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Il pronto soccorso dell'ospedale Cervello sta per chiudere: cosa cambia, si corre ai ripari

La notizia della chiusura di una delle aree d'emergenza nevralgiche della città ha scatenato polemiche. Si temono disagi e proteste. Interviene la Regione

Balarm
La redazione
  • 16 febbraio 2023

Il pronto soccorso dell'ospedale Cervello di Palermo

Il pronto soccorso dell'ospedale Cervello di Palermo chiuderà per consentire i lavori di ristrutturazione. La notizia ha scatenato un coro di polemiche che va avanti da giorni. A preoccupare sono i disagi che potrebbe causare la chiusura di un'area di emergenza nevralgica che serve una zona ampia della città. Il rischio è infatti che il flusso di pazienti possa gravare sulla tenuta dei pronto soccorso degli altri ospedali, generando così lunghe attese e difficoltà non solo per i cittadini ma anche per il personale sanitario, già sottodimensionato.

Preoccupazioni comprensibili a cui la Regione ha provato a dare risposta trovando due soluzioni per gestire la situazione e provare a contenere i disagi. La prima azione, durante i lavori al “Cervello”, sarà l'ampliamento del pronto soccorso dell'ospedale Villa Sofia, che aumenterà la sua superficie operativa, comprendendo tutto il Padiglione Biondo (circa 1000 mq).
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Previsto anche un temporaneo accorpamento tra le aree di emergenza dei due nosocomi, che consentirà l’apertura di altre due postazioni di visita e cura e il Triage avanzato con presenza medica.

Inoltre, i lavori di ristrutturazione del “Cervello” non saranno avviati almeno sino a quando non sarà aperto e messo a regime il nuovo pronto soccorso del Policlinico di Palermo, previsto per il 27 febbraio.

Sulla questione è intervenuto personalmente il presidente della Regione Renato Schifani, d’intesa con l’assessore alla Salute Giovanna Volo: «Abbiamo ragionato con i soggetti coinvolti – dichiara il governatore – al fine di costruire e programmare un sistema coordinato che non rechi in questa circostanza alcun pregiudizio al diritto all’assistenza e alla salute dei cittadini».

Anche l'azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello assicura che non ci saranno disagi e che non si tratta di una vera e propria chiusura. «Appare oltremodo riduttivo, quanto fuoriviante, parlare di chiusura del pronto soccorso per i seguenti motivi: rimarebbe, in ogni caso conservata la funzione di astanteria presso il presidio Cervello, consentendo, altresì, l’avvio dei lavori di ristrutturazione e l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse umane dedicate al pronto soccorso» spiega in una nota l'azienda.

«Il “nuovo” pronto soccorso adulti di Villa Sofia beneficerà di un notevole incremento di superficie operativa - prosegue la nota -, migliorando semmai il comfort dell’utenza e non certamente compromettendo l’efficienza e l’efficacia dell’accoglienza e tantomeno dell’assistenza e la qualità delle prestazioni in emergenza. Non ultimo sarà ricompattato il Dipartimento Materno Infantile con il conseguente spostamento del pronto soccorso pediatrico, della Pediatria e dell’Ortopedia pediatrica presso il presidio Cervello ad integrazione del pronto Soccorso Ostetrico ginecologico e degli altri reparti appartenenti a tale Dipartimento».

Le rassicurazioni di Regione e azienda ospedaliera non hanno però placato le proteste dei sindacati. La Fials ha annunciato per giovedì 23 febbraio un sit-in davanti alla sede legale dell’azienda in viale Strasburgo. «La situazione delle aree di emergenza è già critica - scrive il sindacato – e non potrà che peggiorare in città considerato che resterà attivo solo il pronto soccorso di Villa Sofia, che inevitabilmente subirà un sovraccarico di accessi».

E continuano anche le polemiche e i timori. C'è chi sottolinea che le due soluzioni da sole non bastino, come fa il biologo Maurizio Di Piazza, membro del Comitato scientifico del Centro europeo Medicina delle catastrofi e responsabile regionale del dipartimento Maxi Emergenze di Forza Italia: «Il solo incremento della superficie operativa del pronto soccorso di Villa Sofia, non risolve le difficoltà che, i cittadini/pazienti della zona ovest della città di Palermo, ma anche quelli della zona costiera della città metropolitana, avranno per le ataviche problematiche di percorribilità che caratterizzano la città di Palermo, con notevoli rischi di divenire critica nel caso di necessità di interventi tempo-dipendenti come nel caso di ictus o infarto».

«La soluzione come quella individuata dai vertici dell’azienda ospedaliera, ovvero, di chiudere il pronto soccorso dell’ospedale Cervello e dirottare l’utenza a Villa Sofia, se confermata, creerebbe un enorme caos e innumerevoli disagi ad una corposa utenza - contestano i consiglieri di Progetto Palermo - Speriamo che le rassicurazioni del Presidente Schifani non rimangano solo parole e che, invece, si adoperi concretamente onde evitare la chiusura del pronto soccorso, affinché venga garantito il diritto alla salute, anche attraverso investimenti per l’incremento del personale sanitario, drasticamente sottodimensionato».
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