MUSICA

HomeNewsCulturaMusica

Dalla psichedelia ai nuovi territori sonori

  • 20 novembre 2006

Band: Coral Caves
Titolo: Demo 2006
Anno: 2006
Etichetta: Autoprodotto

Tanti giovani musicisti e amanti della buona musica rock, i Coral Caves cominciano la loro avventura suonando le cover dei gruppi che gli hanno dato emozioni, segnando così il loro ingresso nel mondo della musica. Spesso girando per i locali capita di ascoltare band che suonano i Doors, Led Zeppelin, Black Sabbath e quasi immancabilmente qualche pezzo dei Pink Floyd. Nel caso dei Coral Caves, l’inizio è stato caratterizzato da una Floydmania che li ha portati ad organizzare dei veri e propri tributi musicali ed interi concerti, suonando interamente pezzi di una delle più grandi formazioni che ha fatto la storia della musica.

I Coral Caves nascono a Palermo nel 2001 e dopo vari cambiamenti non di genere ma di organico, arrivano al 2006 con un demo contenente quattro pezzi inediti che evidenziano perfettamente le loro influenze musicali. Dario Gallotta chitarra elettrica, Pietro Saviano basso e voce, Salvatore Arcoleo piano, Luciano Gallotta chitarra elettrica ed acustica, Enzo Giuffrida sax, Irene Casentino voce e Massimiliano Vacca batteria, sicuramente non sono stati "plagiati" solamente dai Pink Floyd. Da un primo ascolto del loro demo si sentono in maniera molto forte quelle sonorità melodiche del rock progressive italiano degli anni settanta con un po' di Lucio Battisti, altro genio molto amato dalla band.

Adv
Si comincia con la canzone “Senza di me” e qui il Floyd-sound si fa sentire con una chiarra elettrica piacevole all’ascolto, ed un testo scritto da Dario Gallotta che racconta di un mondo non per tutti, troppo veloce e disattento a chi, sensibile, cerca rapporti umani più veri: «cosa sono oggi / dovrei guardare il mio passato / e che sarà il domani / ho sperato che fosse migliore di me». In "Cliff of Moher" un affascinante giro di suoni fa ricordare un modo di fare musica simile ai Banco del Mutuo Soccorso. Contaminazioni simili si incontrano anche in “Eterno Ritorno", bella ritmica ed un flauto incantevole. L’ultima traccia, “Il dolce canto della terra”, tredici minuti di canti e musiche dedicate alla bellezza e alle splendide rappresentazioni naturalistiche della terra con un testo, quello di Petro Saviano, che forse ha trovato ispirazione dalle meraviglie della sua Sicilia.

Un demo, quello dei Coral Caves, da ascoltare guardandosi intorno, aggrappandosi alle cose semplici che ci circondano. Una sempicità data principalmente dai suoni che ci riportano a quelle melodie passate, ma sempre piacevoli e soddisfacenti per chi ama ascoltare ed immergersi in buona musica. Buon lavoro ai ragazzi e anche se «il mondo andrà avanti senza di noi» è stato un piacere ascoltarvi.


Band: Paolo Mei e Il circo d’ombre
Titolo: Il circo d’ombre
Anno:2006
Etichetta: Autoprodotto

Dalle sonorità rock floydiane ci spostiamo a Siracusa per conoscere un progetto musicale ideato da Paolo Mei. Il Circo d’ombre ha l’intento di sondare nuovi territori sonori: ritmiche meno vicine al rock, prendendo in prestito groove drum’n’bass, trip hop ed affini. “Oggi come va” prima traccia di questo demo, presenta un gradevole riff di chitarra che si fonde a suoni elettronici con il risultato di un pezzo facilmente orecchiabile e cantabile al primo ascolto. Le melodie pop non mancano certo di farsi sentire in “Da chiamare col tuo nome”, creando atmosfere che riportano a modelli da Consorzio Suonatori Indipendenti.

I testi delle canzoni, semplici ed immediati, difficilmente cadono nel banale e riescono ad esaltare la figura del cantautore che in “Nessuno ad ascoltare” riesce ad immedesimarsi e a fondersi con il resto degli elementi sonori. L’ultima traccia di questo interessante progetto si chiude con un vecchio pezzo dei CCCP, “Io sto bene”, eseguito in chiave electroclash: buono l’arrangiamento musicale, forse si poteva urlare di più nell’interpretazione canora di questa cover che riporta l’ascoltatore al vecchio punk degli anni ottanta. Il circo d’ombre di Paolo Mei alla voce, Lorenzo Urciullo alla chitarra e Fabrizio Bandiera ai live electronics è un progetto affascinante che spazia su generi poco comuni riuscendo a captare suoni e melodie di grande spessore.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI