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L'antimafia (quella vera) arriva a casa: a Palermo il delivery dei libri del Centro Pio la Torre

Un modo per non fermarsi nonostante la chiusura al pubblico della biblioteca del centro a causa dell'epidemia da Covid 19. Vi spieghiamo come funziona

Balarm
La redazione
  • 28 gennaio 2021

Se la montagna non va da Maometto... il Centro Pio la Torre, soprattutto in questo tempo di pandemia, va alla montagna. Cioè, entra nelle nostre case e lo fa nel migliore dei modi, con i libri.

Nasce a Palermo il social delivery della cultura antimafia, un servizio gratuito di consegna a domicilio dei propri volumi. Un modo per non fermarsi nonostante la chiusura al pubblico della biblioteca del centro per le misure di contenimento dell'epidemia da Covid 19.

Si tratta di un servizio di prestito a domicilio, l'iniziativa rientra nel progetto Biblioteca2030, finanziato dal MIBACT e sostenuto da COOP Alleanza 3.0

La biblioteca del Centro Pio la Torre dispone di circa quattromila titoli, in alcuni casi volumi rari e difficilmente reperibili in libreria, prevalentemente di argomento politico, sociologico, culturale, di storia del fenomeno mafioso e lotta alla mafia.
Per consultare il catalogo dei libri disponibili è sufficiente andare alla pagina web dedicata sul sito.
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Una volta trovati i titoli di proprio interesse, contattando il centro all'e-mail libriacasatua@piolatorre.it o al numero di telefono 091348766, si riceveranno le istruzioni per il trattamento dei libri in sicurezza.

Al momento della restituzione i libri verranno posti in quarantena per un periodo di 15 giorni, alla fine del quale potranno essere nuovamente dati in prestito.

Il servizio è disponibile entro i confini della città di Palermo ed è totalmente gratuito, grazie anche al contributo economico di COOP Alleanza 3.0, partner del progetto che ha voluto partecipare attivamente ad una iniziativa che in questa fase complessa interviene nel solco degliobiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Saranno i volontari dell'associazione di protezione civile LeAli che sono stati appositamente formati per le fasi di consegna e restituzione dei libri, ad occuparsi del recapito a domicilio nel rispetto delle procedure anti-covid.

Obiettivo dell'iniziativa, rivolta a chi in questo periodo ha difficoltà a spostarsi, è contribuire a rompere l'isolamento imposto dalla pandemia, senza rinunciare al piacere della lettura.

Ogni occasione è buona per spendere due parole su Pio la Torre e cogliamo l'occasione fonitaci da questa bella notizia, per farlo. La sua è una storia importante, sia come uomo e come politico. Andava avanti come un treno, sempre. Finché fu assassinato per mano mafiosa insieme al suo collaboratore Rosario di Salvo il il 30 aprile del 1982.

Dieci anni dopo, nel 1992, un mafioso pentito, Leonardo Messina, rivelò che "fu ucciso su ordine di Totò Riina a causa della sua proposta di legge riguardante i patrimoni dei mafiosi". Si tratta della legge n. 646, del 13 settembre 1982, nota come legge "Rognoni-La Torre" che introdusse per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali.

Il testo normativo prendeva origine da una proposta di legge presentata alla Camera dei deputati il 31 marzo 1980 (Atto Camera n. 1581), che aveva come primo firmatario l'on. Pio La Torre ed alla cui formulazione tecnica collaborarono anche il giovane magistrato della Procura di Palermo, Rocco Chinnici.


Solo il suo assassinio potè fermarlo. Di certo non lo avrebbe fermato una pandemia e così, chi oggi porta avanti il Centro studi in suo nome, fa altrettanto.
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