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Gli spettatori diventano protagonisti con il "sociopsicodramma"

Balarm
La redazione
  • 8 maggio 2006

Spettacoli che nascono da altri spettacoli con gli spettatori che diventano protagonisti. Se la parola “sociopsicodramma” non vi dice niente, il concetto è presto spiegato. Il sociodramma e lo psicodramma sono metodi professionali che consentono di esplorare e conoscere la realtà psichica e le relazioni attraverso l’azione. Sono ormai lungamente consolidati e largamente usati in contesti diversi – psicoterapia, formazione, promozione della salute – e consistono nella rappresentazione estemporanea e improvvisata, all’interno di un gruppo, di una problematica esistenziale, sociale, di un sogno comune, al fine di sviluppare la consapevolezza, la comunicazione e l’aggregazione sociale.

L’associazione di volontariato Le Melarance, che si occupa della diffusione dell’arte nella pratica psicoterapeutica, inaugura in collaborazione con l’Associazione Mediterranea di Psicodramma e con la sponsorizzazione della Provincia di Palermo la rassegna di teatro di sociopsicodramma “Non solo Spettatore”. Quattro spettacoli con quattro repliche, che affrontano temi di interesse collettivo, seguiti da un momento di “post-spettacolo”. E’ qui che entra in gioco lo spettatore: scopo dell’iniziativa è infatti quello di costruire una nuova rappresentazione con i vissuti emotivi e le risonanze personali che lo spettacolo ha suscitato nel pubblico. Gli spettatori interessati potranno decidere di partecipare al gruppo dopo la rappresentazione. In questo modo i contenuti degli spettacoli diventano stimoli per parlare di sé e del momento storico attuale, e per riflettere su alcuni temi della società contemporanea. I partecipanti, da spettatori passivi, diventano attori di un dramma che, da distante e impersonale, diventa attuale e personale.

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Si comincia il 16 e 17 maggio al Nuovo Montevergini (piazza Montevergini, Palermo) con “Canti, cunti, storie e ninna nanne”, sul tema delle radici e dell’appartenenza. In questa performance sarà in scena Rosalia Billeci, autrice del testo, che in veste di attrice e cantante, insieme a Francesca Billeci, sarà affiancata dai musicisti Aido Mangiaracina, Dario Mangiaracina, Nicola marchese e Fabio Perricone. Scenografia e costumi sono di Maria Francesca Billeci, con la supervisione di Pippo Miraudo.
Riappropriarsi del proprio passato e delle proprie radici culturali, sviluppando così il sentimento di “appartenenza”, è l’unica possibilità per mitigare la spinta irreversibile all’omogeneizzazione culturale e alla globalizzazione, responsabile di gran parte del malessere di cui soffre il mondo occidentale. Ma è necessario anche per i siciliani mettersi in discussione, rispetto ad alcuni aspetti della “sicilianità” che in modo inconsapevole sono in parte causa di molti dei mali che affliggono la Sicilia.
La sicilianità viene dunque intesa come valore da custodire e conservare nei suoi aspetti positivi, legati alla riscoperta delle proprie radici storico-culturali, ma anche come complesso di caratteristiche e sentimenti da cui è necessario emanciparsi perché l’Isola esca dal suo immobilismo politico culturale e faccia un cammino che l’avvicini alle realtà più produttive e fattive del resto del mondo.

Il secondo spettacolo, l’1 e 2 giugno all’Expa - Galleria d'Architettura (via Alloro 97, Palermo), sarà “Mia madre era così spirituale”, sul tema della maternità nelle sue varie manifestazioni. Quattro monologhi di Arnold Wesker, diretti e interpretati da Rosalia Billeci, che darà corpo e voce a quattro figure femminili in rapporto con la maternità. Il 14 e 15 giugno alla Biblioteca Comunale (piazza Casa Professa 1, Palermo) si svolgerà invece “L’anima e le sue alchimie”. Il tema dello spettacolo sarà la sofferenza mentale e le sue capacità trasformative. Verrà indagato il rapporto tra arte e disturbo psichico. Infine, ultima rappresentazione il 21 e 22 giugno allo Stand Florio (via Messina Marine 40, Palermo) con “Stigmate”, sul tema del rapporto coi figli. Un’elaborazione di frammenti letterari, teatrali, poetici tratti da opere famose. I gruppi post spettacolo saranno condotti da un pool di psicodrammatisti. La rassegna sarà introdotta da una tavola rotonda che si svolgerà il 14 maggio al Nuovo Teatro Montevergini (Spazio Atelier) nell’ononima piazza di Palermo. L’incontro verterà sul tema “Arte e gruppo nello sviluppo della coscienza individuale e collettiva”. Tutti gli spettacoli inizieranno alle 21.15 e saranno a ingresso gratuito.

«L'idea di creare un connubio tra arte e esperienza gruppale – afferma Rosalia Billeci, coordinatrice del progetto – nasce da alcune considerazioni. Oggi, più che in qualsiasi altro periodo storico, la gente sembra diventata più sensibile all’arte. Sempre più gente va al cinema, a teatro, alle mostre, ai concerti e subito dopo la fine di una rappresentazione si può notare come gli spettatori abbiano una grande voglia di parlare e di commentare. Ma non appena fuori dal luogo dell’evento, tutto sembra svanire nel nulla, tutto sembra dimenticato. Ci siamo chiesti come mai questo accada – prosegue la coordinatrice del progetto – come mai, malgrado le grandi potenzialità dell’arte nel promuovere cambiamenti nella coscienza individuale e collettiva, alla fine il suo contributo si riduce, per molti individui, in un mero esercizio intellettuale. Queste considerazioni ci hanno fatto riflettere su come operare, affinché l’arte diventi vero fattore di cambiamento individuale e collettivo».

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