L'influenza verso il picco, bimbi i più colpiti: pronto soccorso sotto pressione a Palermo
Al pronto soccorso del Di Cristina gli accessi sono raddoppiati, con picchi del 300% nei festivi. L'intervista al direttore sanitario del Civico-Di Cristina Domenico Cipolla
Il periodo natalizio porta con sé due costanti: i regali sotto l’albero… e le (meno gradite) influenze stagionali. Anche nel 2025, infatti, durante le festività si è registrato un aumento dei casi, in particolare tra i bambini al di sotto dei 5 anni.
Secondo l’ultimo bollettino dell'Iss (Istituto superiore di Sanità), "Respirvinet", la Sicilia rientra tra le regioni più colpite da questa ondata influenzale. Le cause dell’aumento dei contagi sono molteplici, ma tra le principali vi è senza dubbio il ritrovarsi in famiglia in ambienti chiusi, una condizione che favorisce la diffusione dei contagi.
Ma non sempre il bicchiere è mezzo vuoto, e rispetto alla scorsa stagione iniziano a emergere alcuni dati incoraggianti. Per delineare un quadro più chiaro della situazione abbiamo rivolto alcune domande a Domenico Cipolla, pediatra e direttore sanitario degli ospedali Civico e Di Cristina di Palermo.
Per quanto riguarda i sintomi, il direttore Cipolla conferma che si tratta dei classici quadri influenzali: congestione nasale, febbre, tosse e, in alcuni casi, problematiche respiratorie come bronchite o polmonite, fortunatamente senza numeri particolarmente allarmanti.
Rispetto agli anni precedenti, però, Cipolla sottolinea un miglioramento significativo: «Notiamo una netta riduzione dei casi di bronchiolite nei bambini più piccoli. Questo risultato è legato all’introduzione, da circa un anno, di una nuova forma di prevenzione – si tratta di un anticorpo monoclonale, con un effetto simile a quello di un vaccino – somministrata a partire da novembre 2024 nei punti nascita (e recuperando la somministrazione ai bambini nati prima di questa data). Ciò ha determinato una diminuzione di circa l’80% dei casi nei bambini nei primissimi anni di vita. Un dato davvero epocale».
Questo risultato positivo si traduce inevitabilmente in una minore affluenza di piccoli pazienti con bronchiolite. Basti pensare che durante la stagione epidemica 2022-2023 furono circa 900 i bambini ricoverati all’Ospedale dei Bambini di Palermo per questa specifica patologia.
Al di là di questi segnali incoraggianti, però, la nuova ondata influenzale sta determinando un sensibile aumento dei casi sia tra adulti che tra bambini. Il direttore Cipolla conferma infatti che, in questo periodo, il pronto soccorso dell’Ospedale Di Cristina è particolarmente affollato, soprattutto nei giorni festivi, quando risulta più difficile rivolgersi al medico di famiglia.
«Riusciamo comunque a reggere l’impatto, nonostante la forte affluenza», spiega Cipolla. «In questo periodo gli accessi sono sostanzialmente raddoppiati. Ieri, ad esempio (martedì 30 dicembre), abbiamo 32 pazienti, con un sovraffollamento pari al 193%. In alcune occasioni arriviamo anche al 250-300%. Possiamo contare, però, su un numero adeguato di medici e infermieri e su un’organizzazione che ci consente di rispondere alle esigenze della città».
Infine, il direttore guarda con fiducia al futuro: «Ci auguriamo che nei prossimi mesi e anni, grazie allo sviluppo delle case di comunità, al rafforzamento della continuità assistenziale H24 e al miglioramento della medicina territoriale, si possa ridurre l’affluenza al Pronto soccorso, riservandolo ai casi più gravi che necessitano di interventi urgenti. Al momento dell'intervista, ad esempio (pomeriggio del 30 dicembre, ndr), registriamo 12 codici verdi che dovrebbero essere gestiti sul territorio.
È una situazione ricorrente, alla quale siamo abituati. Come direzione strategica stiamo comunque cercando di supportare i Pronto soccorso, sia per adulti che per bambini, aumentando il personale e trovando soluzioni rapide per la sostituzione di operatori assenti per malattia o gravidanza».
Secondo l’ultimo bollettino dell'Iss (Istituto superiore di Sanità), "Respirvinet", la Sicilia rientra tra le regioni più colpite da questa ondata influenzale. Le cause dell’aumento dei contagi sono molteplici, ma tra le principali vi è senza dubbio il ritrovarsi in famiglia in ambienti chiusi, una condizione che favorisce la diffusione dei contagi.
Ma non sempre il bicchiere è mezzo vuoto, e rispetto alla scorsa stagione iniziano a emergere alcuni dati incoraggianti. Per delineare un quadro più chiaro della situazione abbiamo rivolto alcune domande a Domenico Cipolla, pediatra e direttore sanitario degli ospedali Civico e Di Cristina di Palermo.
Per quanto riguarda i sintomi, il direttore Cipolla conferma che si tratta dei classici quadri influenzali: congestione nasale, febbre, tosse e, in alcuni casi, problematiche respiratorie come bronchite o polmonite, fortunatamente senza numeri particolarmente allarmanti.
Rispetto agli anni precedenti, però, Cipolla sottolinea un miglioramento significativo: «Notiamo una netta riduzione dei casi di bronchiolite nei bambini più piccoli. Questo risultato è legato all’introduzione, da circa un anno, di una nuova forma di prevenzione – si tratta di un anticorpo monoclonale, con un effetto simile a quello di un vaccino – somministrata a partire da novembre 2024 nei punti nascita (e recuperando la somministrazione ai bambini nati prima di questa data). Ciò ha determinato una diminuzione di circa l’80% dei casi nei bambini nei primissimi anni di vita. Un dato davvero epocale».
Questo risultato positivo si traduce inevitabilmente in una minore affluenza di piccoli pazienti con bronchiolite. Basti pensare che durante la stagione epidemica 2022-2023 furono circa 900 i bambini ricoverati all’Ospedale dei Bambini di Palermo per questa specifica patologia.
Al di là di questi segnali incoraggianti, però, la nuova ondata influenzale sta determinando un sensibile aumento dei casi sia tra adulti che tra bambini. Il direttore Cipolla conferma infatti che, in questo periodo, il pronto soccorso dell’Ospedale Di Cristina è particolarmente affollato, soprattutto nei giorni festivi, quando risulta più difficile rivolgersi al medico di famiglia.
«Riusciamo comunque a reggere l’impatto, nonostante la forte affluenza», spiega Cipolla. «In questo periodo gli accessi sono sostanzialmente raddoppiati. Ieri, ad esempio (martedì 30 dicembre), abbiamo 32 pazienti, con un sovraffollamento pari al 193%. In alcune occasioni arriviamo anche al 250-300%. Possiamo contare, però, su un numero adeguato di medici e infermieri e su un’organizzazione che ci consente di rispondere alle esigenze della città».
Infine, il direttore guarda con fiducia al futuro: «Ci auguriamo che nei prossimi mesi e anni, grazie allo sviluppo delle case di comunità, al rafforzamento della continuità assistenziale H24 e al miglioramento della medicina territoriale, si possa ridurre l’affluenza al Pronto soccorso, riservandolo ai casi più gravi che necessitano di interventi urgenti. Al momento dell'intervista, ad esempio (pomeriggio del 30 dicembre, ndr), registriamo 12 codici verdi che dovrebbero essere gestiti sul territorio.
È una situazione ricorrente, alla quale siamo abituati. Come direzione strategica stiamo comunque cercando di supportare i Pronto soccorso, sia per adulti che per bambini, aumentando il personale e trovando soluzioni rapide per la sostituzione di operatori assenti per malattia o gravidanza».
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