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Avanti e indietro: le riserve naturali di Sicilia senza pace

Dopo le polemiche suscitate dai tagli netti ai fondi destinati alle riserve naturali siciliane un accordo provvisorio con l’Assessorato all’ambiente ne blocca la chiusura

  • 19 aprile 2016

Ventuno riserve naturali dopo l’ultima manovra finanziaria varata a fine febbraio, rischiavano di chiudere. Ne avevamo già parlato: il provvedimento, con l’approvazione dell’Assemblea Regionale Siciliana, tagliava i fondi destinati alle associazioni e agli enti che gestiscono le aree protette.

Le aree in questioni dovevano diventare inaccessibili da sabato 16 aprile, scelta che in procinto dell’imminente inizio della stagione estiva e del conseguente afflusso di visitatori provenienti da ogni parte del globo, risultava infelice, e non solo per il colpo al turismo.

Le conseguenze sarebbero state sia ambientali - le riserve, abbandonate, diventerebbero facile preda di bracconaggio e delinquenza - ed economiche: più di novanta lavoratori si ritroverebbero, da un giorno all’altro, senza impiego.

La Regione è però tornata sui suoi passi: dopo le reazioni del Wwf, del Club Alpino Italiano, del Gruppo Ricerca Ecologica, di Legambiente, della Lipu e dei Rangers d’Italia, si è convocato un incontro con gli enti stessi, dal quale è nato un accordo provvisorio.

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Le riserve non chiuderanno, continueranno ad assicurare i servizi previsti grazie al ritrovamento di nuovi fondi (circa un milione di euro recuperati dalle casse regionali).

Si tratta però di una pace, come già detto, provvisoria: intanto i fondi attenderanno almeno quindici giorni prima del benestare della Ragioneria Generale, e per il 4 maggio l’assessore Croce ha già fissato un nuovo incontro.

Lo scopo è quello di portare direttamente in giunta un provvedimento di assestamento di bilancio al fine di reperire le risorse che serviranno a tenere aperte le riserve almeno fino alla fine del 2016.

Si ipotizzano la rimodulazione delle convenzioni per tagliare eventuali sprechi e ridurre le spese al minimo tramite accordi singoli fra assessorato ed enti, e il possibile affidamento di tutte le aree coinvolte all’Azienda Foreste Demaniali al fine di creare un coordinamento generale che faccia rispettare dei parametri condivisi.

Momentaneamente scongiurata, dunque, la catastrofe. In attesa di nuovi aggiornamenti non ci resta che l’ennesimo spunto di riflessione sul lavoro della Regione Sicilia e dei suoi membri.

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