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La passerella naturale in Sicilia tra le lagune: spunta tra due borghi, con la bassa marea

A metà tra due borghi marinari, si trova il sito "virtuale", un luogo suggestivo. Una spiaggia di circa 7 chilometri dall’equilibrio precario e dall’origine lontana

Santi Cautela
Giornalista enogastronomico
  • 30 aprile 2024

La beachrock di Ganzirri

Tra Ganzirri e Torre Faro esiste una delle beachrock più importanti d’Italia. Si tratta di un mix di sedimenti sabbiosi e ghiaiosi che emergono dal mare a pochi centimetri dalla riva e costituiscono, come nel caso messinese, una sorta di passerella naturale.

Con la bassa marea ecco il verificarsi di un fenomeno che trasforma la costa in un insieme di piscine lagunari. Ganzirri e Torre Faro sono infatti i due punti che racchiudono la costa ionica messinese e che regalano un panorama pazzesco sullo Stretto di Messina.

A metà tra questi due borghi marinari, si trova il sito virtuale della posa dei basamenti del Ponte. Una spiaggia di circa 7 chilometri dall’equilibrio precario e dall’origine assai lontana, qui dove la parte geologica della "Sicilia africana" incontrò milioni di anni fa il fondale italiano.

Un panorama suggestivo dove stanno nascendo diverse attività ricettive sostenibili, tra queste l’home restaurant della chef Antonella Adragna.
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In appena 3 chilometri di mare, il fondale supera i mille metri e non è raro trovare spiaggiamenti di pesci abissali o il passaggio di balenottere. Un’altra caratteristica di queste calette, è la comunicazione tramite canali con i laghi di Ganzirri dove vengono allevate le cozze più famose della Sicilia.

Di recente il Comune ha fatto costruire gli affacci sul Lago che ricordano i piccoli moli sui laghi svizzeri. Anche su Ganzirri si inseguono numerose attività legate ai laghi, come il canottaggio e la pesca.

Tra un lago e la spiaggia ionica spesso la distanza è di poche decine di metri. Un habitat molto precario, di recente bonificato, a causa della forte antropizzazione e cementificazione del water front, vedi i numerosi casi di abusivismo edilizio.

Questa zona è ancora poco battuta dai turisti e dai villeggianti che si soffermano maggiormente nella zona del "Pilone", la vecchia antenna di Messina alta ben 224 metri che insieme a quella Calabra assicurava l’elettrificazione della Sicilia Orientale.

Dal 1955 al 1985 questi enormi elettrodotti collegavano Sicilia e Calabria. Ora sono scheletri giganti divenuti meta di curiosi e fotografi, punti di partenza per fotografie panoramiche sullo Stretto.
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