CINEMA E TV
La Sicilia celebra Pupi Avati, ma lui non la sceglie: perché non girerà film nell'Isola
Si trovava nell'Isola con il fratello produttore e sceneggiatore, Antonio Avati, in occasione di una rassegna cinematografica a lui dedicata ad Acireale. I dettagli

Pupi Avati, direttore artistico del festival
Tutti la vogliono, tutti la scelgono ma lui no. Si tratta del regista Pupi Avati che ha detto chiaramente che non intende girare film in Sicilia. Ma vediamo più nel dettaglio i motivi di questa scelta.
Avati si trovava nell'Isola con il fratello produttore e sceneggiatore, Antonio Avati, in occasione di una rassegna cinematografica a lui dedicata "La sconfinata giovinezza di Pupi Avati", organizzata dalla città di Acireale, con il supporto della Regione siciliana per la direzione artistica di Mario Patanè.
Come spesso accade in queste occasioni, il protagonista della serata si racconta al pubblico, partendo da quando ha mosso i primi passi nel mondo del cinema, da quando un ragazzo "bruttarello" a Bologna sceglie il cinema come sua identità stilistica come forma di espressione personale, ammaliato da quel film di Fellini, di cui, confessa, è ancora profondamente innamorato.
Amicizia, stima e affetto sono le parole che legano tutti i protagonisti delle quattro serate in omaggio al Maestro del cinema italiano, come riporta La Sicilia.it, e il segreto della sua magia dietro la cinepresa sembra essere il valore dell’ umanità.
Un viaggio nel lato umano del cinema dove ritrovarsi insieme agli attori protagonisti dei suoi lavori e a quelli che poi, strada facendo diventano amici e compagni di strada.
Quei protagonisti del panorama italiano che, afferma Antonio Avati alla kermesse, «che hanno rivoluzionato tutte le aspettative e hanno vinto la coppa Volpi o il Nastro d’argento, come la qui presente Katia Ricciarelli».
Per restare in argomento e proprio per omaggiare Pupi Avati sono arrivati ad Acireale anche Katia Ricciarelli ed Enrico Lo Verso, che si sono confrontati con Ornella Sgroi prima della proiezione del film “La seconda notte di nozze”, film del 2005 acclamato dalla critica e premiato con il Nastro d’Argento e il Globo d’Oro.
Gli attori hanno incontrato la stampa e Katia Ricciarelli che oltre a sottolineare il rapporto di profonda stima e affetto con il regista ha ricordato con emozione di essere particolarmente legata al territorio acese: «Sono molto legata a questa terra. Mi farebbe piacere rivedere la mia ex villa di Santa Tecla, che poi hanno bombardato, mi ricorda tante cose belle».
Insomma, tanto affetto e stima ma di girare in Sicilia non se ne parla. Infatti quando è stato chiesto al Maestro di girare un film in Sicilia ha risposto che «Non capiterà. Io amo e apprezzo la Sicilia, ma non la conosco a sufficienza».
E non è tutto. Avati è stato interpellato anche sull'offerta che la Sicilia offre nel settore. Per Avati infatti «mancano i film positivi in cui si raccontano le qualità umane delle persone, la bellezza del fatto che il meridione abbia conservato le tradizioni, pur avendo abbracciato la modernità».
Una realtà che per il regista andrebbe raccontata meglio, visto che in altre parti d'Italia, soprattutto al Nord, queste stanno completamente scomparendo.
Avati si trovava nell'Isola con il fratello produttore e sceneggiatore, Antonio Avati, in occasione di una rassegna cinematografica a lui dedicata "La sconfinata giovinezza di Pupi Avati", organizzata dalla città di Acireale, con il supporto della Regione siciliana per la direzione artistica di Mario Patanè.
Come spesso accade in queste occasioni, il protagonista della serata si racconta al pubblico, partendo da quando ha mosso i primi passi nel mondo del cinema, da quando un ragazzo "bruttarello" a Bologna sceglie il cinema come sua identità stilistica come forma di espressione personale, ammaliato da quel film di Fellini, di cui, confessa, è ancora profondamente innamorato.
Amicizia, stima e affetto sono le parole che legano tutti i protagonisti delle quattro serate in omaggio al Maestro del cinema italiano, come riporta La Sicilia.it, e il segreto della sua magia dietro la cinepresa sembra essere il valore dell’ umanità.
Un viaggio nel lato umano del cinema dove ritrovarsi insieme agli attori protagonisti dei suoi lavori e a quelli che poi, strada facendo diventano amici e compagni di strada.
Quei protagonisti del panorama italiano che, afferma Antonio Avati alla kermesse, «che hanno rivoluzionato tutte le aspettative e hanno vinto la coppa Volpi o il Nastro d’argento, come la qui presente Katia Ricciarelli».
Per restare in argomento e proprio per omaggiare Pupi Avati sono arrivati ad Acireale anche Katia Ricciarelli ed Enrico Lo Verso, che si sono confrontati con Ornella Sgroi prima della proiezione del film “La seconda notte di nozze”, film del 2005 acclamato dalla critica e premiato con il Nastro d’Argento e il Globo d’Oro.
Gli attori hanno incontrato la stampa e Katia Ricciarelli che oltre a sottolineare il rapporto di profonda stima e affetto con il regista ha ricordato con emozione di essere particolarmente legata al territorio acese: «Sono molto legata a questa terra. Mi farebbe piacere rivedere la mia ex villa di Santa Tecla, che poi hanno bombardato, mi ricorda tante cose belle».
Insomma, tanto affetto e stima ma di girare in Sicilia non se ne parla. Infatti quando è stato chiesto al Maestro di girare un film in Sicilia ha risposto che «Non capiterà. Io amo e apprezzo la Sicilia, ma non la conosco a sufficienza».
E non è tutto. Avati è stato interpellato anche sull'offerta che la Sicilia offre nel settore. Per Avati infatti «mancano i film positivi in cui si raccontano le qualità umane delle persone, la bellezza del fatto che il meridione abbia conservato le tradizioni, pur avendo abbracciato la modernità».
Una realtà che per il regista andrebbe raccontata meglio, visto che in altre parti d'Italia, soprattutto al Nord, queste stanno completamente scomparendo.
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