STORIA E TRADIZIONI
Gustarsi l'Etna girandole attorno: la Littorina, magia che si ripete da quasi 130 anni
La Ferrovia Circumetnea rappresenta oggi l'unica realtà ferroviaria a scartamento ridotto attiva in tutta la Sicilia e anche grandi scrittori, come Goethe e De Amicis ne esaltarono il fascino
Nell’incipit di questo suo pezzo (‘Stranizza d’amuri’) Battiato cita la Littorina, e lungo la linea della Circumetnea ci conduce in quel vallone della Scammacca che fa da set ad una tenerissima storia d’amore. Siamo nei pressi di Riposto e respiriamo con l’immaginazione il paesaggio intorno all’Etna.
A bordo del treno della Circumetnea, che fa il giro del vulcano da quasi 130 anni, ancora oggi si viaggia lentamente. Ci si stacca per un giorno dalla routine quotidiana con tempi e suoni che evocano memorie antiche. Un magico percorso vulcanico, circondato dalla bellezza unica di questo patrimonio dell’Unesco: vigneti, uliveti e noccioleti, antiche colate laviche e scorci di piccoli borghi storici.
La Ferrovia Circumetnea rappresenta oggi l'unica realtà ferroviaria a scartamento ridotto in esercizio in tutta la Sicilia.
Quando, verso il 1880, si andava delineando l'ossatura della rete ferroviaria siciliana, in molti centri nacquero istanze per il collegamento su rotaia col resto dell'isola. Così avvenne anche nei paesi intorno al vulcano: all'epoca essi avevano già raggiunto un notevole sviluppo, dovuto alle favorevoli condizioni ambientali, ed ebbero quindi buon gioco nelle loro richieste.
Con regio decreto del 31 dicembre 1883 fu dunque costituito un Consorzio per la costruzione e l'esercizio della ferrovia Circumetnea, tra la Provincia di Catania, la Camera di Commercio ed Arti di Catania, ed i Comuni di Riposto, Giarre, Mascali, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Randazzo, Maletto, Bronte, Adernò, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Paternò, Belpasso, Misterbianco e Catania. La scelta del percorso fu molto contrastata e in particolare a Catania la lotta fu tra chi proponeva il passaggio a sud del centro cittadino e chi voleva che il binario fosse posato a nord-est, come poi avvenne.
A queste polemiche si aggiunsero i centri montani dell’interno della Sicilia, come Cerami, Troina, Nicosia e Gangi, che reclamavano la costruzione di una o più linee che dalla costa ionica penetrassero verso le Madonie fino alla strada statale di collegamento fra Catania e Palermo. Tali richieste rimasero inascoltate per le difficoltà derivanti dall'asprezza dei terreni, e ancora oggi risentono in maniera notevole dell'isolamento.
La realizzazione della Circumetnea venne affidata alla Società Siciliana dei Lavori Pubblici, che faceva capo all'ingegnere inglese Robert Trewhella. A quest'ultimo si deve il progetto e la direzione dei lavori di costruzione che prevedevano la realizzazione di una linea a scartamento ridotto (950 mm) che collegasse il porto di Catania, passando per la città e, appunto, per i principali centri etnei, fino a Riposto.
Trewhella l'11 settembre 1885 stipulò un compromesso col Consorzio in base al quale avrebbe dovuto occuparsi di tutto, dal progetto alla costruzione e all'esercizio della linea, in cambio dell'esclusività sulla linea e del divieto di concessione di altre linee con lo stesso percorso. La spesa venne fissata in 15 milioni e 300 mila lire dell'epoca, interamente a carico dello Stato. I lavori per la costruzione della ferrovia ebbero inizio nel 1889, il 2 febbraio 1895 fu inaugurato il primo tratto di linea: Catania Borgo - Adernò (oggi Adrano). Appena sette mesi dopo, il 25 settembre 1895, la ferrovia entrò in funzione.
Restavano però da completare soltanto due brevi tratte: i collegamenti con i porti di Catania e Riposto da utilizzare soprattutto per scopi commerciali e che entrarono in esercizio nel giro di pochi mesi. In tempi straordinariamente brevi, considerando anche la tecnologia e la disponibilità dei mezzi d’opera dell’epoca, furono costruite numerose gallerie, decine di ponti e viadotti, un’innumerevole serie di opere d’arte minori, nonché tutti gli edifici funzionali all’esercizio ferroviario, come le rimesse, le case cantoniere e le stazioni, queste ultime realizzate in stile italiano, con colorazioni in rosso mattone o giallo ocra. Gli scopi commerciali della ferrovia furono subito evidenti.
Ma le peculiarità che negli anni successivi contraddistinsero la FCE (Ferrovia Circumetnea), che riguardavano soprattutto la suggestiva bellezza del paesaggio attraversato, fecero risaltare la sua vocazione turistica.
Grandi scrittori, come Goethe e De Amicis, esaltarono il fascino di questo tratto di linea ferroviaria. In particolare lo scrittore Edmondo De Amicis fece un viaggio in Sicilia all'inizio del Novecento e ne scrisse nei suoi “Ricordi di un viaggio in Sicilia”, durante quei giorni trascorsi sull'Isola ebbe modo di fare il giro sulla Circumetnea. Queste le sue parole su quel tratto di Sicilia percorso: "O mio benevolo lettore, che andrai un giorno a Catania, ricordati di fare il giro della ferrovia Circumetnea, e dirai che è il viaggio circolare più incantevole che si possa fare in sette ore sulla faccia della terra".
Anche la regina d'Italia Elena viaggiò su un treno della Circumetnea provvisto di carrozza reale. L'episodio accadde nel 1911, in occasione di una visita della sovrana a una sua dama di compagnia, la quale possedeva una villa a Randazzo. Di quell’occasione si ricordano le scene di entusiasmo popolare al passaggio del convoglio reale durante le fermate nelle stazioni.
Nel 1938 furono immesse in servizio, per la prima volta, sei esemplari delle modernissime "ALn 56 Fiat" meglio conosciute come "Littorine", nome che ancora oggi sopravvive per indicare i treni della Ferrovia Circumetnea, versione a scartamento ridotto di quelle che già facevano servizio sulle linee FS. Di queste automotrici ne restano oggi solo due, di cui una, restaurata e resa funzionante, è impiegata per scopi turistici.
Le Littorine, possedendo caratteristiche di maggior comfort e velocità, presero in carico la quasi totalità del servizio viaggiatori, determinando così la fine dell'utilizzo delle locomotive a vapore che si completò nel 1963. Anche delle locomotive a vapore ne restano oggi solo due esemplari: la n. 10 “Mascali”, custodita in una rimessa della ferrovia, e la n. 14 “Meusa”, esposta presso il piazzale della stazione Catania Borgo.
La ferrovia ha subìto nel tempo ulteriori piccole modifiche del tracciato, alcune delle quali a seguito delle interruzioni dovute a colate laviche dell’Etna. I danni prodotti dalla seconda guerra mondiale alle infrastrutture e al materiale rotabile della Ferrovia Circumetnea determinarono una situazione critica nel periodo immediatamente successivo al termine del conflitto.
Le difficoltà della ricostruzione post bellica ebbero ripercussioni negative all’interno dell’Azienda e nella capacità della stessa di rispondere in modo adeguato alle rinate e accresciute esigenze di mobilità dei centri etnei. Tali vicende spinsero lo Stato a dichiarare decaduta la concessione del 1889 alla Società Siciliana dei Lavori Pubblici, assumendo direttamente l’esercizio della ferrovia tramite una Gestione Commissariale Governativa, che ne ha garantito l’attività fino al 2011, anno a partire dal quale è stata abolita la figura del Commissario Governativo e la gestione aziendale è stata posta sotto la direzione del Dirigente Generale del Trasporto Pubblico Locale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
A partire dagli anni Ottanta del ‘900, la Ferrovia Circumetnea, al fine di migliorare e rendere più efficienti le proprie infrastrutture ferroviarie e costituire un moderno sistema di trasporto alternativo all’automobile, ha avviato un programma di potenziamento, ammodernamento e sviluppo della linea ferroviaria a scartamento ridotto e trazione Diesel.
Chi vuole utilizzare la Ferrovia Circumetnea partendo da Catania deve recarsi nella storica via Caronda, nella parte alta di via Etnea, dove ha sede la stazione principale della Ferrovia Circumetnea denominata "Catania Borgo". All'ingresso di questa stazione si nota la vecchia e sopracitata locomotiva a vapore n.14 (in dialetto soprannominata "Meusa"), che è la stessa che accompagnò Edmondo De Amicis nel suo viaggio all'inizio del secolo scorso.
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