Un'isola pedonale tra risse, moto e rifiuti: perché Mondello così "non è da cartolina"
Sotto la bellezza da copertina, c’è un’altra Mondello, fatta di caos e inciviltà tra spazzatura e movida violenta. Il Comune promette azioni concrete: ecco quali
La sabbia fine che accoglie i primi passi scalzi, il promontorio che si staglia all’orizzonte come una promessa, il mare che luccica con i riflessi della luce, all’alba come al tramonto. È la Mondello da cartolina, quella dei sogni dei turisti e delle fughe dei palermitani in cerca di tregua dal caos del centro città.
Eppure, sotto la bellezza da copertina, c’è un’altra Mondello: quella di queste calde giornate di inizio estate, meno patinata ma più vera. Quella che ogni mattina si sveglia tra cocci di vetro, odori acri e i resti di una notte che ha lasciato il segno.
Risse improvvise sul molo, ragazzi che usano le vie della piazza come orinatoi sotto le stelle, sacchi di spazzatura accumulati davanti a negozi, bottiglie di vetro rotte e una puzza insopportabile che accompagna ogni risveglio: il conto salato di un degrado sempre più diffuso e di una movida che invade la borgata marinara ben prima che la stagione turistica prenda ufficialmente il via.
A raccontarlo sono soprattutto i residenti, stanchi, arrabbiati, delusi. «Non si sono più regole e civiltà - dice Veronica Schillaci, che da quando è piccola trascorre la sua estate a due passi dalla piazza - Schiamazzi notturni, musica a tutto volume, mancanza di controlli. E la mattina ci svegliamo con rifiuti ovunque. Per non parlare delle biciclette elettriche che sfrecciano senza curarsi dei pedoni».
Proprio la zona pedonale è una delle note più dolenti di questa calda estate palermitana: invasa da moto e auto parcheggiate dove non dovrebbero, i pedoni sono costretti a fare lo slalom tra sacchi d’immondizia e mezzi in sosta.
Dove dovrebbe esserci bellezza, c’è caos e inciviltà. Dove dovrebbero esserci bambini che corrono senza pericoli, ci sono mezzi a motore roboanti che calpestano la loro infanzia. Dove ci dovrebbero essere passeggiate serene, ci sono schivate continue, clacson e sgommate. Dove ci dovrebbe essere una stagione luminosa, c’è una quotidianità stanca, che si ripete uguale ogni mattina.
Chi Mondello la conosce, la studia e prova a difenderla denuncia da anni il corto circuito tra bellezza e abbandono.
«È una pedonalizzazione fragile, che ha bisogno di essere finalmente consolidata» spiega Angelica Agnello, architetta e residente storica della borgata. «A Mondello esistono due aree pedonali: una più piccola e ormai permanente, lungo via Regina Elena tra l’ex Baretto e il Circolo Lauria, e una più ampia che va dalla Sirenetta alla Piazza, attiva solo nei mesi estivi. Sono due contesti molto diversi, sia per epoca di istituzione che per complessità di gestione».
La prima pedonalizzazione, istituita nel 2014, è diventata nel tempo un luogo di aggregazione quotidiana. «Sei anni fa è stato realizzato un primo intervento di consolidamento, con la colorazione dell’asfalto e l’installazione di arredi urbani durevoli, ma oggi quell’intervento è superato: l’asfalto colorato non basta più. Serve una pavimentazione adatta a un lungomare pedonale, servono dissuasori veri, stabili, strutturali».
Il problema, però, è sempre lo stesso: la vulnerabilità. «Basta una transenna spostata - racconta Agnello - ed entrano motorini, minicar, perfino automobili. E da settimane nessuno si occupa di riparare gli arredi rotti, le panchine divelte, i monopattini lasciati abbandonati. Ma non si può pensare che una pattuglia debba stare lì h24 per proteggere un’isola pedonale: così non può funzionare».
Per la seconda area - quella più estesa e complessa - il futuro è ancora tutto da scrivere: «Da bambina sentivo dire che il lungomare sarebbe stato pedonalizzato “quando avrebbero aperto via Palinuro”. Ecco, oggi via Palinuro è aperta. Speriamo solo di non dover aspettare altri dieci anni per ripensare anche lì la pavimentazione».
Sul tavolo delle istituzioni la questione che affligge la borgata è ormai urgente. A intervenire è anche Ferdinando Cusimano, consigliere di Forza Italia della Settima Circoscrizione, che parla di «situazione non più tollerabile».
«La polizia municipale non è presente, e così la ZTL non funziona» - racconta - «Chiunque entra liberamente all’interno dell’area, da via Regina Elena fino a via Mondello. Il venerdì sera quella zona viene presa d’assalto da motociclisti e automobilisti che vengono a bere e a fare confusione. C’è chi orina, chi fuma spinelli in strada, ormai è diventato un bagno pubblico a cielo aperto. Qualche notte fa alcuni ragazzi sono finiti in mare, cadendo dal molo a seguito di una rissa».
«Mondello - ricorda Cusimano - non è solo ristoranti e locali, ma anche un quartiere abitato, con famiglie, B&B e alberghi. Questa situazione è diventata insostenibile, fino alle 4 del mattino si sentono urla, musica e risse. Chi lavora nel turismo è allo stremo. I clienti si lamentano, i residenti anche».
Secondo il consigliere, la responsabilità non è della Municipale, che fa quel che può con le risorse disponibili: «È una questione politica. L’assessore competente dovrebbe coinvolgere di più le forze dell’ordine perché il problema non è solo di viabilità, ma di sicurezza pubblica. Serve una cabina di regia seria per evitare il caos totale».
E aggiunge, con il tono amaro di chi si sente impotente di fronte allo sfacelo: «Come Circoscrizione possiamo solo segnalare, e spesso non veniamo neppure ascoltati. Ribadirò la richiesta di controlli urgenti. Non si tratta di combattere la movida, ma di pretendere il rispetto delle regole».
Una prima importante risposta arriva dall’assessore comunale all’Urbanistica e alla Mobilità sostenibile Maurizio Carta, che promette azioni concrete nei prossimi giorni: «Con il sindaco abbiamo chiesto alle aziende partecipate e alla polizia municipale un rafforzamento dei servizi e dei presidi per far rispettare la regolazione del traffico. A breve verrà anche completata la messa in opera degli arredi da parte della società Italo-Belga, e aumenteremo la frequenza degli interventi di pulizia e diserbo. Confido che i risultati si vedranno presto».
In attesa che le promesse si traducano in fatti, resta da capire se tutto questo basterà a ricucire lo strappo tra la Mondello vissuta e quella raccontata. Perché tra l’idea e la realtà, in mezzo, c’è la vita quotidiana. E chi quella vita la abita ogni giorno, chiede solo una cosa: rispetto.
Eppure, sotto la bellezza da copertina, c’è un’altra Mondello: quella di queste calde giornate di inizio estate, meno patinata ma più vera. Quella che ogni mattina si sveglia tra cocci di vetro, odori acri e i resti di una notte che ha lasciato il segno.
Risse improvvise sul molo, ragazzi che usano le vie della piazza come orinatoi sotto le stelle, sacchi di spazzatura accumulati davanti a negozi, bottiglie di vetro rotte e una puzza insopportabile che accompagna ogni risveglio: il conto salato di un degrado sempre più diffuso e di una movida che invade la borgata marinara ben prima che la stagione turistica prenda ufficialmente il via.
A raccontarlo sono soprattutto i residenti, stanchi, arrabbiati, delusi. «Non si sono più regole e civiltà - dice Veronica Schillaci, che da quando è piccola trascorre la sua estate a due passi dalla piazza - Schiamazzi notturni, musica a tutto volume, mancanza di controlli. E la mattina ci svegliamo con rifiuti ovunque. Per non parlare delle biciclette elettriche che sfrecciano senza curarsi dei pedoni».
Proprio la zona pedonale è una delle note più dolenti di questa calda estate palermitana: invasa da moto e auto parcheggiate dove non dovrebbero, i pedoni sono costretti a fare lo slalom tra sacchi d’immondizia e mezzi in sosta.
Dove dovrebbe esserci bellezza, c’è caos e inciviltà. Dove dovrebbero esserci bambini che corrono senza pericoli, ci sono mezzi a motore roboanti che calpestano la loro infanzia. Dove ci dovrebbero essere passeggiate serene, ci sono schivate continue, clacson e sgommate. Dove ci dovrebbe essere una stagione luminosa, c’è una quotidianità stanca, che si ripete uguale ogni mattina.
Chi Mondello la conosce, la studia e prova a difenderla denuncia da anni il corto circuito tra bellezza e abbandono.
«È una pedonalizzazione fragile, che ha bisogno di essere finalmente consolidata» spiega Angelica Agnello, architetta e residente storica della borgata. «A Mondello esistono due aree pedonali: una più piccola e ormai permanente, lungo via Regina Elena tra l’ex Baretto e il Circolo Lauria, e una più ampia che va dalla Sirenetta alla Piazza, attiva solo nei mesi estivi. Sono due contesti molto diversi, sia per epoca di istituzione che per complessità di gestione».
La prima pedonalizzazione, istituita nel 2014, è diventata nel tempo un luogo di aggregazione quotidiana. «Sei anni fa è stato realizzato un primo intervento di consolidamento, con la colorazione dell’asfalto e l’installazione di arredi urbani durevoli, ma oggi quell’intervento è superato: l’asfalto colorato non basta più. Serve una pavimentazione adatta a un lungomare pedonale, servono dissuasori veri, stabili, strutturali».
Il problema, però, è sempre lo stesso: la vulnerabilità. «Basta una transenna spostata - racconta Agnello - ed entrano motorini, minicar, perfino automobili. E da settimane nessuno si occupa di riparare gli arredi rotti, le panchine divelte, i monopattini lasciati abbandonati. Ma non si può pensare che una pattuglia debba stare lì h24 per proteggere un’isola pedonale: così non può funzionare».
Per la seconda area - quella più estesa e complessa - il futuro è ancora tutto da scrivere: «Da bambina sentivo dire che il lungomare sarebbe stato pedonalizzato “quando avrebbero aperto via Palinuro”. Ecco, oggi via Palinuro è aperta. Speriamo solo di non dover aspettare altri dieci anni per ripensare anche lì la pavimentazione».
Sul tavolo delle istituzioni la questione che affligge la borgata è ormai urgente. A intervenire è anche Ferdinando Cusimano, consigliere di Forza Italia della Settima Circoscrizione, che parla di «situazione non più tollerabile».
«La polizia municipale non è presente, e così la ZTL non funziona» - racconta - «Chiunque entra liberamente all’interno dell’area, da via Regina Elena fino a via Mondello. Il venerdì sera quella zona viene presa d’assalto da motociclisti e automobilisti che vengono a bere e a fare confusione. C’è chi orina, chi fuma spinelli in strada, ormai è diventato un bagno pubblico a cielo aperto. Qualche notte fa alcuni ragazzi sono finiti in mare, cadendo dal molo a seguito di una rissa».
«Mondello - ricorda Cusimano - non è solo ristoranti e locali, ma anche un quartiere abitato, con famiglie, B&B e alberghi. Questa situazione è diventata insostenibile, fino alle 4 del mattino si sentono urla, musica e risse. Chi lavora nel turismo è allo stremo. I clienti si lamentano, i residenti anche».
Secondo il consigliere, la responsabilità non è della Municipale, che fa quel che può con le risorse disponibili: «È una questione politica. L’assessore competente dovrebbe coinvolgere di più le forze dell’ordine perché il problema non è solo di viabilità, ma di sicurezza pubblica. Serve una cabina di regia seria per evitare il caos totale».
E aggiunge, con il tono amaro di chi si sente impotente di fronte allo sfacelo: «Come Circoscrizione possiamo solo segnalare, e spesso non veniamo neppure ascoltati. Ribadirò la richiesta di controlli urgenti. Non si tratta di combattere la movida, ma di pretendere il rispetto delle regole».
Una prima importante risposta arriva dall’assessore comunale all’Urbanistica e alla Mobilità sostenibile Maurizio Carta, che promette azioni concrete nei prossimi giorni: «Con il sindaco abbiamo chiesto alle aziende partecipate e alla polizia municipale un rafforzamento dei servizi e dei presidi per far rispettare la regolazione del traffico. A breve verrà anche completata la messa in opera degli arredi da parte della società Italo-Belga, e aumenteremo la frequenza degli interventi di pulizia e diserbo. Confido che i risultati si vedranno presto».
In attesa che le promesse si traducano in fatti, resta da capire se tutto questo basterà a ricucire lo strappo tra la Mondello vissuta e quella raccontata. Perché tra l’idea e la realtà, in mezzo, c’è la vita quotidiana. E chi quella vita la abita ogni giorno, chiede solo una cosa: rispetto.
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