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Le atmosfere armoniose del Villino Franca a Mondello: testimone dell'"Età dei Florio"

Recentemente oggetto di un restauro che ne ha restituito la brillantezza originaria dei toni arancio e rosa, restituisce la bellezza tipica degli edifici del suo tempo

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 10 agosto 2022

Villino Franca a Mondello

È ancora una volta Salvatore Caronia Roberti ad incarnare nella nostra distratta e veloce contemporaneità il volto eminentemente Liberty della località balneare di Mondello, con una delle realizzazioni più equilibrate della propria produzione abitativa.

Quasi a margine della piazza Valdesi tra il viale Margherita di Savoia e via delle palme, l’allievo e collaboratore di Ernesto Basile costruisce nel 1912 il compatto villino a due piani fuori terra con terrazza panoramica centrata sul composto tetto a padiglione rivestito da un manto di tegole canadesi.

Sceglie un’impronta stilistica con echi neorinascimentali molto prossimi alla Villa Baucina-Pottino di Ernesto Armò per dar vita al villino che al pari di altre coeve realizzazioni degli allievi della Scuola di Palermo contiene molte delle soluzioni formali del Maestro.

Quei “basilismi” come il ricorso a paraste-cantonali bugnate, rilievi d’ornato floreale in luogo degli architravi delle finestre, il ricorso a fasce maiolicate decorate con motivi a girali fitomorfici in forma di fregio perimetrale poco prima del piano di imposta della copertura.
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Vi è poi l’uso strategico dei ferri battuti come elemento narrativo propriamente Liberty, quasi una firma di maniera locale, un codice silente e inderogabile per aggettivare con enfasi il ruolo decorativo di ringhiere, transenne e parafulmini di copertura.

Recentemente oggetto di un progetto di restauro che ne ha restituito la brillantezza originaria dei toni binati di arancio e rosa, il villino nella sua resa spaziale restituisce le atmosfere armoniose da "Età dei Florio" in cui la bellezza degli edifici si riverberava su strada delineando quel prezioso skyline urbano "collettivo" in grado oggi di proiettare Mondello verso il naturale indirizzo di valorizzazione dei patrimoni Unesco.

È questa, così come la quasi totalità dei villini primonovecenteschi, un’architettura di “intonaco” spesso su strutture in cemento armato.

La loro natura “decorativa” unitamente alla vicinanza perenne ad ambienti salini aggressivi, costituisce e deve farlo con maggiore indirizzo corale, elemento di analisi inderogabile.

Solo una pianificazione integrale commista alle possibilità offerte dall’appartenenza ai circuiti Unesco, potrà garantire che i concetti di “progetto” e “restauro” non restino casualità occasionali ma subiscano una regolamentazione rigida funzionale allo sviluppo sostenibile e turistico dell’intera località "Eclettico-Floreale" prossima al mare.
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