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Il bosco in Sicilia nella valle della "Montagna solitaria": un paradiso da scoprire e tutelare

È passaggio obbligato per chi vive costantemente la presenza della natura. Un ambiente diverso dal solito, anticamente privo di vegetazione e poi rimboschito

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 27 gennaio 2023

La zona Montagna (Foto di Vincenzo Napoli)

Castelvetrano è una città divisa su ogni argomento. Per molti anni, tanti, è stato individuato il punto più alto dell’intero territorio nell’ex feudo della Montagna.

Invece, grazie agli studi approfonditi dello storico Vincenzo Napoli, è stato appurato con certezza che un altro luogo chiamato “Calviano” raggiunge un’altezza leggermente superiore rispetto a quella della Montagna.

Quest’ultima tocca i 270 metri e rappresenta uno dei punti cardine in ambito panoramico. Percorrendo la vecchia statale verso Paceco, superati alcuni tornanti in discesa, si raggiunge una zona circondata da rilievi di roccia calcarenite.

Un ambiente diverso dal solito e lontano parente dalle caratteristiche che contraddistinguono l’intero territorio. Racchiude gli aspetti naturali, quelli belli che è possibile toccare con una passeggiata fatta di buona volontà.

La storia del luogo è circoscritta nella vallata della Montagna (al confine con gli ex feudi di Besi, Torretta, Furone e Giallonghi) e ci spinge a rivivere il periodo dei feudi.
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Dalle registrazioni effettuate dallo storico Noto - (la Montagna) insieme ai territori di Delia, Margio e Mandranuova facevano parte del Priorato di Delia. Anticamente, era priva di vegetazione ed utilizzata per i pascoli e la macerazione del lino. Grazie all'intervento della forestale per la posizione strategica del luogo, nei primi anni Novanta avvenne la forestazione.

Divenne insieme all'area attrezzata Trinità - Marcita zona di demanio. Giunti alla sommità della salita impervia (con soddisfazione) s'affaccia un' immensa oasi naturale. Sorprende la quantità di luoghi che si possono osservare dalla cima. Dai paesini di Santa Ninfa, Partanna e Salemi fino a Montagna Grande.

Poi, Madonna Bona, la diga Delia e un affluente del fiume Delia. Si sente “lu scrusciu” dell’acqua e del suo passaggio. Nasce probabilmente dal "vicino" feudo di Torretta. Nei periodi di maggiore siccità sparisce completamente. Senza dimenticare la vivacità dettata dai colori delle diverse colture. Una passeggiata immersa tra pini, eucalipti, palme nane e specie botaniche incontaminate.

L’itinerario proposto non è ampio e quindi, bastano un paio di ore per addentrarsi all’interno e scoprire dei minerali di gessite. Sembrano cristalli illuminati dal sole. Si trovano in quantità non indifferenti e costituiscono un certificato sulla datazione delle rocce presenti.

Difatti, nelle vicinanze si trovano alcune cave di gesso ormai in totale stato di abbandono. Non esistono i servizi garantiti da altre strutture boschive e aree attrezzate. Non distanti dalla vetta, una torretta d'avvistamento conferma la presenza del corpo forestale. Un’area pulita, fresca e genuina nella sua essenza naturalistica.

A pochi passi dal bosco e visibile a occhio nudo, una fila di 11 pilozze (abbeveratoi) incuriosisce. Si cela una storia, un mistero, un percorso anche di fatica e oggi, non è stata fornita l'esatta datazione storica. Potrebbe rappresentare in futuro un monito di studio e approfondimento per rilanciare e pubblicizzare un luogo ancora poco conosciuto.

Purtroppo, lo stesso è stato preso d'assalto dagli incendi. Il lavoro di contrasto è disorganizzato e, come spesso accade nei periodi estivi, la zona è stata colpita continuamente da questi eventi.

Spesso sono di natura dolosa e propongono i soliti difetti della nostra regione. La città di Castelvetrano offre una serie spassionata di opere naturali da valorizzare.

Nasconde angoli colmi di vegetazione, sia artificiale che spontanea. La Montagna è un passaggio obbligato per chi vive costantemente la presenza della natura.
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