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Il mistero irrisolto di contrada Settefurie: la bellezza (perduta) nell'ex feudo in Sicilia

Questa zona dell'isola desta molta curiosità. Grazie alle ricerche di alcuni storici come Vincenzo Napoli, oggi, è possibile “in via cautelare” abbozzare alcune ipotesi

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 2 gennaio 2023

Contrada Settefurie in Sicilia

Oltre alle bellezze che il mondo intero ci invidia, la Sicilia è nota per i suoi misteri irrisolti. Siti archeologici abbandonati nel tempo, strutture dalla storia complessa e interi territori che nascondono delle verità. Mancano i fondi, le competenze e spesso, alcuni progetti vengono accantonati per ovvi motivi.

Il territorio castelvetranese è ricco di sorprese, alcune delle quali sono in fase di datazione (semmai sarà possibile). Tra queste, la contrada Settefurie.

Nella parte sud dell’ex feudo di Fontanelle, nel tratto compreso tra la vecchia trazzera per Campobello di Mazara e la strada di Bresciana, si trova un costone roccioso accompagnato da un vallone particolare.

Grazie alle ricerche di alcuni storici, specie quelle approfondite di Vincenzo Napoli, oggi, è possibile “in via cautelare” abbozzare alcune ipotesi.

Lo stesso storico è stato in grado di ricostruire in una mappa l'intera area e fatte delle valutazioni che andrebbero analizzate.
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Un terreno caratterizzato da alcune fosse rettangolari (6) adibite alla raccolta delle acque. Esse sono contraddistinte dalla presenza di incavature, scavi, trincee, tracce di mura e gradini realizzati nella roccia. Purtroppo, per via delle tracce di sopraelevazioni e di crolli successivi, non è stato possibile quantificare il numero di ambienti destinati alle abitazioni.

Tra le particolarità di notevole interesse, senza dubbio, un vano di forma pressoché rettangolare che, vicino alla parete di fondo, su una base a forma di pedana, presenta un blocco squadrato di mt. 1,28 per lato. Sicuramente, senza certezze alcune, il blocco doveva servire per uno scopo importante.

Desta molta curiosità un altro blocco (quasi quadrato) della misura pari a 65x52. L’ipotesi più probante è quella di una cappella non portata a termine. Nel luogo è presente anche un pozzo profondo. Sul costone citato in precedenza sono visibili due grandi grotte collegate tra loro da un corridoio artificiale di circa 4 metri.

Anche in questo caso, solamente l’attento visitatore comprende che l’abbeveratoio presente all’estremità del corridoio era utilizzato dai cavalli e non, pecore o altri animali.

Infatti, è abbastanza alto rispetto al piano di calpestio. Un altro elemento di studio è dettato dalla presenza di un edificio moderno. Sembra costruito su una base più ampia e potrebbe avere ospitato una struttura più antica e vasta.

Dallo stesso (ipotesi), in antichità, era possibile controllare tutto il territorio belicino sino a Mazara, ovvero la foresta di Birribaida. In assenza di documenti e testi antichi, sono state poste alcune domande al riguardo la datazione e il periodo di riflesso dello stesso sito. Sono state valutate alcune caratteristiche.

Nel primo caso, potrebbe rappresentare un palazzetto (Palazzillo?). In un secondo caso, sarebbe stata la vecchia dimora dell’Imperatore Federico, il quale costruì questa struttura durante i soggiorni dedicati alla caccia. In un terzo caso, le coincidenze con le strutture del Castello della Pietra possono invece riportare indietro con i tempi e soffermarsi su date completamente diverse rispetto alle altre ipotesi.

Attualmente il sito versa in condizioni fatiscenti, ricoperto da una folta vegetazione che nasconde parte della sua bellezza. Raggiungerlo è semplice nonostante la presenza di alcune discariche abusive lungo la strada di avvicinamento. Una volta raggiunto l’edificio, il paesaggio è meraviglioso.

Si mescolano diverse forme di vegetazioni, colture, ambienti e forse, in molti aumenta il rammarico per una bellezza perduta. L’auspicio è quello di rimediare con progetti che mirano dritti al recupero del luogo e conservare un pezzo di storia della Sicilia.
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