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38ª Stagione Teatro Libero: danza, prosa e tanto altro

  • 19 settembre 2005

L’autunno è ormai alle porte e se da un lato questa è la stagione che segna la fine del periodo vacanziero per eccellenza, dall’altro però (se la cosa può in una qualche maniera essere di conforto al lettore) è il periodo in cui riaprono i teatri dopo la pausa estiva. È il caso appunto del Teatro Libero di piazza Marina (salita Partanna) a Palermo che il 12 ottobre alle 21.15 inaugura la sua 38ª Stagione internazionale di "Teatro, danza, musica, nuovo circo" con “Bird’s eye view”, degli attori-danzatori della compagnia Do Theatre diretti dal coreografo Evgeny Kozlov, spettacolo cult del Fringe Festival di Edimburgo, un viaggio allucinato ed evocativo all’interno della poliedricità dei corpi e della mente. Compagnia underground fra le più originali della Russia post sovietica, Do Theatre nasce 14 anni fa a Leningrado come gruppo di ricerca per un nuovo teatro danza. Al centro del lavoro di Do Theatre rimane l'attenzione ai temi della libertà dell'uomo, desiderio espresso attraverso una danza che esplora vecchi e nuovi tabù, miti e rituali della società di oggi. Il loro ultimo lavoro, “Bird’s eye view”, ben si adatta per dare l’avvio alla stagione del Libero, il cui tema scelto quest’anno dai direttori artistici Beno Mazzone e Lia Chiappara è quello de “l’io e le sue voglie”: che mondo vogliamo? Siamo in grado di volere? Siamo in grado di intendere ciò che vogliamo al di fuori di un’etica del tutto e subito, di un edonismo del consumo e dell’indifferenza? Con «una poetica ed un’estetica al riparo dal rumore dei grandi eventi e centrata invece nella ricerca di un teatro che aiuti a conoscere ed a conoscerci per pensare insieme e per divertirsi insieme» - questa la risposta dei due direttori artistici a questi interrogativi, non certo di poco conto.

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Ma vediamo il programma dei 26 spettacoli proposti (sia nuovi lavori presentati da compagnie provenienti da tutto il mondo che produzioni, vecchie e nuove, del Teatro Libero), fino al 14 maggio 2006 . L’intera stagione è articolata in quattro cartelloni, due dei quali serali (alle 21.15) e cioè il primo denominato "Teatro, danza, musica, nuovo circo" (che comprende otto titoli) e il secondo "Invito al Teatro" (con undici titoli), che si rivolge in particolare ai giovani under 28. Quindi si passa all’appuntamento della domenica pomeriggio con il programma "Discenallecinque", pensato per le famiglie (“Alice delle meraviglie” della compagnia Nata Arezzo, “Vuoti a perdere” della Fondazione Aida Verona, “In cerca di parole” della Fontemaggiore Perugia, “Il libro della giungla” della Baracca-Testoni di Bologna, “Peter Pan” degli Akroama di Cagliari, “Il paese dei pappagalli” del Teatro degli Accettella di Roma, “Valentina e il mostro” del Teatro Telaio di Brescia, fra i titoli degli spettacoli per bambini di tutte le età) ed infine il fitto calendario mattutino de "La scuola a teatro" (dalle materne alle superiori ed all’università). Fra gli spettacoli in esclusiva nazionale troviamo il “Teatro magico dell’isola di Bali” con il maestro J. Made Djimat, già a Palermo per Incontroazione nell’80 (gli attori danzatori della compagnia di uno dei più prestigiosi maestri dell’arte balinese, a sua volta allievo di I Mario, colui che iniziò Artaud ai segreti del teatro di Bali, propongono le più affascinanti danze del repertorio balinese), “One to one cult” di Hofesh Schechter, premio speciale del pubblico al The Place Prize Finals del 2004, allestito dalla Hofesh Shechter Company of London (per la prima volta in Italia, l’universo coreografico di Hofesh Schechter in grado di sguainare le scosse elettriche del movimento esplosivo sull’alveo tenero della più toccante delle umanità, la coppia, una danza esplosiva ed elettrica che combina la fisicità virtuosa con la delicatezza estetica),

L’inverno sotto il tavolo” di Roland Topor per la regia di Beno Mazzone (una piéce del pittore, scrittore, drammaturgo e scenografo fra i più originali della seconda metà del novecento, dallo stile forte ed incisivo in grado di toccare le più riposte ed archetipiche corde dell’immaginario), “La commedia degli errori” tratto dall’opera di W. Shakespeare e da “La bambola ed il burattino” di Lia Chiappara che ne firma anche la regia (una rivisitazione dal classico shaskespeariano nella quale, grazie ad un lavoro collettivo nel territorio sconfinato delle parole e dei movimenti, dei suoni e dei corpi scomposti e rinati, è rappresentato l’uomo nella sua scomoda contemporaneità), le esilaranti acrobazie e giocolerie dei parigini della compagnia “Oki Hiku Dan” nei due lavori del coreografo-informatico Adrien Mondot, “Bougez pas bouger” (essenzialità del gesto e precisione delle forme, in uno spettacolo intimista adatto ad un pubblico di tutte le età, che mescola con precisione acrobazia, giocoleria, mimo, teatro degli oggetti e danza) e “Convergence 1.0” (i virtuosismi della giocoleria e le infinite capacità simboliche dell’informatica, la “convergenza” di due mondi in uno dove virtuale e reale conquistano la loro indivisibilità artistica, non rinunciando all’ironia divertente e allo spessore poetico, in prima nazionale, dopo il debutto del 7 ottobre in Francia) e quindi la nuova produzione “Angels” che segna il ritorno a Palermo della compagnia “O Vertigo” di Montreal (in prima europea uno spettacolo nel quale anima e corpo parlano un linguaggio universale di grande fascinazione onirica dove con la precisione del gesto e del movimento si cerca il “punto più profondo” degli uomini).

Ma c’è spazio anche per la prosa e allora ecco l’attesa senza attesa di Vladimiro e Estragone lungo un sentiero ed una landa senza confini nell’ “Aspettando Godot” proposto dal Teatro Popolare d’Arte di Firenze, quindi l’esplosione dei segni paradossali della beffa e del mistero, nella migliore tradizione del teatro dei siciliani, ne “Una visita” di Beniamino Joppolo proposto dalla Città del Teatro di Cascina insieme con il Teatro regina Margherita di Racalmuto nell’ambito di un progetto volto a promuovere l’opera del grande autore pattense anche in Sicilia, poi la semplicità rivoluzionaria di Francesco nel riuscitissimo ritratto di Dario Fo, “Lu santo jullàre Francesco”, interpretato da Giampiero Frondini, e la meraviglia delle atmosfere e dei suoni nella trasposizione teatrale del “Moby Dick” di Melville presentata dalla compagnia Envers Teatro Aosta, uno spettacolo con la sostanza del teatro classico e il fascino magnetico di antichi concerti rock. Ancora in cartellone troviamo poi alcune produzioni del repertorio del Libero e cioè, con la regia della Chiappara, i due classici “Gi gan ti” e “Prometeo”, e lo spettacolo per i più piccoli “Il ponte di pietre e la pelle di immagini” di Daniel Danis, e quindi le due regie di Beno Mazzone “Le regole del saper vivere nella società moderna” di Jean Luc Lagarce e “Teatro senza animali” di Jean-Michel Ribes. Sono previsti inoltre, in collaborazione con la cattedra di Storia del Teatro Contemporaneo dell’Università degli Studi di Palermo, una serie di incontri con gli artisti impegnati negli spettacoli in cartellone. Fra le attività del Libero rimane infine da segnalare “Presente/futuro”, il progetto di promozione per il 2006 di progetti scenici degli artisti che vivono e lavorano a Palermo e in Sicilia. Per informazioni sui costi degli abbonamenti, telefonare allo 091.6174040 o visitare il sito www.teatroliberopalermo.it.

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