ATTUALITÀ

HomeNewsAttualità

Il futuro è di chi ha un passato: il waterfront di Palermo

Si parla di nuovo waterfront, con tanto di acquario per attirare i flussi turistici; ma proviamo a fare un passo indietro, perchè in certi casi le preesistenze sono importanti

  • 19 agosto 2013

A più di un anno dalla presentazione del "Master Plan" di Confindustria Palermo, si torna a discutere ("Sole – 24 ore del 27 luglio u.s.) della trasformazione dell'area del Mercato Ittico di Palermo. È allora opportuno ricordare le preesistenze storico monumentali di questo tratto di costa. La più importante è certamente il Catello a Mare. Già sede dei Viceré spagnoli e del Tribunale della Santa Inquisizione, esso è uno dei monumenti più emblematici della storia di Palermo, ma il suo parco archeologico, aperto nell'agosto del 2009, mostra solo circa due terzi della superficie totale del monumento.
Infatti, nell'area non ancora scavata ed esterna all'attuale perimetro del Parco, fino al 1922, anno della vandalica demolizione del castello, insistevano alcune sue parti di notevole interesse: i due piccoli moli posti a protezione dell'approdo della porta di mare, situati in prossimità del fianco orientale del molo trapezoidale, le strutture della parte più antica del castello, poste ad oriente del mastio normanno, il bastione di Santa Rosalia ed il rivellino posto a difesa della "Porta Falsa", sul lato settentrionale del castello.
Durante l'iter amministrativo di approvazione del Piano Regolatore Portuale – PRP - (tralasciando in questa sede le sue vicende successive) con l'accoglimento, seppure parziale, delle osservazioni della sezione palermitana di Italia Nostra, si è ottenuto, almeno sulla carta, l'ampliamento dell'area del parco archeologico fino all'intero perimetro della fortezza.
Nel novembre 2011 un progetto di trasformazione dell'area del Mercato Ittico dello studio Peluffo di Genova e inserito nel Master Plan di Confidustria Palermo, prevedeva, tra le altre, la realizzazione di una imbarcazione – multifunzionale (con acquario, punti vendita, ristorante e laboratorio di ricerca di biologia marina) su un nuovo canale posto proprio in corrispondenza dell'area di sedime di un'altra importante preesistenza monumentale, oggi non più visibile, la chiesa rinascimentale di Santa Maria di Piedigrotta.
Costruita nel 1565 a ridosso di una grotta dove i pescatori veneravano una immagine della Madonna dell'Addolorata, chiudeva sull'invaso della Cala il piano del castello. Di di essa oggi rimangono, in situ, pochi metri al di sotto dell'attuale piano di calpestio del mercato ittico, la cappella omonima, nei magazzini del Comune e della Sovrintendenza, moltissimi elementi architettonici dei prospetti (parti del cornicione, di finestre, rocchi di colonne, capitelli e architravi dei tre portali d'ingresso), recuperati durante la demolizione della chiesa gravemente danneggiata dalle bombe nel 1943.
Per conservare il valore storico, paesaggistico e monumentale della Cala, è necessario il recupero integrale di queste preesistenze. Per il Castello a Mare auspichiamo l'effettivo ampliamento del suo parco fino a comprendere la sua intera superficie e, inoltre, come invano richiesto da Italia Nostra nelle osservazioni al PRP, quella di tutte le sue pertinenze. Per la chiesa di S. Maria di Piedigrotta la valorizzazione di ciò che resta, anche attraverso l'anastilosi dei suoi bei prospetti, così come sta avvenendo per quello di Palazzo Castel di Mirto Bonagia sulla via Alloro, considerato anche che sotto il mercato ittico potrebbero celarsi altre sue consistenti parti.
Riteniamo quindi che il progetto di Confindustria Palermo non potrà prescindere in alcun modo dalla salvaguardia e dalla rispettosa valorizzazione di queste e di tutte le altre emergenze storico monumentali di questo tratto di costa per restituirle finalmente alla fruizione di tutta la città.
Giovanni Renna
Componente del consiglio direttivo Italia Nostra – sezione di Palermo
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI