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I primi vaccini anti Covid vanno al settore sanitario: in Sicilia i professionisti possono pre-aderire

In Sicilia sono oltre 141mila gli operatori sanitari e del personale ospite delle Rsa che hanno la precedenza. Ecco come possono dare la loro pre-adesione al vaccino

Balarm
La redazione
  • 28 dicembre 2020

Attualmente il vaccino anticovid è riservato a medici e categorie a rischio. È comunque possibile dare la propria adesione/consenso sul sito siciliacoronavirus.it e poi aspettare che tocchi alla propria categoria di rischio.

La Regione Siciliana ha predisposto un form di pre-adesione da parte del personale sanitario, sociosanitario e dei lavoratori che operano nell'ambito ospedaliero del Sistema sanitario regionale. I professionisti in questione possono registrarsi cliccando sul bottone Vaccino-Covid19.

Come riportato sul sito del Ministero della Salute, al fine di sfruttare l'effetto protettivo diretto dei vaccini, sono state identificate delle categorie da vaccinare in via prioritaria nelle fasi iniziali: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale dei presidi residenziali per anziani, persone di età avanzata.

"Naturalmente - si legge sempre sul sito del GFoverno - con l'aumento delle dosi di vaccino si inizierà a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazioni, fra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali, quali anzitutto gli insegnanti ed il personale scolastico, le forze dell'ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità, etc"
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In Sicilia, oltre i 141mila che è la somma degli operatori sanitari e del personale ospite delle Rsa, dovrà partire la vaccinazione degli over 80 che in Sicilia ammontano a quasi 151mila unità.

Intanto il primo medico vaccinato in Sicilia in occasione del Vax Day è stato il primario del pronto soccorso dell'ospedale Civico di Palermo, Massimo Geraci, 52 anni. La somministrazione del vaccino Biontech Pfizer è avvenuta nel padiglione 24 dello stesso ospedale, dopo la firma del consenso informato da parte del medico. Subito dopo il dottore Geraci sono stati sottoposti al vaccino altri 55 sanitari e 30 anziani delle Rsa, così come prevede il Piano nazionale messo a punto con la Regione.

Gli aspetti relativi alla logistica e alla catena di approvvigionamento (supply chain), stoccaggio e trasporto dei vaccini saranno di competenza del Commissario Straordinario per l’attuazione delle misure di contenimento e contrasto
dell’emergenza epidemiologica COVID-19 della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Torniamo alle categorie che sono state identificate quali da vaccinare in via prioritaria nelle fasi iniziali:
- Operatori sanitari e sociosanitari: Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all'infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea
aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario. La priorità di vaccinazione di questa categoria è supportata anche dal principio di reciprocità, indicato dal framework di valori SAGE e rappresenta quindi una
priorità assoluta.  

- Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un'elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità, e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane. Pertanto, sia la popolazione istituzionalizzata che il personale dei presidi residenziali per anziani devono essere considerati ad elevata priorità per la vaccinazione.

- Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull'età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull'età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità aumenta con l'età. Pertanto, fintanto che un vaccino disponibile sia sicuro e efficace nelle persone di età avanzata, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per la vaccinazione. Le priorità potrebbero cambiare sostanzialmente se i primi vaccini disponibili non fossero considerati efficaci per gli anziani.

Nel corso dell'epidemia si potrà attuare una strategia di tipo adattativo, qualora venissero identificate particolari categorie a rischio o gruppi di popolazione in grado di sostenere la trasmissione dell'infezione nella comunità, o nel caso in cui si sviluppassero focolai epidemici rilevanti in specifiche aree del Paese, destinando eventuali scorte di vaccino a strategie vaccinali di tipo "reattivo" (reactive vaccination).
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