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Ma quale Ikea e Ikea: a Palermo per il momento non apre e i motivi sono tristi

Nel 2016 si era detto che il colosso svedese voleva aprire a Palermo e si parlava anche di un "ok" dal Comune: la realtà è ben diversa (e c'entra la mafia)

Balarm
La redazione
  • 30 aprile 2018

Si cercava una "lochescion" nel 2012, si parlava di un nuovo store entro due anni nel 2013 ed era stato confermato pure nel 2016 ma la verità è che Ikea, a Palermo, non apre.

Come scrive Salvo Palazzolo sull'edizione locale di La Repubblica: la società smentisce le mire espansionistiche su Palermo.

E dunque Ikea pur confermando comunque l'interesse per l’area siciliana non ha progetti di sviluppo immobiliare nella città di Palermo nonostante diverse volte negli ultimi anni i vertici dell'azienda assicuravano il contrario.

Che succede? Sembra che il problema sia trovare i terreni, e non perché non ci siano terreni disponibili nelle periferie della città ma perché le zone di Roccella e Ciaculli (quelle papabili per l'apertura e già oggetto di trattative, dicono) sarebbero anche oggetto di studio da parte di investigatori perché a rischio mafia.

Sembra che molti di questi appezzamenti di terra appartengano a famiglie mafiose di Brancaccio come per esempio i Guttadauro. che hanno già messo bocca, sembra, sulla costruzione del centro commerciale Forum.

«Era il cognato del boss, Vincenzo Greco (anche lui medico), a curare gli affari di casa. I terreni erano ufficialmente intestati a lui e alla moglie del dutturi, Gisella – scrive Palazzolo – In primo grado Greco fu condannato per mafia; in appello, è stato assolto, i giudici ritennero che stava solo curando “interessi familiari”, nel senso più innocente del termine, posto che quei terreni erano frutto di una eredità. Ma è rimasta un’ombra pesante su quelle trattative e poi sulla realizzazione del Forum».

Comunque, per evitare che cosa nostra si infiltri nei grandi cantieri la Prefettura ha siglato un protocollo d’intesa con il Comune per tutelare gli investitori che scelgono questo territorio.
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