L'arte che guarda Palermo: le vetrine del "Riso" diventano un museo permanente
Tre giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti si alternano nella "Glass-room – arte in trasparenza" del Museo Riso. Ecco il nuovo progetto proposto da CoopCulture
RISO, Museo d’arte moderna e contemporanea (Palermo)
Glass-room – arte in trasparenza è il nuovo progetto proposto da CoopCulture a RISO, Museo d’arte moderna e contemporanea e all’Accademia di Belle Arti, pensato per trasformare le vetrine del museo in uno spazio espositivo permanente e accessibile 24 ore su 24.
Il front del RISO ha sempre ospitato interventi creativi – non ultimo “Tra cielo e terra” di Claire Fontaine - ma per la prima volta è oggetto di un progetto unitario a tappe di tre giovani artisti alle prese con materiali inusuali.
«La collaborazione tra RISO e Accademia agirà su più fronti: i ragazzi lavoreranno sulle vetrine che diventano un diaframma tra interno ed esterno, arte partecipata che entra nel nostro tempo e vive con noi», dice Evelina de Castro, direttore del RISO mentre il direttore dell’Accademia di Belle Arti, Umberto De Paola sottolinea come questo «sarà un test per i nostri ragazzi: la pratica poietica del fare è collegata allo sperimentare».
Per sei mesi, da fine gennaio, tre giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti - Maria Tindara Azzaro (Sant'Agata di Militello, 1999) costruisce una particolare “finestra” su un paesaggio immaginario, fatto di pieghe e tessuti; Tony Lombardo (Palermo,2001) immagina una fabbrica di metamorfosi tra pet shop e wunderkammer, Aurora Amorelli (Caltanissetta, 2000) usa invece la gommapiuma per ideare un luogo dell’ inconscio - si alternano nella Glass-room costruendo altrettante installazioni site specific; cinquanta giorni a testa, un flusso continuo di opere che cambiano, si sostituiscono, si raccontano.
«Per noi sarà un momento importantissimo: gli studenti, al di là dello spazio della didattica, assorbono così linee guida su quello che è realmente il sistema dell’arte» spiega Daniele Franzella, docente di Scultura all’Accademia. L’obiettivo è semplice e ambizioso insieme: rendere l’arte contemporanea una presenza quotidiana, non elitaria, ma gesto di prossimità. La Glass-room diventa così una vetrina che ospita visioni, un luogo dove la cultura torna a essere relazione, cura, cittadinanza attiva.
«L’arte contemporanea arriva sull’asse della città: CoopCulture crede da sempre che l’arte debba essere accessibile a tutti», interviene Irene Lo Bianco di CoopCulture.
Accanto alle installazioni, infatti, il progetto prevede workshop con gli artisti, laboratori tematici e talk pubblici nell’atrio dell’antico palazzo: ogni opera diviene occasione di incontro, formazione e dialogo.
E alla fine di ogni ciclo, le opere entreranno in un circuito inatteso: saranno donate a un istituto penitenziario della città, portando l’arte là dove la fragilità chiede nuovi strumenti di espressione e riscatto.
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