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La terrazza (naturale) che si affaccia sull'Etna: ci trovi lo "scupazzu" e 45 specie di orchidee

Si affaccia sul vulcano e su cinque province. In pochi la conoscono ma questo sta per cambiare, grazie all'impegno di Mario e Giusy, figure di riferimento della zona

  • 25 settembre 2022

Il piccolo comune di San Michele di Ganzaria, poco più di 2.800 abitanti, si trova nel cuore dell’entroterra del sud-est siciliano, a 14 chilometri da Caltagirone e ricade nella provincia di Catania. Grazie alla SIEB – Scuola italiana ebike, che ha promosso un’iniziativa per la scoperta e valorizzazione del monte di Ganzaria in occasione della settimana europea della mobilità sostenibile, ho partecipato ad un’escursione che mi ha rivelato questo territorio prezioso e semisconosciuto.

Il centro abitato risale all'anno 1000, probabilmente dovuto alla presenza degli Arabi, e il suo territorio è situato ad un'altezza media di 490 metri slm, in una zona prevalentemente collinare, nei pressi della montagna della Ganzaria.

E proprio la montagna della Ganzaria, un rilievo collinare dei Monti Erei che si trova sopra il paesino di San Michele a circa 800 metri di altitudine e si estende per 1500 ettari, costituisce la punta di diamante di questo territorio per la particolare natura e gli interessanti siti di interesse archeologico.
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Sembra che il nome derivi dall’arabo Hianzaryah che vuol dire "cinghialeria", ovvero luogo popolato da cinghiali. Si riferisce al fatto che lì un tempo si allevavano branchi di cinghiali allo stato semibrado. Tra i suoi inquilini principali troviamo l’istrice, il riccio, la volpe, il coniglio, la donnola, l’allocco, il gheppio e la poiana.

La flora è ricca di maestose querce, pini mediterranei e palme nane. Le foglie di quest'ultima pianta, detta localmente Scupazzu, per secoli hanno fornito materia prima per ottenere caratteristici prodotti dell'artigianato locale: il crine, usato nelle imbottiture dei materassi; le scope e le ventole, classici strumenti d'uso casalingo, e gli intrecci di cordella e treccia, con i quali si ottenevano manufatti vari.

Attualmente è una pianta protetta e si lavora per la conservazione della specie. C’è da precisare, però, che le aree boschive più estese sono quelle di origine antropica, costituite essenzialmente da rimboschimenti a pino domestico, pino d’Aleppo ed eucalipto.

Ma sono le orchidee, con una spettacolare varietà, a farla da padrone e a rendere questo territorio unico, ne sono state ritrovate e censite oltre 45 specie sulle 61 presenti nel territorio siciliano, addirittura alcune endemiche della Sicilia. Le caratteristiche morfologiche del Monte Ganzaria sono la sua altitudine e l’isolamento del grande massiccio, questi elementi determinano una sorta di isola a forma di Y con i due bracci superiori rivolti a ponente, che formano il vasto Vallone dell’Eremita.

Un’ulteriore caratteristica geografica sono le cosiddette ‘ncatusate, ossia delle gallerie drenanti. Si tratta di piccole aperture scavate nella roccia ad arco acuto, se ne aprono numerose sui fianchi del rilievo. Esse sono legate alla particolare costituzione geologica del territorio che, essendo costituito da sabbie quarzose e argille marnose, è in grado di assorbire per porosità le acque meteoriche.

Guardando la montagna da una certa distanza, il suo profilo assume l'aspetto di una grande nave adagiata sulla pianura. Per immergersi fra le sua vegetazione e ammirare la varietà di piante e fiori che vi crescono, bisogna scalarla e seguire alcuni percorsi che l'attraversano, sentire il profumo unico del bosco.

Ci si imbatterà nelle fragranze di varietà aromatiche inconfondibili: origano, salvia, nepitella e finocchietto selvatico; quest’ultimo molto utilizzato nella cucina Sanmichelese. Non possono mancare le piante usate nella medicina tradizionale locale come: erba di San Giovanni, erba argentina e lo spacca pietre, il decotto della cui radice può aiutare per eliminare i dolorosissimi calcoli renali.

Lungo il monte di Ganzaria si erge incombente un monolite calcareo, alto circa tre metri, chiamato Petralonga, e intorno al quale circolano varie leggende. Una di esse è quella della "truvatura", si dice che alla sua base ci sia un inestimabile tesoro (a truvatura per l’appunto).

Per venirne in possesso occorre superare una stravagante prova: bisogna riempirsi la bocca d'acqua nella fontana del paese, imboccare a piedi la via della montagna e, senza inghiottire un sorso dell'acqua contenuta in bocca, giungere sullo zoccolo della pietra e qui scavare fino a ritrovare il tesoro. Sembra che molti ci abbiano tentato, ma nessuno è stato capace di trattenere tutta l'acqua in bocca.

Il punto più alto della montagna è Pizzo Castellana, frequentato e utilizzato dagli amatori di deltaplano e parapendio come pista di lancio e da dove si librava nell’aria anche il famoso e compianto deltaplanista siciliano Angelo D’Arrigo. Dal Pizzo si gode un panorama incantevole, da questa terrazza naturale è possibile scorgere chiaramente i comuni di Grammichele , Mineo, Caltagirone, Niscemi, lo specchio d’acqua della diga Rento e molti laghetti collinari che, nelle giornate limpide, sembra quasi di poter toccare.

Da qui sono visibili l’Etna e cinque province: quelle di Catania, Ragusa, Siracusa, Enna e Caltanissetta. Qualche volta in questa valle è possibile trovare la lupa di mare, ossia un tipo di nebbia che proviene dal mare e si mantiene bassa percorrendo tutta la vallata. In questo caso si potrà assistere ad una scenario da favola, scorgendo fra la nebbia boschi, paesini e colline. Questo territorio costituisce anche un sito di straordinario interesse archeologico: una passeggiata tra archeologia e natura che permette di visitare il sito di Piano Cannelle – Castellazzo, nella parte occidentale della montagna.

Qui si trovano i resti di una necropoli a fossa di età bizantina e un piccolo edificio absidato di età tardo antica. E Poggio Pizzuto, a sud-ovest della montagna, che consiste in un punto panoramico dove si trovano i resti di una torre di controllo di età bizantina. Bisogna sottolineare l’impegno apprezzabile di alcune persone del luogo che stanno operando nella direzione della divulgazione di questo splendido angolo di Sicilia.

In particolare Mario Guccione, ex caposquadra forestale, custode di preziosi saperi ormai quasi perduti e dei segreti della montagna e del territorio. Conosciuto come l’uomo delle orchidee, perché ha scoperto ben 15 specie non ancora censite (come la Ophris lacaitae, per la quale arrivano gruppi di appassionati appositamente per fotografarla).

Mario ha, inoltre, mappato la montagna e creato un piccolo museo degli antichi mestieri e dei giochi medievali. Si potrebbe stare ore ad ascoltarlo, per ogni tipo di pianta declina con disinvoltura il relativo nome in latino, in italiano e in dialetto siciliano e infine ne descrive caratteristiche e uso nell’ambito della medicina naturale.

C’è poi la signora Giusy, moglie di Giuseppe Pomara, e suo figlio Michele dell’hotel Pomara, proprietari della principale struttura ricettiva di riferimento della zona, che operano con passione per far conoscere questo territorio. Nel loro piccolo cercano di fare rete contattando associazioni escursionistiche per dare luce e creare interesse.

Il monte è dotato, infine, anche di una bella area attrezzata con il Parco di Pinocchio, realizzata dalla Forestale. È costituita da numerose postazioni con tavoli e panche in legno, barbecue in pietra, diverse fonti d’acqua e allegre e colorate sculture in legno per la gioia dei più piccoli.

Per arrivare all’area attrezzata, che dal paese di San Michele di Ganzaria dista poco più di 4 chilometri, in Via IV Novembre bisogna svoltare per via Virticchio, continuare a salire da via Antonio Gramsci per circa 4 chilometri e tramite la strada asfaltata si arriva fino all’ingresso della zona archeologica. Poco più avanti, sulla sinistra, un cartello indica l’area attrezzata.
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