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"Giardini condivisi": si affida il verde ai cittadini

Il Comune di Palermo ha deciso di concedere gli spazi verdi ad associazioni o gruppi che potranno gestirli da uno a tre anni, promuovendo attività

  • 14 novembre 2012

Un luogo comune (opinione condivisa ma probabilmente errata) sui luoghi comuni (quegli spazi destinati alla fruizione pubblica), è che basti consegnare alla cittadinanza un qualsiasi luogo di libero accesso, perché questo, decorato dalla catalogazione di “spazio pubblico”, diventi zona di socializzazione, dove le persone tendono a creare nuove forme di relazione sociale, che, di fuori di quei posti, non sarebbero esistite.

Mai opinione è stata più sbagliata, e basta poco per scoprire che della lunga lista di luoghi pubblici, pochi sono percepiti tali dalla società, ancor meno adempiono alla loro funzionalità, non diventano parte di alcuna dinamica di condivisione e non vengono annoverati - tra itinerari turistici, o guide alla città - come reali luoghi di aggregazione e conoscenza. L’errore - oltre che ad una insita diffidenza nei confronti dello stesso termine “pubblico” - sta forse nell’architettura dei luoghi stessi, quasi sempre inadatti all’interazione, perché dispersivi, perché alienanti.

Intanto, per dare smacco al cittadino moralmente convinto che, chiusa la porta di casa, si definiscono i confini della propria socialità, e per provare a creare realtà sociali la cui costruzione è in mano proprio al cittadino che ne fruirà, il Comune di Palermo ha deciso di promuovere i “Giardini condivisi”. Si tratta di piccoli spazi verdi concessi ad associazioni o gruppi che potranno gestirli da uno a tre anni. A coloro che si aggiudicheranno la concessione spetterà la cura del luogo e la promozione di attività che possano coinvolgere sia bambini che anziani.

«Non sono previsti gazebo né modifiche dell'impianto se non quelle autorizzate dal Comune - dichiara Giuseppe Barbera, Assessore all'Ambiente -. Le associazioni vincitrici della concessione non dovranno svolgere attività a fini commerciali e dovranno occuparsi della manutenzione ordinaria, mentre al Comune spetterà la pulizia straordinaria». La giunta Comunale ha firmato le linee guida del progetto e sul sito del comune sarà disponibile il bando e la relativa modulistica per poter partecipare a questa piccola rinascita della città.

L’idea nasce dalla consapevolezza che è la qualità dello spazio da vivere a fornire ad una città la propria identità sociale e culturale, oltre che l’immagine pubblica propagandata. E proprio dalla ricerca di spazi “qualitativamente” degni, è partita una prima istanza relativa alla villetta di Vergine Maria, cui hanno fatto seguito altre richieste dai posti più diversi della città. Il provvedimento, pare una sorta di riconoscimento per tutti quei cittadini che in questi mesi si sono sostituiti alla Gesip, facendosi carico della pulizia e riabilitazione di spazi abbandonati. Quella che prende il via, adesso, è una vera e propria riscoperta del giardino non come luogo di passaggio, ma come posto dove il tempo dello svago e del gioco trovano ampi spazi di condivisione.

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