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L'anima di New York: gli scatti di Valerio Marchese

Le icone metropolitane di New York, protagoniste degli scatti della personale di Valerio Marchese: volti e profili ridotti ad un affascinante minimalismo

Balarm
La redazione
  • 31 ottobre 2012

Da quando la fotografia, complice la tecnologia, è diventata alla portata di tutti, capita sempre più spesso di intendere uno scatto come un contenitore da riempire il più possibile con gli elementi catturati intorno a noi. Diffida della complessità e degli eccessi invece Valerio Marchese, fotografo che si contraddistingue per un approccio minimalista: l'arte della sottrazione, del ridurre all'osso l'immagine di volti e profili della città, per trarne l'essenza nuda.


Si chiama "NYC Icons" la personale fotografica che si inaugura a Palazzo Chiaramonte-Steri sabato 10 novembre alle ore 18 e che presenta al pubblico una selezione di scatti tratti dall'omonimo volume. Si tratta di un mix di schegge di quotidianità, frammenti di esistenze, luoghi della città dalla forte valenza iconica. Ma anche anonime periferie che restituiscono una forte tensione emozionale, forse perché in esse più si rispecchia quell'immaginario della città che si è sedimentato in noi negli anni. La mostra, ad ingresso gratuito, rimane aperta dal 10 al 19 novembre dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.

«Sono convinto della verità del detto "nel meno ci sta anche il più. - specifica Marchese - Cerco sempre di eliminare dall’inquadratura ogni elemento superfluo, ridondante, lasciando sopravvivere solo ciò che serve. Sono convinto che questo procedimento, per così dire, sottrattivo conferisca un migliore equilibrio formale complessivo all’immagine, dando forza alla narrazione».

"Un fotografo di strada", Valerio Marchese, che ha ritratto molte importanti città, da Mosca a Berlino, da Parigi a Lisbona. La sua ricerca si svolge prevalentemente in ambienti metropolitani e contesti naturali urbanizzati in cui indaga le sottili relazioni tra l’uomo e l’ambiente. «Ho viaggiato molto in questi anni - continua Marchese - stimolato sempre dal desiderio di conoscere e rappresentare nella sintesi dell’immagine il genius loci, quell’aura che fa di ogni luogo un unicum irripetibile».

Gli scatti della mostra, realizzati nel corso di un breve soggiorno nella "Grande Mela", costituiscono una sintesi rappresentativa della sua sfaccettata essenza. Il lavoro del fotografo, lontano da scontati clichè , propone una ulteriore riflessione sulla città contemporanea, sul rapporto con essa come luogo da abitare ed è anche l’occasione per il fruitore di confrontarsi con la propria personale visione della città più iconica e multietnica del pianeta.
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