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La Focacceria San Francesco salvata da La Feltrinelli

Arriva a marzo il "Caffè Feltrinelli powered by Antica Focacceria San Francesco": per affrontare la crisi le attività scelgono la via della cooperazione

  • 31 gennaio 2013

Le premesse furono lampanti da subito: dopo le minacce di stampo mafioso, i picchetti di sorveglianza all’ingresso da parte delle forze dell’ordine, il tentativo di fortificare il nome e la fama lanciando l’apertura di nuove sedi a Milano e a Roma, fu subito chiaro che l’Antica Focacceria San Francesco non sarebbe rimasta sola.

E il cartello affisso sul portone, con su scritto l’avviso di chiusura, prometteva in fondo un ritorno che sapeva di riscossa, per il locale che offre lo street food siciliano più rinomato nelle guide turistiche di tutto il mondo e che racchiude ormai un pezzetto di storia della città, collocato proprio in uno dei quartieri storici di Palermo.

Il modus operandi con cui adesso la famiglia Conticello, titolare storico dell’attività, si appresta a riaprire, porta proprio il segno di chi non ha voluto rimanere da solo, e all’idea di una battaglia strettamente personale vissuta in solitudine, ha deciso di sostituire la possibilità di una collaborazione audace: la novità sta infatti nell'ingresso in società del gruppo Feltrinelli come socio di maggioranza, grazie all’accordo già siglato con la Effe 2005. Il 51 % del capitale sociale spetterà al colosso editoriale, mentre il rimanente 49 % rimarrà alla famiglia Conticello.

La nuova “alleanza” prevede l’apertura, a partire da marzo, di alcuni punti di ristoro all'interno delle librerie, come quelle già esistenti a Roma, Pescara, Napoli e Catania. A Palermo, il nuovo luogo di avrà il nome di "Caffè Feltrinelli powered by Antica Focacceria San Francesco" e prenderà il posto del servizio di ristorazione al momento affidato ad un’altra ditta all’interno de La Feltrinelli libri e musica.

Nelle altre città che vedono la presenza del gruppo, all’interno delle sedi della focacceria, la ripartizione delle quote è inversa, con la maggioranza della famiglia Conticello e il 49 per cento del gruppo editoriale. Ad oggi, la sede di Palermo era l’unica a mantenere la gestione esclusiva della famiglia. Cosa c’è dietro la volontà di abbandonare una realtà tramandata da generazioni di padre in figlio, e a cui si associa normalmente l’idea delle radici di una famiglia? Cosa rende necessario abbandonare la tradizione tutta italiana di proteggere e mantenere in vita le attività storiche e aprirsi a nuove forme di collaborazioni?

Probabilmente è il segnale, forte, di una metamorfosi necessaria affinchè la morsa della crisi - che investe ogni settore produttivo - non stritoli del tutto ogni stimolo imprenditoriale, desertificando la produzione locale. Il richiamo è quello della cooperazione.

Anche le nuove realtà di coworking mostrano come, fare rete, associarsi e stringere accordi anche tra realtà potenzialmente differenti, rappresenti la nuova speranza per la gestione delle proprie attività. Questa, la chance che si è voluta concedere la Facacceria, a costo di perdere il pregio dell'eclusività del proprio nome. Monito per tutti: ogni cosa può vedersi meglio con due occhi, ancor meglio se non sono della stessa persona. La collaborazione è la chiave del nostro tempo.

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