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Gian Carlo Caselli ospite alla libreria La Feltrinelli

Il procuratore capo di Torino, ospite a Palermo per la presentazione del suo nuovo libro "Assalto alla giustizia". Non sono mancati i manifestanti No Tav

A Palermo ospite della libreria La Feltrineli martedì 5 marzo, per la presentazione del suo nuovo libro "Assalto alla giustizia" il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli. Lui che nei mesi scorsi ha condotto l'ondata di arresti collegata al movimento dei No Tav, e che per questo oggi è attaccato da numerosi sostenitori ed esponenti del movimento della Val di Susa. La presentazione del suo libro, già annullata a Milano (per evitare problemi di ordine pubblico) dopo le numerose minacce e intimidazioni espresse anche con scritte dai torni piuttosto forti, che recitano: "Caselli ti faremo a brandelli", "Caselli boia" oppure ancora "Caselli mafia".

Quest'ultima offesa è un po' insolita, se la pensiamo rivolta a lui, che dal 1993 al 1999 ha ricoperto la carica di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, conducendo in quegli anni l'arresto di importanti boss come Leoluca Bagarella, Gaspare Spatuzza e Giovanni Brusca. Da allora rimarrà fortemente legato alla città di Palermo: «Questa città rappresenta un pezzo centrale della mia vita, mia moglie mi rimprovera spesso di soffrire di mal di Palermo». E questa volta nel capoluogo siciliano la presentazione del suo libro si rivela un grande successo. L'ingresso della libreria Feltrinelli è completamente transennato nell'attesa del suo arrivo, e decine di forze dell'ordine sono pronte ad accoglierlo.

Non sono mancati i manifestanti No Tav che lo hanno fischiato e gli hanno urlato contro slogan. Ma a tal proposito il procuratore afferma: «Io faccio davvero fatica a capire cosa stia accadendo, reputo tutto questo "contro ogni logica e controsenso". Possono avere tutte le ragioni di questo mondo, e magari anche più, ma se vengono commessi dei reati un magistrato non può voltarsi dall'altra parte. E per altro nemmeno vi si può impedire di proferire parola, siamo in un paese democratico - continua Caselli -. Non pretendo di essere considerato giusto, ma quanto meno rispettato».

Il suo nuovo libro, che vanta la prefazione di Andrea Camilleri, parla di un paese nel quale Silvio Berlusconi non è più a capo del governo, ma ciò nonostante tutte le tossine sparse in questi anni nella società italiana restaneranno a lungo. Ed i magistrati più rigorosi che lottano per concorrere alla giustizia? Sono considerati malati di mente, addirittura golpisti ed eversivi o puro cancro da spianare. Si parla di un governo il quale obiettivo principale sembra essere ridurre l'indipendenza della magistratura e consegnare al potere politico il controllo delle indagini. Questo è quello che Caselli definisce "sabotaggio istituzionale", documentato nei minimi particolari all'interno delle pagine del suo libro. Dove annota: «Si evince che il problema legato alla legalità in Italia né nasce né si esaurisce con la vicenda politica di Silvio Berlusconi». Gian Carlo Caselli oltretutto tiene a sottolineare: «Il nostro si, è un paese di mafia, ma al contempo è anche quello dell'antimafia. Ed è proprio per questo che noi siamo ammirati ovunque nel mondo: se pensiamo alla nostra legislazione e al 416 bis abbiamo detto tutto».

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