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Il mistero americano dei bambini spariti: dopo 22 anni una foto arriva da Palermo

Il caso è uno dei misteri irrisolti più inquietanti e famosi del mondo: i cinque figli dei signori Sodder non lasciano traccia dopo un incendio, siamo nel 1945

Balarm
La redazione
  • 23 maggio 2018

Una delle ultime foto scattate alla famiglia Sodder

È la notte del 24 dicembre del 1945 e cinque dei dieci figli di casa Sodder giocavano in salotto. La mamma, Jennie, riceve poi una telefonata, una telefonata strana e inquietante di qualcuno che non riusciva a pronunciare il nome della persona che stava cercando.

Comincia così il lungo e irrisolto mistero dei Sodder, uno dei più noti del mondo e che sembra fare capo a Palermo. Quella stessa notte, la signora Sodder si sveglia e scendendo al piano di sotto scopre che i bimbi non avevano spento la luce, non facendoci caso, lo fa lei notando che la piccola, otto anni, si era adddormentata su un divanetto in cucina.

Dopo essere tornata a letto ecco che un forte rumore la sveglia di nuovo: arrivava dal solaio ed era come un forte boato, poco dopo, ecco che lei e il marito, George, vedono divamparsi le fiamme di un grande incendio.

I due escono di corsa dalla casa insieme ad alcuni dei loro figli, Marion, Sylvia, John e George Jr. George vuole salvare gli altri bambini ma non riesce a trovare la scala per salire dall'esterno e allora, insieme ai pù grandi, si arrampica quindi sulla facciata della casa ma non c'era traccia: sembravano ammutoliti e bloccati all’interno.
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A restare dentro la casa furono Martha (12 anni), Jennie Jr (8 anni), Betty (5 anni), Louis (9 anni) e Maurice (14 anni): ​​​​​​le due figlie più grandi e la madre cercavano intanto di contattare i vigili del fuoco via telefono ma senza successo.

Intanto il primo piano dell’edificio era completamente inaccessibile per il fuoco e la famiglia, ormai smembrata, restava a guardare la fine delle vita per come la conosceva: tra quelle fiamme bruciavano i cinque piccoli.

La prima fase del mistero: l'indomani i vigili del fuoco non trovarono nessun cadavere né resto che confermasse la presenza dei cinque bambini dentro la casa. Fu così che partirono le indagini, indagini che seguivano la pista del rapimento e che vennero chiuse, senza risultati certi, meno di una settimana dopo, il 30 dicembre, con la dichiarazione di morte dei bambini.

Le scoperte inquietanti: le forze dell'ordine trovarono il filo del telefono tranciato a circa 60 metri dalla casa, la scala che George Sodder non trovava venne poi ritrovata molto lontana, gettata sul ciglio di una strada e le luci dell'albero di Natale erano ancora accese, rendendo invalida la presunta causa dell'incendio cioè un cortocircuito.

Che c'entra Palermo: tra i giurati che definirono le conclusioni dell'indagine ce ne era uno che poco prima aveva aveva minacciato George Sodder di dare fuoco alla casa di famiglia per delle sue idee antifasciste, anzi “Anti-Mussoliniane”.

Nel 1967, 22 anni dopo, i signori Sodder ricevettero una busta per posta senza che ci fosse scritto l’indirizzo del mittente: al suo interno c'era la fotografia di un ragazzo incredibilmente somigliante a uno dei figli scomparsi.

Sul retro della fotografia c’era scritto: Louis Sodder, I love brother Frankie, Ilil boys, 90132 or 35, e il codice postale è quello di Palermo.

Ma le indagini erano finite, anche se i genitori naturalmente non si diedero mai pace: ingaggiarono allora un detective privato che però morì e allora contattarono perfino il direttore dell’FBI, J. Edgar Hoover, che gli rispose che si sarebbe occupato del caso soltanto se le autorità locali avessero richiesto il suo intervento, ma la cosa non successe.

La teoria finale sostenuta dai figli sopravvissuti è che i bambini sono stati rapiti da un’organizzazione di stampo mafioso collegata con la Sicilia e la teoria poggia le basi sul fatto che i Sodder erano di origine italiana e che in quel periodo la mafia si espandeva nel ramo del trasporto del carbone, l'attività di George Sodder.

Il presunto rapimento però non fu mai seguito da richieste di riscatto: potrebbe non essere stato fatto a scopo estorsivo oppure si, ma qualcosa forse andò storto.

Le altre teorie: la tenutaria di una locanda e un autista sostengono di aver visto delle persone, la notte del rapimento, nelle vicinanze di casa Sodder e una donna dice di aver visto una macchina quella notte, con dei bambini a bordo, allontanarsi a velocità dalla casa.

L'albergatrice sosteneva anche di aver sentito parlare quelle persone in una strana lingua che, dopo varie prove, è stata identificata come l'italiano.

La fine di tutto: George e Jennie Sodder muoiono senza sapere cosa accadde ai loro piccoli ma fanno erigere una lapide che racconta la storia della loro famiglia e decorata da sei ritratti, cinque foto dei bambini scomparsi e la sesta, ricevuta negli anni Sessanta dall'Italia e il cui giovane non è mai stato identificato.

C'è una frase impressa su quella lapide (guarda la foto della lapide fatta per il sito del museo Smithsonian), è stata fatta scrivere nel 1975: "Dopo trent'anni non è comunque tardi per investigare".
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