizzare il sito attraverso il bando dei beni confiscati alla mafia, ma non era andato a buon fine.
Eppure un quadro esigenziale c’è, e prevede, per la zona, un intervento relativo alla realizzazione di un’area pedonale e spazi pubblici per il quartiere Guadagna. La riqualificazione urbana fa riferimento, infatti, al complesso edilizio, un tempo utilizzato come stabilimento industriale, attualmente in evidente stato di abbandono e degrado fisico-ambientale.
L’area si trova tra via Emanuele Paternò e via Guadagna, ed è stata classificata come zona interdetta all’uso edificatorio. È, inoltre, soggetta a vincoli di pericolosità da rischio idraulico, essendo parte della fascia di rispetto di 50 metri dall’alveo di corsi d’acqua, e trovandosi all’interno di un’area identificata come “parco urbano”.
Come si legge dal documento dell’Ufficio Pianificazione Mobilità Sostenibile: “Il complesso edilizio comprende due edifici in stato di degrado: uno con un solo pianoterra e l’altro, invece, con pianoterra e primo piano, entrambi attualmente abbandonati e distrutti”.
L’importo complessivo per i lavori è di 555.000,00 euro. Ad oggi, però, l’area è (ancora) totalmente in stato di abbandono.
Abbiamo chiesto una replica all’Amministrazione comunale e siamo in attesa di una risposta.
Eppure, nel corso del tempo, di progetti e appelli per ridare alla Guadagna uno spazio degno di convivialità ce ne sono stati, ma anche i bandi emanati per il suo restyling non sono andati a buon fine.
«Un bene confiscato alla mafia dal 2016. Come Consiglio comunale abbiamo fatto inserire il progetto di riqualificazione dell’area nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche – spiega il consigliere comunale, Antonino Randazzo -. Sta adesso all’Amministrazione comunale trovare i fondi. Attualmente, l’immobile è abbandonato e colmo di rifiuti. Un totale stato di degrado con una struttura che presenta notevoli problemi di sicurezza».
Anche lo scorso mese di marzo era emersa, nuovamente, la necessità di bonificare l’area, al cui interno era stato trovato, oltre a un ingente cumulo di rifiuti speciali, anche dell’amianto. L’Ufficio Patrimonio, come ha spiegato il consigliere Randazzo, aveva risposto che aveva provato a valorizzare il sito attraverso il bando dei beni confiscati alla mafia, ma non era andato a buon fine.
Eppure un quadro esigenziale c’è, e prevede, per la zona, un intervento relativo alla realizzazione di un’area pedonale e spazi pubblici per il quartiere Guadagna. La riqualificazione urbana fa riferimento, infatti, al complesso edilizio, un tempo utilizzato come stabilimento industriale, attualmente in evidente stato di abbandono e degrado fisico-ambientale.
L’area si trova tra via Emanuele Paternò e via Guadagna, ed è stata classificata come zona interdetta all’uso edificatorio. È, inoltre, soggetta a vincoli di pericolosità da rischio idraulico, essendo parte della fascia di rispetto di 50 metri dall’alveo di corsi d’acqua, e trovandosi all’interno di un’area identificata come “parco urbano”.
Come si legge dal documento dell’Ufficio Pianificazione Mobilità Sostenibile: “Il complesso edilizio comprende due edifici in stato di degrado: uno con un solo pianoterra e l’altro, invece, con pianoterra e primo piano, entrambi attualmente abbandonati e distrutti”.
L’importo complessivo per i lavori è di 555.000,00 euro. Ad oggi, però, l’area è (ancora) totalmente in stato di abbandono.
Abbiamo chiesto una replica all’Amministrazione comunale e siamo in attesa di una risposta.
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