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Fuori da tutto

  • 18 dicembre 2006

«Le mie parole sono sassi, precisi ed impietosi, che si scagliano contro persone timorose». E’ il ritornello di una canzone di un noto cantautore emiliano, che Zamparini mi ha rievocato dopo le “solite” bordate post partita a sconfitta consumata. Intendiamoci, Zamparini non è il responsabile del tracollo contro la Roma ed in ogni caso è fatto così, deve solo prendere coscienza del suo ruolo e che certe uscite, degne di un ultras consumato, possono avere l’effetto sveglia così come possono affossare la squadra.

Francamente ci siamo sentiti più ridicolizzati dalle esternazioni di Zamparini che dalla figuraccia dell’Olimpico. E poi c’è modo e modo di far critica: buttare tutto a mare e senza alcun costrutto serve a poco, gettare la croce addosso a Guidolin serve ad indebolirne la posizione nei confronti della squadra e, soprattutto, in quegli elementi che possono non avere un buon feeling con il tecnico di Castelfranco Veneto. Sbagliano, ma non è la prima volta che lo poniamo in risalto, quei “paparazzi” mediatici il cui primo pensiero è quello di mettere, guarda caso subito dopo una sconfitta, taccuini e microfoni sotto il dente avvelenato del presidente.

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Ma, opinione diffusa, Zamparini è fatto così e noi lo accettiamo per quello che è e per quanto fatto per il Palermo in cinque anni di presidenza. Il campo ha detto che, a prescindere da numeri e tattiche, la Roma è una spanna sopra il Palermo e che l’attuale classifica è lo specchio fedele dei reali valori del campionato. A bocce ferme ed a mente lucida si poteva schierare una formazione diversa, magari con un centrocampo più folto ed una difesa a tre con Caracciolo (o Di Michele) a supporto del brillante Amauri.

L’atteggiamento della squadra, quel che conta di più al di là di numeri o alchimie tattiche, è stato passivo così come nel mercoledì di coppa. Troppo mollaccioni, troppo timorosi e poco propensi al pressing per impensierire squadre tecniche e rapide come Roma e Celta Vigo. Tutta la rabbia va concentrata, più che sulla partita di Roma, sulle occasioni perse o buttate deliberatamente al vento.

Non ci pare che aver snobbato l’impegno Uefa abbia prodotto frutti diversi da quelli raccolti in campionato. Non ci pare che aver deliberatamente deciso di uscire dalla Coppa Italia abbia risolto problemi legati a stanchezza o cali di concentrazione. Questo è l’errore dell’intero staff e della società rosanero: aver preso sotto gamba le coppe alle quali il Palermo era tenuto ad onorare. Guidolin si assumerà le colpe, e non per il tracollo di Roma, ma per aver gettato al vento due competizioni così come la società si assumerà le proprie per aver snobbato in maniera altrettanto evidente Uefa e Coppa Italia.

Non dimenticheranno di certo Zamparini e Foschi i loro proclami anti Uefa ed anti Coppa Italia e relativi auguri di uscirne quanto prima; non dimenticheranno la politica di prezzi adottata per non favorire la presenza del pubblico, non particolarmente passionale a dire il vero, specie in Coppa Uefa. Insomma se Guidolin, a detta di Zamparini, sta distruggendo la squadra, la società non è indenne da colpe.

Noi esprimiamo tutta la nostra solidarietà al bravo tecnico di Castelfranco Veneto, messo ingiustamente alla berlina dell’Italia pallonara dal suo presidente ed anche alla squadra che si trova in una posizione straordinaria di classifica ed ha regalato perle di buon calcio, non ultima la prestazione contro il Livorno di appena sette giorni fa. In questo momento di “pessimismo leopardiano” noi rimaniamo fiduciosi. La fiducia nasce dal fatto che, seppur riconoscendo la forza della Roma, con allenamenti regolari e concentrandosi solo sul campionato questa squadra è comunque in grado di arrivare seconda in campionato. Concludiamo con una frase tanto banale quanto attuale: solo il Palermo può farsi male da solo. E per Palermo intendiamo società, tecnico, squadra ed ambiente.

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