I mari e i fiumi più inquinati della Sicilia: la mappa di tutte le coste da proteggere
Secondo l'ultimo report di Goletta Verde, su 25 campioni 11 hanno evidenziato livelli di inquinamento oltre i limiti di legge. Ecco quali sono le acque da tutelare

Goletta Verde al largo della costa siracusana
Il mare siciliano continua a mostrare criticità preoccupanti. Lo denuncia l’ultimo report regionale di Goletta Verde, che è stato presentato oggi ad Agrigento, durante una conferenza stampa che ha rivelato come il 44% dei punti campionati lungo la costa siciliana risulta inquinata oltre i limiti di legge.
Le cause di questa tragica situazione sono quelle note da tempo: sistemi di depurazione inefficienti, sversamenti illegali di rifiuti nei pressi della costa e il cattivo comportamento dei cittadini. Su 25 campioni analizzati tra fine giugno e inizio luglio, ben 11 hanno infatti evidenziato livelli di inquinamento microbiologico che superano le soglie previste dalla normativa.
Quest’anno l’azione si è concentrata su 16 punti a mare e 9 foci di fiumi o torrenti, sparsi per le varie province costiere dell’isola, e il quadro che emerge è ancora una volta allarmante.
La provincia di Agrigento presenta per esempio due foci molto inquinate, in particolare la foce del torrente Cansalamone a Sciacca (fortemente inquinata) e quella del fiume Akragas ad Agrigento. Più fortunati il fiume Salso a Licata, che risulta entro i limiti.
La situazione peggiora ulteriormente in provincia di Trapani, dove tre dei quattro punti analizzati sono fortemente inquinati. Essi sono lo scarico a mare del depuratore di Marinella di Selinunte e la foce del fiume Delia a Mazara del Vallo.
Dall’altra parte della Sicilia, a Catania, sono due i punti fortemente inquinati: la foce in contrada Pantano d’Arci e il lungomare di Aci Trezza. Tra l’altro da tempo Legambiente Sicilia segnala il forte inquinamento presente nei pressi dei famosi “massi” lanciati da Polifemo.
Anche la foce del fiume Irminio, in provincia di Ragusa, risultata inquinata.
Meglio la situazione a Caltanisetta, Messina e a Palermo, dove il mare ha presentato dei campioni di valori accettabili. Male invece le foci, tutte fortemente inquinate, in particolare a Palermo.
Secondo Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, «anche quest’anno i dati del monitoraggio di Goletta Verde evidenziano una situazione preoccupante nelle foci dei fiumi, che rispecchiano una carente attività di depurazione. Abbiamo bisogno che le amministrazioni diano dei segnali forti e precisi, ed inizino a mettere l’efficientamento del sistema di depurazione tra le loro priorità.
Sono anni che con Goletta Verde denunciamo le criticità di punti che, in alcuni casi, sono diventate croniche. Continueremo a monitorare questi punti, che possono diventare un pericolo per la salute dei cittadini, visto anche che nel 60% dei punti campionati presso le foci, i tecnici di Legambiente non hanno trovato cartelli di divieto di balneazione».
Una mancanza grave, considerando che molti cittadini frequentano inconsapevolmente queste aree.
Da quasi 40 anni Legambiente organizza la campagna Goletta Verde di per monitorare e denunciare l’inquinamento del mare. Ci ha tenuto a ricordarlo Alice De Marco, portavoce della campagna, che insiste nell’intervenire subito «sull’efficientamento della rete di depurazione».
La Sicilia infatti rischia nuove sanzioni dall’UE, per via delle numerose inadempienze, con i cittadini che vivono un pericolo costante immergendosi nell’acqua putrida.
Al fianco di Legambiente, come da molti anni, c’è anche il CONOU, ovvero il “Consorzio Nazionale per la gestione degli Oli Usati”, da anni partner della campagna, il cui rappresentante Maurizio Arcidiacono ha recentemente dichiarato – durante la conferenza stampa di oggi – che «un sistema di economia circolare avanzata non è solo possibile, ma per fortuna è già operativo in Italia, come dimostra la nostra attività di raccolta e rigenerazione dell’olio lubrificante usato».
Con questi dati, la Sicilia resta una delle regioni il cui mare risulta più inquinato a livello nazionale. La speranza è che le parole dette in conferenza stampa si trasformino in atti concreti.
La conferenza stampa in cui è stato presentato il report ha visto anche la partecipazione di Daniele Gucciardo, Presidente Legambiente Rabat Agrigento, di Vanessa Rosano, Direttrice Legambiente Sicilia, e di Giusy Savarino, Assessore Regionale Territorio e Ambiente Regione Sicilia.
Per quanto riguarda invece i metodi di campionamento, essi seguono uno standard scientifico applicato in tutte le ragioni d’Italia.
I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati da volontari dell’associazione in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo.
I parametri indagati sono microbiologici e tengono in considerazione soprattutto il numero di enterococchi intestinali e di Escherichia coli. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.
Concluso il suo tour in Sicilia, ora Goletta verde continuerà il suo lungo viaggio in altre regioni d’Italia.
Le cause di questa tragica situazione sono quelle note da tempo: sistemi di depurazione inefficienti, sversamenti illegali di rifiuti nei pressi della costa e il cattivo comportamento dei cittadini. Su 25 campioni analizzati tra fine giugno e inizio luglio, ben 11 hanno infatti evidenziato livelli di inquinamento microbiologico che superano le soglie previste dalla normativa.
Quest’anno l’azione si è concentrata su 16 punti a mare e 9 foci di fiumi o torrenti, sparsi per le varie province costiere dell’isola, e il quadro che emerge è ancora una volta allarmante.
La provincia di Agrigento presenta per esempio due foci molto inquinate, in particolare la foce del torrente Cansalamone a Sciacca (fortemente inquinata) e quella del fiume Akragas ad Agrigento. Più fortunati il fiume Salso a Licata, che risulta entro i limiti.
La situazione peggiora ulteriormente in provincia di Trapani, dove tre dei quattro punti analizzati sono fortemente inquinati. Essi sono lo scarico a mare del depuratore di Marinella di Selinunte e la foce del fiume Delia a Mazara del Vallo.
Dall’altra parte della Sicilia, a Catania, sono due i punti fortemente inquinati: la foce in contrada Pantano d’Arci e il lungomare di Aci Trezza. Tra l’altro da tempo Legambiente Sicilia segnala il forte inquinamento presente nei pressi dei famosi “massi” lanciati da Polifemo.
Anche la foce del fiume Irminio, in provincia di Ragusa, risultata inquinata.
Meglio la situazione a Caltanisetta, Messina e a Palermo, dove il mare ha presentato dei campioni di valori accettabili. Male invece le foci, tutte fortemente inquinate, in particolare a Palermo.
Secondo Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, «anche quest’anno i dati del monitoraggio di Goletta Verde evidenziano una situazione preoccupante nelle foci dei fiumi, che rispecchiano una carente attività di depurazione. Abbiamo bisogno che le amministrazioni diano dei segnali forti e precisi, ed inizino a mettere l’efficientamento del sistema di depurazione tra le loro priorità.
Sono anni che con Goletta Verde denunciamo le criticità di punti che, in alcuni casi, sono diventate croniche. Continueremo a monitorare questi punti, che possono diventare un pericolo per la salute dei cittadini, visto anche che nel 60% dei punti campionati presso le foci, i tecnici di Legambiente non hanno trovato cartelli di divieto di balneazione».
Una mancanza grave, considerando che molti cittadini frequentano inconsapevolmente queste aree.
Da quasi 40 anni Legambiente organizza la campagna Goletta Verde di per monitorare e denunciare l’inquinamento del mare. Ci ha tenuto a ricordarlo Alice De Marco, portavoce della campagna, che insiste nell’intervenire subito «sull’efficientamento della rete di depurazione».
La Sicilia infatti rischia nuove sanzioni dall’UE, per via delle numerose inadempienze, con i cittadini che vivono un pericolo costante immergendosi nell’acqua putrida.
Al fianco di Legambiente, come da molti anni, c’è anche il CONOU, ovvero il “Consorzio Nazionale per la gestione degli Oli Usati”, da anni partner della campagna, il cui rappresentante Maurizio Arcidiacono ha recentemente dichiarato – durante la conferenza stampa di oggi – che «un sistema di economia circolare avanzata non è solo possibile, ma per fortuna è già operativo in Italia, come dimostra la nostra attività di raccolta e rigenerazione dell’olio lubrificante usato».
Con questi dati, la Sicilia resta una delle regioni il cui mare risulta più inquinato a livello nazionale. La speranza è che le parole dette in conferenza stampa si trasformino in atti concreti.
La conferenza stampa in cui è stato presentato il report ha visto anche la partecipazione di Daniele Gucciardo, Presidente Legambiente Rabat Agrigento, di Vanessa Rosano, Direttrice Legambiente Sicilia, e di Giusy Savarino, Assessore Regionale Territorio e Ambiente Regione Sicilia.
Per quanto riguarda invece i metodi di campionamento, essi seguono uno standard scientifico applicato in tutte le ragioni d’Italia.
I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati da volontari dell’associazione in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo.
I parametri indagati sono microbiologici e tengono in considerazione soprattutto il numero di enterococchi intestinali e di Escherichia coli. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.
Concluso il suo tour in Sicilia, ora Goletta verde continuerà il suo lungo viaggio in altre regioni d’Italia.
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