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La guida che non ti aspetti a Pantelleria: l'animale (mitico) che educa al "lento vagare"

Amico dell'uomo da sempre, per secoli ha accompagnato la vita e il lavoro degli abitanti dell'isola. Adesso, dopo aver rischiato la totale estinzione, vi fa ritorno

Jana Cardinale
Giornalista
  • 10 luglio 2022

L'asino di Pantelleria

È svelto e slanciato, ha zampe sottili, muscolose e asciutte, orecchie relativamente corte e sempre dritte e il piede grande, con zoccoli durissimi. Ha un passo sicuro su tutti i terreni e un’andatura veloce soprattutto in discesa in mezzo ai ciottoli, con grande resistenza alle condizioni estreme di disagio, compresa la mancanza di acqua potabile. Ed è intelligente.

Sono queste le caratteristiche principali dell’asino di Pantelleria, che già per tanti secoli ha accompagnato la vita e il lavoro dei suoi abitanti e che adesso, dopo essere giunto ormai alla quasi totale estinzione, vi fa ritorno.

E diventa anche educatore, animatore territoriale e guida turistica, grazie a un progetto dell’Ente Parco che incontra la trentennale esperienza degli esperti dell’Asineria didattica di Reggio Emilia.

“La perla nera” del Mediterraneo, dunque, particolarmente ricca dal punto di vista gastronomico, famosa soprattutto per i capperi IGP, esportati in tutto il mondo, e il Passito, vino dolce da dessert ricavato esclusivamente dall'uva di Zibibbo coltivata sull'isola attraverso un metodo di essiccazione naturale, sospesa tra l'Africa e l'Europa e immersa in un mare blu cobalto, bella e senza fronzoli, è la casa di questo animale leggendario.
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Su di lui la superstizione popolare si è sbizzarrita più che mai, e conserva affascinanti qualità neanche troppo nascoste.

Qualche week end fa l’asino pantesco ha vissuto un momento speciale, che ha visto l’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria accogliere sull’isola Massimo Montanari, educatore dell’Asineria didattica di Reggio Emilia.

La sua presenza ha rappresentato il primo passo del percorso di collaborazione che coinvolgerà l’associazione Lento Vagare, finalizzato alla valorizzazione e alla tutela degli asini panteschi attraverso percorsi di cura degli animali, di avvicinamento all’uomo, sensibilizzazione e informazione.

«L’asino è maestro di lentezza e insegna alle persone a rallentare, a osservare e a godere appieno della natura – dice Montanari - . Educa ad assorbire quello che c’è intorno al mondo, perché il turista è un viandante attento che deve imparare a degustare il paesaggio.

L’asino è anche un grande relatore, perché “parla” un linguaggio particolare ed esprime il massimo con ospiti affetti da particolari patologie consentendo attività molto intense che creano relazioni di reciprocità profonda.

Con loro sanno avviare un cammino in senso diverso, permettendo di uscire dal guscio e diventare protagonisti. Succede perché l’asino li sa accompagnare».

Al Centro Visite Museo Geonaturalistico di Punta Spadillo, i rappresentanti del Parco hanno organizzato un incontro tra esperti, operatori, guide e la cittadinanza per conoscere le attività che coinvolgono gli asini panteschi.

La loro presenza a Pantelleria, così come ha spiegato il presidente del Parco, Salvatore Gabriele, è stata possibile grazie alla sinergia con la Regione e l'allevamento di San Matteo a Valderice, che ha consentito, lo scorso anno, il ritorno al contesto di origine dell'asino pantesco.

L'associazione Lento Vagare, rappresentata da Giovanni Oddo e Michela Silvia, socia esperta in Educazione Emotiva, ha cura di occuparsi con gli altri soci del benessere e della cura degli animali nonché delle attività progettuali che li vedranno protagonisti.

Fra queste, i laboratori per i più piccoli e il trekking da soma, attività già sperimentata che ha visto l'asino pantesco nel ruolo di vera e propria guida nel percorso da Punta Spadillo a Gelfiser, dove diventa il "condottiero" dell'attraversamento dei sentieri, dettando i tempi del passo che il gruppo deve seguire.

Ed è questo il vero senso della sua interazione con l'uomo e con i bambini, per sensibilizzarli alla cultura degli animali: vederli in chiave moderna, lontana dall'ottica dello strumento di lavoro, ma quale animale capace di educare l'umano alla sua caratteristica lentezza che è riflessività.

Intanto sull’isola ha preso il via anche un progetto dedicato alle azioni di tutela e valorizzazione dell'Asino pantesco, denominato "Pantelleria Asinabile".

Obiettivo è la sensibilizzazione e alla formazione della comunità seguendo percorsi educativi e di avvicinamento a queste splendide creature, tra cui il laboratorio "L'asino un vulcano di coccole", attività di relazione e contatto attraverso il gioco "Cocco l'asino".

La presentazione del progetto "Pantelleria asinabile" è stata introdotta dalla Direttrice del Parco Nazionale Isola di Pantelleria, Sonia Anelli, cui ha fatto seguito poi la rappresentazione delle attività intraprese per l’avvicinamento delle asine all’uomo a cura dell’Associazione Lento Vagare.

Il ritorno a casa, nel proprio habitat naturale, dei tre splendidi esemplari di asino pantesco provenienti dall’allevamento dell’ex Azienda regionale Foreste “San Matteo”, che dal 1989 ha avviato un progetto pilota per la ricostituzione della razza consentendo nel 2006 l’iscrizione al registro anagrafico delle razze equine di questo animale, si realizza grazie a un accordo sottoscritto tra Regione e Parco nazionale di Pantelleria che pone al centro la tutela, la conservazione e la valorizzazione di questo esemplare.

I tre asinelli sono stati sistemati al Centro visita del Parco Nazionale a Punta Spadillo e con il loro arrivo, allora, il Parco ha ufficializzato anche la propria mascotte: Francesco l’asinello pantesco, creato dalla matita dall’architetto Vita Angela Accardi.

Pantelleria, tutta da vedere, tra siti archeologici e sentieri per il trekking e panoramici, dalla cui sommità del punto più alto del suo parco, Montagna Grande, si possono ammirare i tramonti africani, è il rifugio di questa prestigiosa e storica razza animale, amica dell’uomo fin dall’antichità.
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