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Luoghi "speciali" da vedere a Palermo nel weekend tra bunker, saloni e giardini

Un ultimo weekend del festival "Le Vie dei Tesori" che apre a Palermo meravigliosi luoghi: di questi alcuni sono su prenotazione ed ecco l'ultima occasione per vederli

Balarm
La redazione
  • 3 novembre 2018

Villa Tasca

Erano diciotto i luoghi "speciali" da visitare su prenotazione: luoghi piccoli e sotterranei, come i Qanat o i Miqveh – il bagno rituale ebraico – oppure fabbriche aziendali dove scoprire i segreti dell’anice, del caffè o delle caramelle di carruba.

E ancora piccole collezioni o depositi di Musei, luoghi da scoprire, a piccoli gruppi, scegliendo comodamente il giorno e l’orario di visita.

Subito sold out è andato il Carcere dell’Ucciardone, che per la prima volta ha mostrato le sue vecchie sezioni riconvertite a luoghi produttivi, i suoi orti biologici, le sue attività artistiche.

Ma ancora accessibile il volo in Piper dall’Aero Club storico di Boccadifalco (prenota il volo da qui), ma anche tanto altro.

Iniziamo proprio dall'aeroporto di Boccadifalco dove si visitano la torre di controllo, i due bunker e il giardino dell’antica villa.

Un viaggio nel cuore dell’aeroporto di Boccadifalco, con un bus navetta che consente di visitare le parti più lontane dall’ingresso principale. Ed è un itinerario pieno di scoperte quello che porta, attraverso distese verdi, alla torre di controllo dove si osserva dall’alto la pista asfaltata lunga 1224 metri e dove è allestita una preziosa mostra documentaria che racconta la storia dell’aeroporto, e con esso della storia dell’aviazione civile e militare in Sicilia (prenota da qui).
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Un aeroporto molto attivo come base aerea militare durante la Seconda Guerra mondiale, e ne sono testimonianza i due bunker che possono essere visitati, uno dei quali – utilizzato anche come deposito munizioni – reca su una parete la scritta di un soldato americano. Infine, visita allo straordinario parco di Villa Natoli, con i suoi splendidi e tentacolari alberi.

E c'è di più: una visita serale solo sabato 3 novembre nei luoghi più suggestivi dell’aeroporto accompagnati dalle note degli strumentisti del Brass Group che "metteranno in musica" gli spazi (prenota da qui).

Ci sono l’albarello, il bricco, il rocchetto, la bottiglia, la boccia e tanti altri pezzi che componevano il corredo degli antichi spezialI: la collezione di maioliche Athena (prenota da qui).

Un gioiellino di museo della maiolica siciliana, costituito soprattutto da vasi di farmacia in variopinta terracotta del 1600 e 1700, l’eccellenza dei manufatti delle fornaci siciliane, che non soltanto servivano come contenitori di farmaci e aromi, ma rappresentavano anche un simbolo di prestigio e autorevole professione.

Sarà possibile ammirare pure dipinti, porcellane, sculture, mobili e pezzi di raffinata argenteria. Tutto inizia nel 1950, quando Antonio Tortorici, un giovane appartenente a una nobile famiglia palermitana, comincia a raccogliere mobili e oggetti antichi.

Dopo due anni, apre un piccolo negozio in corso Alberto Amedeo. I figli ne continuano l’eredità spostandosi in via Libertà.

Chi vuole esplorare i sotterranei della Galleria d'Arte Moderna? La visita nei depositi si prenota da qui.

L’antico complesso monumentale di Sant’Anna alla Misericordia, nel cuore del centro storico, ospita dal 2006 la Galleria d’arte moderna intitolata al giurista e politico Empedocle Restivo.

I depositi si sono rivelati una ricca miniera. Costituiscono il volto in ombra, con opere sostanzialmente inedite, escluse per motivi di spazio, ma che adesso è possibile scoprire e ammirare.

L’itinerario si snoda su due piani che accolgono capolavori di artisti celebri, tra i quali gli scultori Antonio Ugo, Domenico Trentacoste e Benedetto Civiletti, i pittori Francesco Lojacono, Michele Catti e Pippo Rizzo. Prima o dopo il percorso, un’occhiata all’ex chiostro dei frati è da non perdere.

L'antica fabbrica di caramelle: qui lavorano i maestri caramellai da oltre 125 anni. Nel cuore di Ballarò, la fabbrica delle delizie, con una storica tradizione della famiglia Terranova (prenota da qui).

Il capostipite, Antonio, iniziò timidamente la sua attività nel 1890, con antichi strumenti artigianali. Sembrava quasi un alchimista, ma dimostrò di avere un grande talento e spirito imprenditoriale.

Si specializzò nella produzione di caramelle di carruba, frutto di una pianta i cui esemplari più antichi si trovano in Sicilia. Da quel sogno che sembrava impossibile nacque una fabbrica vera e propria, poi divenuta all’avanguardia, con tante linee di produzioni e sbocchi sul mercato internazionale, anche per il circuito farmaceutico.

Tra gli estimatori delle famose caramelle, ci fu anche papa Giovanni Paolo II. Un piacere scoprire i segreti della lavorazione e visitare la storica sede.

Per scoprire l’origine dell’acqua e zammù bisogna tornare alla Fieravecchia, oggi piazza Rivoluzione dove nel 1813 l’azienda Tutone, nel laboratorio della propria drogheria, cominciò a produrre anice e impiantò un chiosco per la vendita della nuova bibita, che riscosse subito molto successo soprattutto tra i nobili (prenota da qui).

All’uscita del teatro Santa Cecilia, tappa d’obbligo la drogheria. L’uso di mescolare l’acqua con l’anice risalirebbe al periodo della dominazione araba, ma la ricetta del distillato "anice unico" è un segreto custodito in cassaforte da sette generazioni della famiglia Tutone.

Questa e altre curiosità possono essere soddisfatte visitando il Museo dinamico Tutone, all’interno del Palazzo Ajutamicristo, frutto di un’idea del giovane Ugo Riccardo Tutone per non disperdere la tradizione che riguarda il gusto e la moda della prima metà dell’Ottocento.

Da Monte dei pegni a Museo restaurato da Gae Aulenti: palazzo Branciforte (prenota da qui).

Costruito alla fine del 1500, Palazzo Branciforte ha una storia strettamente legata alla vita di Palermo. Nel 1801 divenne sede del “Monte della Pietà per la Pignorazione” e fu destinato ad accogliere la sezione dei beni non preziosi.

Denominato "Monte di Santa Rosalia" in onore della patrona della città, l’edificio subì gravi danni nel 1848, a causa di un incendio, e in seguito, durante la Seconda Guerra mondiale, per i bombardamenti aerei.

Nonostante tutto, fu recuperato e continuò a ospitare l’attività di credito su pegno sino agli anni Ottanta del secolo scorso.

Venne poi acquisito dal Banco di Sicilia e nel 2005 diventò proprietà della Fondazione Banco di Sicilia che, grazie a un magnifico e originale progetto di restauro firmato dalla celebre Gae Aulenti, ne ha fatto un centro culturale polivalente.

Nel 1903 il celebre architetto Ernesto Basile riceve l’incarico dall’imprenditore Michele Utveggio di progettare un edificio, da suddividere in appartamenti da affittare, nel quartiere che si andava realizzando al posto dell’Esposizione nazionale del 1891-92: palazzo Utveggio (prenota da qui).

Nasce così un palazzo in via XX Settembre, aggiornato stilisticamente al gusto d’Oltralpe, con una facciata ricca di elementi decorativi tipici di quella nuova arte.

E Palermo diventerà una delle capitali del Liberty italiano. Palazzo Utveggio rappresenta uno dei primi esempi di edilizia residenziale condominiale di qualità, concepito per l’attiva borghesia del tempo.

Quando nobili e ricchi borghesi giocavano al tiro al piccione: apre i battenti dopo il restauro per la prima volta lo Stand Florio, costruito dalla famiglia dei celebri imprenditori, su progetto di Ernesto Basile, nel 1905 (prenota da qui).

Fu utilizzato a lungo per gare di tiro al piccione e per sport acquatici da parte della nobiltà e della ricca borghesia palermitana. Durante la Seconda Guerra mondiale, venne adibito a magazzino per le truppe. Lo stile, con la cupola rossa e il chiostro moresco, richiama l’architettura araba.

L’oasi paradisiaca di verde e i cloni delle opere d’arte in 3D: Villa Tasca e il suo spettacolare giardino (prenota da qui)

Villa Tasca sorge in un parco di 8 ettari ricco di agrumeti e alberi secolari sulla via che da Palermo conduce a Monreale. Mentre la Villa è d’impianto cinquecentesco, l’oasi che la protegge è uno dei giardini più emblematici del Romanticismo siciliano ottocentesco.

Le forme sinuose delle aiuole bordate di pietra e la rigogliosa vegetazione d’origine subtropicale fanno sì che una volta entrati si provi la sensazione di essere immersi in un mondo ricco di silenzi e suggestioni.

Per "Le Vie dei Tesori" il giardino sperimenta uno straordinario nuovo progetto di alta tecnologia sperimentale: tra gli alberi, nascosti tra le siepi, almeno 150 cloni in fibra di mais del Satiro Danzante di Mazara del Vallo in oltre 30 gradazioni di colori fluo, realizzati in 3D dalla start up 01 nell’ambito del progetto Artficial.

Cloni coloratissimi in fibra di mais. Un modo di osservare Villa Tasca come neanche i suoi ospiti più illustri hanno fatto: tra loro Jacqueline Kennedy, Re Ferdinando di Borbone e la Regina Carolina, Bismarck, Margherita di Savoia.
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